Dimostrazione di un Tronco di Strada Dogana nel Territorio di Capalbio, confinata de Beni detti Doganali, e da Beni Comunitativi | ![2042 (Si tratta di un semplice schizzo della strada dogana di Capalbio con l’indicazione delle proprietà adiacenti (porzione Becchini in dogana, porzione Brizzi in detto luogo, porzione Caprini in dogana, porzione Selvi in detto luogo, Banditaccia) allegata ad una lettera scritta al Commissario della Provincia Inferiore Senese dal Cancelliere di Pitigliano Gianfrancesco Martelli, nella quale si chiedono chiarimenti su una circolare del 24 ottobre 1789 relativa all’allargamento delle strade dogane.<br><br>Stando a quanto riportato nella circolare, le strade dogane possono essere estese di 28 braccia “per parte” tenendo conto che passano su terreni doganali. Nel caso di questo tratto di strada dogana, che non ha alle sue adiacenze solo terreni doganali, il cancelliere chiede come intervenire, ossia se procedere con l’allargamento del piano stradale da una sola parte per 28 braccia oppure per l’intera estensione di 56 braccia. La data attribuita alla carta è quella riportata nella lettera in questione.<br><br>Il disegno viene attribuito al cancelliere.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2042.gif) | 1789, novembre 12 | assente | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
Pianta dimostrativa dello stato attuale della Fossa in questione tra i SS. Giovanni Orsini, e Giovanni Giuseppe Donati in luogo detto i Fondacci | ![2077 (Si tratta della pianta dei terreni Orsini e Donati posti in località Fondacci a Gavorrano, con l’indicazione della fossa che il sig. Giuseppe Orsini chiede di poter scavare per consentire lo scolo delle cinque fossette (o fogne) presenti nel suo vigneto e per evitare che il bestiame del Donati entri nella sua proprietà.<br><br>Il disegno mostra con estrema precisione i vigneti, le fossette di scolo, la fossa già scavata dall’Orsini per una lunghezza di 80 braccia e la “vestige” dell’antica fossa che egli avrebbe intenzione di riaprire. L’ing. Tommi riporta inoltre l’indicazione del “viottolo” utilizzato dal sig. Egidio Simoncelli per raggiungere la sua proprietà (dimostrando che in parte va a coincidere con l’antica fossa) e la siepe realizzata dal Donati che, come viene precisato nelle annotazioni, avrebbe chiuso la strada al Simoncelli, obbligandolo ad “entrare dentro la fossa”. <br><br>In una tale situazione, com’è chiaro, il Donati, per non essere obbligato a concedere la servitù di passo al Simoncelli, si era opposto alla richiesta avanzata dall’Orsini e la questione era sfociata in una causa civile. L’ing. Tommi viene quindi incaricato di effettuare il sopralluogo e verificare la reale necessità del lavoro. Nella breve relazione scritta, che accompagna la pianta, egli esprime parere favorevole all’apertura di questa fossa detta anche “guardia”, fondamentale, a suo avviso, per lo scolo delle fossette interne al vigneto e quindi per la bonifica del terreno.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2077.gif) | [1788, aprile 17] | assente | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
Dimostrazione di uno schizzo [d]i pianta dove esiste La cava o sia Miniera di allume | ![2052 (Si tratta di un semplice schizzo a china della pianta dell’area in cui si trova la cava di allume di Monte Leo (Monterotondo), nella quale si riportano la strada che dal fiume Cornia conduce al forno di Follonica e alla città di Massa (A), il terreno della comunità di Valli (B), il monte detto le Bufalaie nella comunità di Valli (C), il prato di Montioni della comunità di Valli in cui si trova una “porzione di fabbrica per comodo delle antiche lumiere” (D), il Bagno di Montioni (E), la querceta del sig. Monte Merli (F) dove si trova il monte Saracino (G) e quindi la miniera di allume situata ad est del monte, il territorio della comunità di Suvereto (h) e il confine fra questa e la comunità di Valli (L). <br><br>La miniera di allume viene concessa in sfruttamento per trent’anni, insieme ad altre miniere presenti nei territori di Volterra e Campiglia, alla compagnia di Giuseppe Mini con Sovrano Rescritto del 6 aprile 1768 (cc. 177-179 – Commissario della Provincia Inferiore Senese 745).<br><br>La data viene attribuita in base alla documentazione scritta.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2052.gif) | [1768] | assente | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
[Pianta dell'area che va dalla pianura di Massa al piano in cui si estendeva il padule dell'Aronna fino alla zona di Valpiana] | ![2076 (Nella pianta è rappresentata l’area che va dalla pianura di Massa (nella quale sono presenti i paduli di Pozzaione) al piano in cui si estendeva il padule dell'Aronna, fino alla zona di Valpiana in cui si trova il forno della Magona, con l’indicazione della “strada nuova che da Massa conduce allo scalo della Follonica”, dei rilievi e dei corsi d’acqua, quali: il fiume Sata, i fossi Venelle, Molinpresso, Rialla, Citenno e il fosso nuovo (AB) e antico (BC) dell'Aronna che giunge fino al Mulino di Motrona (appartenente alla comunità di Massa) e al Bottaccio dell’edificio del forno. <br><br>La pianta è allegata ad una memoria firmata dagli ingegneri Neri Zocchi e Bernardino Tozzetti, nella quale si parla della controversia relativa al pagamento dei lavori di bonifica del padule della Ronna (consistenti nell’escavazione del canale AB e nell’allargamento e “profondamento” del canale BC), sorta fra la Magona e gli Interessati del padule, che attribuirebbero la totalità delle spese alla Magona che utilizza le acque del padule per l’edificio del forno di Valpiana. <br><br>Secondo gli ingegneri il pagamento spetterebbe invece agli “Interessati” e cioè ai proprietari dei terreni bonificati, che ne avrebbero tratto il maggiore vantaggio e in parte alla comunità di Massa Marittima “per il miglioramento che ne può essere derivato per l’aria”. <br><br>La Magona infatti, così come il Mulino della comunità, non avrebbe ottenuto alcun miglioramento con i lavori bonifica, continuando ad usufruire delle acque della Ronna come nei periodi precedenti.<br><br>Anche se non è firmata, la tavola viene attribuita ai due ingegneri.<br><br>La data attribuita alla pianta è quella riportata nella Memoria.<br><br>Si vedano anche le cc. 293v-294r, Commissario della Provincia Inferiore Senese 506.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2076.gif) | [1786, 19 febbraio] | assente | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
[Pianta dell'area che va dalla pianura di Massa al piano in cui si estendeva il padule dell'Aronna fino alla zona di Valpiana] | ![2048 (Nella pianta è rappresentata l’area che va dalla pianura di Massa (nella quale sono presenti i paduli di Pozzaione) al piano in cui si estendeva il padule dell'Aronna, fino alla zona di Valpiana in cui si trova il forno della Magona, con l’indicazione della “strada nuova che da Massa conduce allo scalo della Follonica”, dei rilievi e dei corsi d’acqua, quali: il fiume Sata, i fossi Venelle, Molinpresso, Rialla, Citenno e il fosso nuovo (AB) e antico (BC) dell'Aronna che giunge fino al Mulino di Motrona (appartenente alla comunità di Massa) e al Bottaccio dell’edificio del forno. <br><br>La pianta è allegata ad una memoria firmata dagli ingegneri Neri Zocchi e Benardino Tozzetti, nella quale si parla della controversia relativa al pagamento dei lavori di bonifica del padule della Ronna (consistenti nell’escavazione del canale AB e nell’allargamento e “profondamento” del canale BC), sorta fra la Magona e gli Interessati del padule, che attribuirebbero la totalità delle spese alla Magona che utilizza le acque del padule per l’edificio del forno di Valpiana. <br><br>Secondo gli ingegneri il pagamento spetterebbe invece agli “Interessati” e cioè ai proprietari dei terreni bonificati, che ne avrebbero tratto il maggiore vantaggio e in parte alla comunità di Massa Marittima “per il miglioramento che ne può essere derivato per l’aria”. <br><br>La Magona infatti, così come il Mulino della comunità, non avrebbe ottenuto alcun miglioramento con i lavori bonifica, continuando ad usufruire delle acque della Ronna come nei periodi precedenti.<br><br>Anche se non è firmata, la tavola viene attribuita ai due ingegneri.<br><br>La data attribuita alla pianta è quella riportata nella Memoria.<br><br>Si vedano anche le cc. 1057v-1058r, Commissario della Provincia Inferiore Senese 916.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2048.gif) | [1786, febbraio 19] | assente | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
Mappa dimostrativa il Sito della Controversia trà La Comunità di Arcidosso, e quella si S. Fiora nella quale sono marcate Le due Linee, ed i Termini, che respettivamente si pretendono, con tutto ciò che alle prefate Linee adiace | ![2081 (Si tratta di un’accurata rappresentazione policroma della zona di confine fra la comunità di Arcidosso e quella di Santa Fiora. Si riportano infatti le due linee di confine e i rispettivi termini pretesi dalle due comunità, con l’indicazione delle distanze espresse in braccia. Da notare la resa del paesaggio con i rilievi del Monte Labro e dei poggi della Trave e di Merla Cotta indicati con sfumo di colore e i campi coltivati e alberati.<br><br>Si legge in basso a destra che la pianta è una copia conforme all’originale realizzata da Gaetano Gualterotti.<br><br>Si vedano anche la c. 400v, Commissario della Provincia Inferiore Senese 756 e le cc. 678v, 683r, Commissario della Provincia Inferiore Senese 925.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2081.gif) | 1796 | assente | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
Pianta Dimostrativa del Terreno in questione frà La Comunità di Arcidosso, e Feudatario di S. Fiora nella Banditella di Monte Labbro | ![2082 (Si tratta di uno schematico disegno che mostra le linee di confine e i rispettivi termini pretesi dalla comunità di Arcidosso e da quella di Santa Fiora (e quindi dal duca Sforza Cesarini) nella Banditella di Monte Labro.<br><br>Vengono indicati: il punto in cui secondo il duca si trova la fonticella dell’Acquarella (A), il termine “terzonale” alle soglie del Monte Labro (B), la serrina della Chiave (C), il termine di Merla Cotta o del poggio della Trave “concordato” da entrambe le parti (D), il punto in cui si trova la fonte dell’Acquarella secondo la comunità di Arcidosso (E), il termine “terzonale” preteso dalla stessa comunità (F), un secondo termine preteso da questa (G) e infine il terzo termine posto sul poggio interno di Merla Cotta (L). Si riportano anche le distanze fra i termini espresse in braccia.<br><br>Come si apprende dalle annotazioni si tratterebbe di una copia conforme alla pianta originale realizzata da Giovanni Sebastiano Flosi il 22 novembre 1789 per conto del duca Cesarini Sforza.<br><br>Si vedano anche le cc. 400v, Commissario della Provincia Inferiore Senese 756 e le cc. 678v, 682v, Commissario della Provincia Inferiore Senese 925.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2082.gif) | 1796 | assente | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
[Strada consolare da Grosseto a Paganico] | ![2074 (Si tratta del disegno della strada consolare da Paganico a Grosseto, realizzato dal perito Odoardo Cini, nel quale sono riportate le indicazioni dei ponti esistenti, delle condizioni della strada e dei lavori che devono essere realizzati. Egli segnala, riportandone con precisione la lunghezza (espressa in braccia), i tratti in cui sono già stati realizzati alcuni lavori e quelli in cui è necessario intervenire con una massicciata.<br><br>Il disegno fa parte della perizia scritta dallo stesso Cini il 1 settembre 1775, dopo il sopralluogo fatto alla strada su incarico del Provveditore dell’Uffizio dei Fossi.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2074.gif) | 1775, settembre 1 | assente | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
Pianta, o Disegno proporzionato del Terzo di Mota della Comunità di Batignano allineata alla Famiglia Iacometti di detto Luogo, fatto da me Giuseppe Montucci questo dì 19 Gennaro 1761 à spese di detto Iacometti | ![2055 (La pianta raffigura il Terzo della Bandita di Mota nel territorio della comunità di Batignano, concesso a livello al sig. Bernardino Iacomelli con rescritto del 4 novembre 1760.<br><br>Si tratta di una copia, realizzata dal pubblico agrimensore Bernardino Tozzetti, della pianta disegnata dall’ing. Giuseppe Montucci nel 1761, conservata presso il Magistrato dei Quattro Conservatori dello Stato di Siena.<br><br>Nella descrizione riportata in alto a sinistra della tavola di può leggere che “Dentro questa Pianta vi sono vari Beni di Particolari, e il Terzo di Moscona, ma senza l’uno, e senza gli altri ascende a moggia dugento quaranta, ed è a riserva di moggia ventidue di Terra lavorativa divisa in tanti Campetti, ogni restante è tutto ammacchiato da fossi marrucheti, ed è confinato il detto Terzo dai Confinanti circoscritti nella detta Pianta”. Troviamo ad ovest la Banditella di Batignano, la Bandita di Stertignano e la Mota d’Istia; a nord i beni della Casa Marchi; ad est la comunità d’Istia e la Mensa di Grosseto; a sud i beni di casa Franci e la strada consolare che da Siena passa per Batignano e conduce a Grosseto<br><br>Da notare la rappresentazione del paesaggio agrario con vegetazione a simbolo, le capanne, la torre di Moscona ed il bagno di Roselle. <br><br>Poiché la concessione a livello riguardava solamente il suolo, lo Iacomelli chiede, in seguito ai regolamenti dell’11 aprile 1778, di poter prendere a livello anche il pascolo. La comunità di Batignano intende però rilasciare il pascolo per sole 100 moggia, estensione che era stata erroneamente attribuita al Terzo al momento della concessione. <br><br>Vedendosi in questo modo usurpato di un diritto sancito con i regolamenti del ’78, lo Iacomelli chiede la totale riunione del pascolo al suolo con una supplica a S. A. R.<br><br>Nella filza è presente tutta la documentazione attinente all’affare, a corredo della quale troviamo la presente pianta e quella del poggio di Moscona (c. 632r). <br><br>La data viene attribuita alla pianta in base a tale documentazione.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2055.gif) | [1780] | assente | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
[Pianta della querceta del sig. Montemerli situata nel territorio comunitativo di Campiglia] | ![2050 (Con questo semplice schizzo a china viene rappresentata la pianta della querceta del sig. Montemerli con i suoi confini, che sono il fosso Acqua Nera (a), il fosso di Calza Lunga (b), il Castello di san Lorenzo di proprietà del Vescovo di Volterra (d), la tenuta di Casa Lappi (e) e il territorio del comune di Montioni (f). <br><br>Il disegno è allegato ad una lettera scritta il 24 febbraio 1780 al Commissario della Provincia Inferiore Senese da Pietro Antonio Gabbrielli. <br><br>Nella lettera si richiede espressamente che il documento sia successivamente restituito.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2050.gif) | [1780, febbraio 24] | assente | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
Proposta sesta | ![2072 (Si tratta della pianta del terreno situato presso il poggio della Volpe, proposto dal provveditore dei Paschi Giovanni Biringucci al sovrano, in relazione ad una supplica avanzata nel 1650 dal maggiordomo di corte Sisto Aldegais, per la concessione “di un pezzo” di Dogana nella Maremma di Siena con la facoltà di ridurla a Bandita ed ottenere una rendita di 300-400 scudi l’anno. Con una precedente supplica aveva già ottenuto l’assegnazione di un terreno nella corte di Capalbio, da lui rifiutato dopo pochi mesi. Il provveditore dei Paschi presenta al sovrano ben sette proposte, ma conclude che questo terreno (che come dice il titolo stesso rappresenta la “sesta proposta”) sia il più adeguato all’affare: presenta un’estensione di oltre 300 moggia ed è “abbondante d’erba capace di coltura”. Vi sono inoltre due poderi (della Volpe e del Niccolini) con molte cerrete alte e basse “per pasturare” e “una vena d’acqua che non manca per alcun tempo di molto comodo, e benefizio al Bestiame”.<br><br>Da notare la cura e la precisione con cui viene rappresentato il paesaggio agrario, con vegetazione a simbolo, sfumo di colore per indicare i rilievi collinari, i prospetti delle due case coloniche e i prospetti dei mulini lungo i fossi Patrignone e Doganella. Si riportano anche le strade, le Bandite de’ Petricci e de’ Rosai di Pereta, la Dogana di Pereta e quella di Magliano.<br><br>Si apprende dalle annotazioni che la presente pianta è stata “estratta dal suo originale” il 15 aprile 1764 e che altre copie si trovano nell’Archivio della Segreteria di Finanze e nel contratto di affitto rogato dal notaio Zanobi Pomi. Il 30 maggio 1764 infatti, in seguito alla morte di suor Maria Celeste Algais, ultima esponente della famiglia Algais, la Bandita viene nuovamente concessa in affitto per vent’anni a Francesco Rondinelli. <br><br>La copia viene realizzata in seguito alla questione, sfociata poi in una causa, aperta in seguito alla pretesa da parte del Rondinelli della riscossione dei terratici, di fatto a lui non assegnati, come del resto non assegnati agli Aldegais, e spettanti alle comunità di Montiano e Pereta.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2072.gif) | 1764, aprile 15 | assente | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
Delineamento Dimostrativo Della differenza di Confinazione trà La Comunità di Arcidosso e S. E. il Duca Sforza Cesarini in Contrada Monte Labbro | ![2080 (Con questo schematico disegno si intende mettere in evidenza le differenze fra la linea di confine pretesa dalla comunità di Arcidosso e quella pretesa dal Duca Sforza Cesarini nella contrada del Monte Labro.<br><br>Vengono indicati il termine E (“in contrasto”) posto sul poggio della Trave, il termine C che esiste nella Serrina della Chiave, il termine B considerato “terzonale” dalla comunità di Arcidosso, la fonticella dell’Acquarella pretesa dalla stessa comunità, l’origine O delle Puzzole e Mofeta, il punto N in cui il Duca Sforza Cesarini afferma che si trovi la vera fonte dell’Acquarella e infine il termine F che viene considerato dallo stesso Duca “terzonale”. Si segnala anche un poggetto nella contrada Merla (D) dove secondo la comunità un tempo sarebbe stato presente uno dei termini.<br><br>Come si apprende dalle annotazioni si tratterebbe di una copia conforme all’originale realizzata dall’ingegnere Giovanni Ginanneschi.<br><br>Si vedano anche la c. 400v, Commissario della Provincia Inferiore Senese 756 e le cc. 682v-683r, Commissario della Provincia Inferiore Senese 925.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2080.gif) | 1796 | assente | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
[Pianta della zona intorno all'abitato di Montenero] | ![2075 (Si tratta di un semplice schizzo della pianta della zona intorno all’abitato di Montenero, che comprende le terre dei Fabbiani di proprietà Piccolomini, le terre della comunità di Montenero, il podere di Poggio Reneschi, le terre di Poggio Marinelli di proprietà Vannini, i campi della Pieve, i terreni acquistati in contrada Pianaccia da Salvadore Balducci dalla comunità e i terreni del podere Balducci, dove si trova anche il campo conteso fra lo stesso Balducci e il seminario di San Giorgio di Siena. Si riportano anche le strade (strada di Montenero che va a Seggiano o al Molino, strada di Montenero che va alla montagna, strada che da Monticello va a Siena e Castelnuovo) e i fossi che delimitano tali proprietà costituendone i confini naturali, la fonte Salci, l’argine sopra il campo della Pianaccia, il confine del livello “ora affrancato” del Balducci e il muro lungo detto dei Colli.<br><br>Il disegno fa parte della documentazione relativa alla causa fra il Balducci, che considera il terreno all’interno dei confini del livello a lui concesso dalla comunità di Montenero e il seminario di san Giorgio di Siena, che afferma di aver acquistato l’appezzamento di terreno in questione insieme al podere di Poggio Reneschi con la condizione di corrisponderne il terratico “ alla ragione di staia 6 al moggio seminandovi”.<br><br>La pianta viene attribuita all’agrimensore Giuseppe Baccani, più volte nominato nella documentazione scritta.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2075.gif) | [1782] | assente | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
[Pianta della zona di confine fra la Bandita di Marsiliana, spettante alla Mensa Vescovile di Massa Marittima e la Bandita delle Coste, alienata dalla comunità nel 1788] | ![2065 (Si tratta di un semplice schizzo a china della pianta della zona di confine fra la Bandita di Marsiliana, spettante alla Mensa Vescovile di Massa Marittima, e la Bandita delle Coste, alienata dalla comunità nel 1788 “a forma del Regolamento del 1778”.<br><br>Nel disegno si riportano le due linee di confine pretese dalla Mensa Vescovile e dalla comunità di Massa Marittima e la linea concordata fra le parti il 29 dicembre 1797, da fissarsi “con termini murati sopra a terra” dopo la sovrana approvazione.<br><br>Dal fosso di Valnitra il nuovo confine seguirà in parte la linea pretesa dalla Mensa per poi staccarsi in prossimità del poggio del Piaggione e proseguire fino a costeggiare i Colti del Ricorniale da dove, attraversando prima il fosso omonimo poi il Tagliatello e il Pigliatello, raggiungere il Ronco del Cardi o del Vescovo che si immette nel botro ai Cerri, a sua volta affluente del torrente Trecina.<br><br>La data attribuita alla pianta è quella riportata nel concordato.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2065.gif) | [1797, dicembre 29] | assente | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
[Osservazioni sui danni provocati dal fiume Ombrone ai poderi del Galampio e dei Pianacci a Camigliano] | ![2067 (Si tratta della pianta del tratto del fiume Ombrone che scorre in prossimità dei poderi del Galampio e dei Pianacci presso Camigliano (a pochi chilometri da Montalcino), con l’indicazione delle inondazioni e dei lavori che devono essere realizzati.<br><br>La tavola è allegata ad una “Perizia e Relazione dei Danni cagionati dal fiume Ombrone, ai Poderi della sig. Isabella Costanti, vedova Padelletti, eseguita il 18 settembre 1823” scritta dal perito Agostino Calvisi.<br><br>Secondo quanto riscontrato dal tecnico, le inondazioni del fiume interesserebbero un’estensione di terreno pari a staia 36 del podere del Galampio (di cui una parte sarebbe rimasta incolta da anni), e in punti diversi il terreno del podere dei Pianacci. Egli suggerisce di realizzare in prossimità dei terreni del Galampio, per una lunghezza di 1012 braccia lungo l’argine del fiume (dal punto A al punto E), delle steccate doppie, gabbioni e dentelli. Stesso intervento per la rottura d’argine in prossimità del podere Pianacci, nel punto in cui il fiume forma un’ansa “voluta” per una lunghezza di 196 braccia (segnata con le lettere NT), e nella successiva ansa (segnata con le lettere BC) formatasi in seguito all’accumulo dei detriti che col tempo ha spinto il fiume a lasciare il vecchio alveo, portando via 6 staia di terreno seminativo. In questo caso un sistema di steccate, dentelli e gabbioni dovrebbe spingere le acque verso l’antico alveo. Per quanto riguarda invece la rottura dell’argine del fosso Dragone nelle vicinanze della casa colonica dei Pianacci basterà intervenire con due doppie steccate.<br><br>Il Calvisi nella sua relazione riporta anche un calcolo delle spese dei lavori, nel quale include la piantumazione degli “oppi” (pioppi) a sostegno degli argini del fiume, e in dettaglio la stima dei danni provocati dalle inondazioni.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2067.gif) | 1823, settembre 18 | assente | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
Pianta geometrica di un tratto di confinazione tra la Tenuta di Stribugliano, e la Comunità di Arcidosso, e precisamente dal Termine triplice sul Poggio dell'Aquilaia al Termine sul Poggio delle Rocchette, o Buca dei Paladini ordinata con Decreto del di 17 Settembre 1792 dell'Ill.mo Sig. Commissario della Provincia inferiore Sanese in virtù, ed esecuzione della di Lui Sentenza del di 16 Maggio 1791, e fatta da me infrascritto nell'Ottobre dell'Anno 1792 | ![2079 (La pianta, realizzata dall’ingegnere Giuseppe Tommi nell’ottobre del 1792, mostra un tratto della linea di confine fra la tenuta di Stribugliano e la comunità di Arcidosso, compreso fra il termine “terzonale” sul poggio dell’Aquilaia e il termine sul poggio delle Rocchette o Buca dei Paladini. <br><br>L’ingegnere riporta anche gli altri quattro termini: il termine II posto a capo della salita della via che da Arcidosso va a Grosseto, presso la fossa della Femmina dove si scende presso la fossa dello Stregaio, il termine III posto “a mezza costa” del poggio Pelato su un argine che continua fino al poggio delle Tombarelle a breve distanza dalla capanna diruta del Bizzarri, il termine IV posto sul poggio delle Tombarelle (o del Fornello) a destra della strada che da Grosseto va a Santa Fiora, il termine V posto nel poggio di Castel Vaioli (detto il poggio più alto sopra la Banditella).<br><br>Da notare la rappresentazione del paesaggio agrario della zona immediatamente adiacente alla linea di confine, con i campi coltivati, i rilievi resi con le sfumature di colore, gli alberi a simbolo, le sassaie dette le Serre, i poderi del Fabbranzoni e di Trequanda (detto del Pastorelli). <br><br>Nelle annotazioni il Tommi riporta la misura delle distanze che ci sono fra i termini e precisa che questi sono costituiti da pietre e pochi “mattoni murati in calcina” ed hanno forma cilindrica “volgarmente detta rotonda”. <br><br>La pianta, come precisato nel titolo, viene realizzata in seguito al decreto emanato dal Commissario della Provincia Inferiore Senese il 17 settembre 1792 in esecuzione della sentenza del 16 maggio 1791, emessa in risoluzione della causa sorta fra la comunità di Arcidosso e il cav. Domenico Antonio Bianchi proprietario della tenuta di Stribugliano. La pianta (e quindi l'apposizione dei termini lungo la linea di confine) viene approvata con decreto del 2 gennaio 1793.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2079.gif) | 1792, ottobre | 1:8985 | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
Pianta delle Terre denominate Banditella, poste in Corte di Santa Fiora | ![2060 (Si tratta della pianta delle terre spettanti al duca Francesco Sforza Cesarini Pupillo, situate nella contrada denominata Banditella, Merlacotta e Macereto, nella corte di Santa Fiora, delineata dai periti Giovanni Sebastiano Flosi e Giuseppe Baccani, il cui compito è quello di indicare con precisione le linee di confine. La linea che dal termine “terzonale” del Monte Labro giunge ai Segalari, che in parte coincide con il fosso della Puzzola, indica il confine con la corte di Roccalbegna, mentre la retta tracciata dai Segalari fino alla fonte del Prato della Contessa e l’altra che da qui giunge al Poggiolo del Carpine (detto Sassaiolo) indicano il confine con la proprietà Magnaschi. Da questo punto il confine scenderebbe fino alla strada dogana e seguendone l’andamento giungerebbe al Poggio della Costina, per proseguire poi verso il Poggio di Merla Cotta (confine con i beni Labardini) e ricongiungersi con il 'terzonale' del Monte Labro (confine con la comunità di Arcidosso). Da qui proseguendo per la Serrina della Chiave, passando per i poggi del Meriggio e Sassaiolo, fino alla Fonte del Prato della Contessa, i due periti circoscrivono il corpo di terre chiamato Banditella nel 1510. I due periti riportano anche le altre proprietà presenti suddivise in particelle.<br><br>La data attribuita al disegno è quella riportata nella relazione dei due periti.<br><br>Si vedano anche le cc. 678v, 682v-683r, Commissario della Provincia Inferiore Senese 925.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2060.gif) | [1788, novembre 26] | assente | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
[Pianta dell'area compresa fra il piano del Citernone, il piano di Paganico e il pianetto di Campagnatico] | ![2068 (Si tratta di un semplice schizzo dell’area compresa fra il piano del Citernone, il piano di Paganico e il pianetto di Campagnatico, realizzato dal podestà Francesco Tamanti e allegato alla relazione da lui stesso scritta il 14 agosto 1801 sulla diffusione dell’epizootia bovina.<br><br>Nel disegno si indicano con precisione le zone interessate dal contagio (Val di Becco di proprietà del Mecalossi, i Cavallini del cav. Cioj), la bandita di Pian Taverna e Tesorino dove si trova in isolamento il bestiame infetto del Baccani e di altri proprietari, il pascolo abbandonato e la siepe che divide il bestiame del Pianetto di Campagnatico da quello del Baccani. Si riportano anche il fiume Ombrone e il fosso Melacce, nel quale - si apprende dalla relazione - vengono bruciati gli animali morti. Poiché, per mancanza di legna molte carcasse rimangono “mal bruciate”, il Tamanti teme una possibile diffusione dell’epidemia in tutto il grossetano, nel momento in cui, in caso di pioggia, il Melacce scarichi le sue acque infette nell’Ombrone. Nella relazione aggiunge però, che con le precauzioni prese il contagio risulta circoscritto e non interessa ancora né la zona del Citernone né il piano di Paganico.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2068.gif) | [1801, agosto 14] | assente | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
Pianta geometrica delle due Porzioni Selvaccia, e Secchete in Dogana di Monte Massi | ![2084 (Si tratta di un accurato disegno policromo delle due porzioni di terreno denominate Selvaccia e Secchete che, in seguito alla soppressione della dogana di Montemassi, vengono assegnate con sovrano rescritto del 15 marzo 1786 a Giuseppe Pinelli. <br><br>La porzione della Selvaccia (A) di moggia 30, staia 13 e tavole 10 confina con la strada di Castiglioni, il Chiusone, la strada grossetana, un’altra porzione di terreno denominata Selvaccia venduta al marchese Cambiaso e la strada dogana che da Montemassi conduce al pian del Neci. Da qui la linea di confine procede fino ad una troscia ricongiungendosi poi con la strada di Castiglione. <br><br>La porzione denominata Secchete (B) di moggia 11 e staia 7 confina invece con il fiume Asina, la tenuta di Monte Lattaia del marchese Cambiaso, la strada di Castiglioni e la proprietà del marchese Bichi.<br><br>Da notare, oltre alla rappresentazione del paesaggio agrario con vegetazione a simbolo, la precisa indicazione delle linee di confine con i rispettivi termini. In particolare si osservi la linea retta (della lunghezza di pertiche 46) che definisce il confine con la porzione Selvaccia del marchese Cambiaso, determinata mediante l’apposizione sul terreno di quattro pali di legname da sostituirsi poi con dei termini di pietra. <br><br>La pianta viene realizzata dall’ing. Sebastiano Flosi il 10 ottobre 1787, pochi giorni prima della stipulazione del contratto di vendita avvenuta il 27ottobre. <br><br>La pianta fa parte della documentazione raccolta e inviata dal Commissario della Provincia Inferiore Senese alle competenti magistrature fiorentine in relazione alla causa fra il Pinelli e la comunità di Roccastrada. <br><br>In seguito ad un incendio infatti, la linea di confine stabilita con il marchese nella porzione Selvaccia torna ad essere incerta e gli agenti del Cambiaso tentano di farla avanzare a danno del Pinelli, che denuncia l’abuso subìto chiedendo di essere indennizzato e in più decide di citare in giudizio la comunità di Roccastrada rimasta indifferente alla questione. Nonostante le numerose sentenze, l’affare rimane sospeso fino al 1821, anno in cui vie ripreso dagli eredi del Pinelli.<br><br>Si vedano anche le cc. 84r-85r, Commissario della Provincia Inferiore Senese 933.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2084.gif) | 1787, ottobre 20 | 1:11077 | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
[Pianta geometrica della porzione di terreno denominata le Secchete appartenente al marchese Cambiaso] | ![2086 (Si tratta della pianta della porzione di terreno denominata Secchete che, in seguito alla soppressione della dogana di Montemassi, viene assegnata al marchese Cambiaso. Nel disegno, che fa parte della documentazione estratta nel giugno del 1804 dalla “matrice dell’istrumento di Compra e Vendita” fra la comunità di Roccastrada e Giuseppe Pineschi che è conservata presso l’archivio notarile di Siena, si riportano le linee di confine della porzione e in particolare si indica con una linea tratteggiata il confine concordato fra il Pinelli e il Cambiaso nell’ottobre del 1787.<br><br>La pianta originale viene realizzata da Giovanni Sebastiano Flosi, nei giorni immediatamente precedenti alla stipula del contratto avvenuta il 27 ottobre 1787. <br><br>La documentazione è raccolta nel fascicolo relativo alla causa fra il Pinelli e la comunità di Roccastrada, inviato dal Commissario della Provincia Inferiore Senese alle competenti magistrature fiorentine per i dovuti controlli.<br><br>Si vedano anche le cc. 68v, 85r, Commissario della Provincia Inferiore Senese 933.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2086.gif) | 1804, giugno 30 | 1:12706 | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
Pianta Geometrica delle due Porzioni Selvaccia, e Secchete esistenti nella Dogana di M. Massi 1787 | ![2085 (Si tratta della pianta delle due porzioni di terreno denominate Secchete e Selvaccia che, in seguito alla soppressione della dogana di Montemassi, vengono assegnate con sovrano rescritto del 15 marzo 1786 a Giuseppe Pinelli. <br><br>Nel disegno, che fa parte della documentazione estratta nel giugno del 1804 dalla “matrice dell’istrumento di Compra e Vendita” fra la comunità di Roccastrada e Giuseppe Pinelli che è conservata presso l’archivio notarile di Siena, si indicano con precisione i confini delle due porzioni, e in particolare si segnalano con le lettere A e B le linee di confine concordate con il marchese Cambiaso. Per quanto riguarda la linea B, che come specificato in pianta ha il suo caposaldo nel capannone di Monte Lattaia, va detto che viene inizialmente determinata mediante l’apposizione sul terreno di alcuni pali di legname da sostituirsi poi con dei termini di pietra. In seguito ad un incendio la linea di confine così definita torna ad essere incerta e gli agenti del Cambiaso tentano di farla avanzare a danno del Pinelli, che denuncia l’abuso chiedendo di essere indennizzato e in più decide di citare in giudizio la comunità di Roccastrada rimasta indifferente alla questione. Nonostante le numerose sentenze l’affare rimane comunque sospeso fino al 1821, anno in cui viene ripreso dagli eredi del Pinelli.<br><br>La pianta originale viene realizzata da Giovanni Sebastiano Flosi nei giorni immediatamente precedenti alla stipula del contratto avvenuta il 27 orrobre 1787.<br><br>Questa documentazione fa parte della pratica inviata dal Commissario della Provincia Inferiore Senese alle competenti magistrature fiorentine in relazione alla causa fra il Pinelli e la comunità di Roccastrada. <br><br>Si vedano anche le cc. 68v, 84r, Commissario della Provincia Inferiore Senese 933.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2085.gif) | 1804, giugno 30 | 1:12414 | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
[Pianta della bandita di Castiglione nella corte di Monterotondo] | ![2083 (Con questo semplice schizzo a china si vuole rappresentare la Bandita di Castiglione nella corte di Monterotondo. Si riportano i confini con i rispettivi termini (di cui uno situato nel Punton di Mario in prossimità del fosso del Risecco e l’altro sul pendio “acqua pende” che scende verso il fosso del Malvado) e la Cappella di San Regolo situata al centro della bandita, che comprende terre lavorative e cerreti. Il disegno è posto a corredo della documentazione relativa alla causa Lazzerini e Baldasserini.<br><br>Date le condizioni della carta e di tutta la documentazione in generale, non è possibile fornire ulteriori informazioni.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2083.gif) | 1799, novembre | assente | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
Pianta dimostrativa dei due Mulini Patrizi, e Francesconi in vicinanza del Castello di Paganico | ![2078 (Si tratta di un’accurata pianta policroma della zona intorno al castello di Paganico, con i torrenti Fogna e Gretano, entrambi affluenti dell’Ombrone, il gorello del Mulino Francesconi che prende le acque dal Fogna mediante la deviazione consentita da una steccaia posta nel punto A e il gorello del Mulino Patrizi che prende le acque dal Gretano mediante la deviazione consentita da una steccaia posta nel punto B. Nel gorello del Mulino Patrizi si riporta anche il caterattino che serve a regolare l’afflusso delle acque che giungono al mulino (F). Da notare la restituzione dell’uso del suolo e la rappresentazione dell’abitato di Paganico, attraversato dalla strada Consolare Senese, con il caseggiato indicato in rosa e le mura circondarie in rosso. Sono inoltre ben segnalati il Mulino costruito dai Francesconi (D) su un piccolo appezzamento di terreno acquistato dai fratelli Casangioli, l’antica polveriera contigua al mulino concessa in affitto dal marchese Patrizi al sig. Castiglioni e da questo in subaffitto a Santi Francesconi (E), il mulino del marchese Patrizi (F) da cui parte la strada che va a Roccastrada e infine le vestigia di un vecchio mulino situato in prossimità dell’Ombrone. <br><br>Il disegno viene realizzato dal Boldrini in occasione della causa sorta fra i Francesconi e i Patrizi in relazione allo sfruttamento delle acque deviate dal Fogna. <br><br>Il marchese Patrizi accusa infatti i Francesconi di aver costruito illecitamente il mulino accanto alla polveriera e di sfruttare altrettanto illecitamente le acque del gorello a danno del suo mulino a due palmenti che durante la stagione estiva non può funzionare con le sole acque deviate dal Gretano. <br><br>La data attribuita alla pianta è quella riportata nella relazione scritta dal Boldrini a cui questa è allegata.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2078.gif) | [1788, maggio 5] | assente | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
Pianta delle Confinazioni della Linea Bernardinai a forma dell'Istanza del 22 Gennaio 1596, ad esclusione delle Porzioni segnate sotto N. 5. 6. 7. Eseguito da noi Sott. a forma del decreto del Consiglio di Liquidazione. Prefettura del Dipartimento d'Ombrone del 25 Maggio 1811 al quale questo dì 3 Luglio 1811 | ![2043 (L’ingegnere Giuseppe Burri ed il perito Francesco Lenzi, nominati dal Consiglio di Prefettura del Dipartimento d’Ombrone con Decreto del 25 maggio 1811, sono chiamati ad eseguire un sopralluogo per verificare se entro i terreni (moggia 5 e staia 14) concessi in enfiteusi dalla Comunità di Cinigiano ad Ercolano di Domenico con contratto di livello 22 gennaio 1596 e poi ceduti dai suoi eredi a Girolamo Cherubini l’8 aprile 1722, siano comprese tre porzioni di terreno denominate rispettivamente “Prato al Pantano”, “Sotto i Benardinai” e “Fosso Inferno”, vendute dalla comunità a Giuseppe Vannini il 10 settembre 1773. Il 3 luglio si recano dunque presso il podere del Bernardinai e, in presenza della Maire del comune e dei vari interessati stabiliscono i punti per la delimitazione dei confini del terreno. Nella presente pianta si riportano tali punti (1. del Prato del Pantano, 2. All’Aia di Magliano, 3. fosso di Fonte Dominici, 4. Poggio Vignolo, 5. fosso che viene dal Poggio del Vignolo) e le linee di confine. Nella relazione i periti precisano che quella indicata in pianta con le lettere A.B.C.D.E in “condiscendenza” all’istanza dei fratelli Cherubini non è reale e che pertanto è necessario prendere a riferimento la linea indicata con le lettere F.G.H.L.M. Viene poi segnata la linea di confine che dal punto M giunge al punto N (individuata seguendo le indicazioni del contratto di livello) che delimita però un’estensione di terreno superiore a quanto indicato nel contratto. I due periti suggeriscono quindi di condurre una nuova linea di confine, che viene segnata in pianta con le lettere OP, che taglia fuori il terreno vitato di Paolo Cherubini (1.2.3.4.) e una parte di quello di Bartolomeo. Fatto questo i due tecnici affermano che le tre porzioni “poste in pianta sotto i N. 5.6.7”, non rientrano nella concessione livellaria e non spettano dunque a i fratelli Cherubini, ma ai soli eredi del Vannini.<br><br>Oltre a quanto già segnalato si riportano in pianta il fosso Tracolla, la strada che conduce al podere del Bernardinai, il podere stesso (con casetta a simbolo), la strada che dal Bernardinai va a Leporinova e infine quella che dal Sasso va a Cinigiano.<br><br>Si veda anche c. 113v - Commissario della Provincia Inferiore Senese 459.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2043.gif) | 1811, luglio 3 | 1:2965 | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
Ideale dimostrazione della situazione delle terre del Podere detto Bernardinaj e delle tre Porzioni Doganali di N°: 12. 14 e 15. che le confinano | ![2044 (Si tratta della pianta dei terreni che compongono il podere detto Bernardinai, concesso in enfiteusi ad Ercolano di Domenico con contratto del 22 gennaio 1596 e dai suoi eredi ceduto nel 1722 ai Cherubini, e delle tre porzioni di terreno denominate “Prato ai Pantani” (moggia 2), “Sotto i Bernardinai”, (moggia 5) e “l’Inferno” (moggia 8) vendute dalla comunità di Cinigiano a Giuseppe Vannini il 10 settembre 1723.<br><br>Poiché i fratelli Cherubini affermerebbero che tali porzioni di terreno siano comprese nei terreni del podere Bernardinai, rivendicandone così la proprietà, l’ingegnere Giuseppe Burri ed il perito Francesco Lenzi sono chiamati ad eseguire un sopralluogo e verificare le precise linee di confine del terreno precedentemente concesso a livello e capire se le tre porzioni in questione ne facciano realmente parte. <br><br>Secondo quanto stabilito dai due tecnici le tre porzioni non rientrerebbero affatto nei terreni del podere Bernardinai e quindi la proprietà risulterebbe agli eredi del Vannini.<br><br>Nella pianta si riportano le strade (strada che da Cinigiano va al Sasso, strada che da Leporinova va al podere de’ Bernardinai) e i fossi (fosso di fonte Dominici, fosso Acquaviva, fosso Inferno, fosso Trasolla) presenti e infine alcuni punti (Aia di Magliano, prato ai Pantani e poggio Vignoli) necessari all’individuazione dei confini del podere Bernardinai, la cui abitazione è indicata con casetta a simbolo. La data viene attribuita in base alla documentazione scritta attinente all'affare.<br><br>Si veda anche c. 112v Commissario della Provincia Inferiore Senese 459.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2044.gif) | [1811, luglio] | assente | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
Pianta dello Campo Santo | ![2036 (Si tratta della pianta del camposanto di Rocca Tederighi, disegnata nell'ultima pagina della perizia scritta da Luigi Sabbatini per ordine del Cancelliere Comunitativo di Massa Marittima, nella quale si riporta schematicamente il tracciato del muro di cinta con l'indicazione delle misure espresse in braccia e l'angolo 'scoglioso'.<br><br>Dalla perizia si apprende che secondo il Sabbatini il muro deve essere ricostruito 'nella Cantonata che riguarda la Chiesa' e 'alla Porta della Canonica'. E' inoltre necessario rifare 'tutta la cresta alle mura' e dare 'alle di fuori e alle di dentro una rabocata di calcina'. Aggiunge infine che il muro deve essere in alcuni punti 'riscagliato nel suolo' per tutta la sua profondità, fatta eccezione per l'estremità scogliosa dove è presente un solo braccio di terra. Il tutto per una spesa pari a £ 123.13.4.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2036.gif) | 1816, giugno 4 | 1:97 | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
[Pianta della porzione di terreno di un moggio situata in luogo detto le Cetine presso Sassofortino, suddivisa in due parti uguali in relazione alla controversia sorta fra Lucia Barzotti e Paolo Barboni] | ![2071 (Si tratta dello schizzo della porzione di terreno (dell'estensione di un moggio) scorporata dalla 'tenuta' (di staia 39 e tavole 80) situata in luogo detto le Cetine presso Sassofortino e suddivisa in due parti uguali in relazione alla controversia sorta fra Lucia Bazzotti e Paolo Barboni.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2071.gif) | 1782, agosto 6 | assente | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
Lineamento del Terreno detto Prataccione spettante alla Venerabil Compagnia Laicale di S. Sigismondo in Cinigiano, d'estensione St. 18 | ![2053 (Si tratta della pianta dell’appezzamento di terreno “sodivo e macchioso, con pochi olivi” (di staia 18) denominato Prataccione, appartenente alla Venerabil Compagnia di S. Sigismondo e dei terreni di Giuseppe Baccani posti a confine, situati nel territorio comunitativo di Cinigiano, con l’indicazione della via comune, della Strada cha da Cinigiano va in Maremma, dei corsi d’acqua che definiscono i confini fra le due proprietà (il fosso della Madonna è quello principale) e infine i terreni limitrofi dei sigg. Paolucci, Lorenzini, Gallozzi e Sartori. <br><br>La pianta, è allegata alla supplica del sig. Giuseppe Baccani, diretta al Provveditore dell’Uffizio dei Fossi e delle Coltivazioni, per l’acquisto del Prataccione. <br><br>Si apprende dalla supplica che anche Antonio Ciacci, affittuario del terreno della Compagnia, sarebbe interessato all’acquisto del terreno e rivendicherebbe il proprio diritto di prelazione.<br><br>Ne nasce quindi una controversia che il Baccani tenta di risolvere rivolgendosi direttamente al Commissario della Provincia Inferiore Senese (cc. 509-512, Commissario della Provincia Inferiore Senese 504) e al Provveditore dell’Uffizio dei Fossi, esponendo tutte quelle motivazioni con le quali, a suo avviso, verrebbero a cadere i diritti del Ciacci sull’acquisto quel terreno.<br><br>La data viene attribuita in base alla documentazione scritta.<br><br>Si veda anche c. 513r, Commissario della Provincia Inferiore Senese 504, c. 633r, Commissario della Provincia Inferiore Senese 745.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2053.gif) | [1779, agosto] | assente | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
Pianta dimostrativa, della vera posizione, e confinanti dello Stabile detto Prataccione di St.ª 18 circa, con alquanti podoni d'olivo, tutte sodive, e ammacchiate che godesi al Pascolo di Bestie Brade spettanti alla venerabil Compagnia di S. Sigismondo, in Cinigiano | ![2047 (Si tratta della pianta dell’appezzamento di terreno “sodivo, boschivo e macchioso” (di staia 18) denominato Prataccione appartenente alla Venerabil Compagnia di S. Sigismondo e dei terreni vitati e olivati di Giuseppe Baccani posti a confine, situati nel territorio comunitativo di Cinigiano. Apprezzabile la rappresentazione a simbolo degli olivi, delle viti e del podere del Baccani (denominato Norgi). Si riportano poi la Strada Comune che da Cinigiano va in Maremma, i corsi d’acqua che definiscono i confini fra le due proprietà e i terreni limitrofi del sig. Gallozzi e dei Beni della Madonna delle Nevi. <br><br>La pianta, segnata con la lettera A, è allegata all’istanza avanzata dal sig. Giuseppe Baccani al Commissario della Provincia Inferiore Senese per l’acquisto del Prataccione. In questo modo, scrive nell’istanza, potrebbe riunire e “riquadrare” la sua proprietà e porre fine ai “grandissimi danni” provocati dal bestiame brado posseduto dal sig. Antonio Ciacci affittuario del terreno della Compagnia. <br><br>Lo stesso Ciacci, si apprende dall’istanza, sarebbe interessato all’acquisto del terreno e rivendicherebbe il proprio diritto di prelazione in quanto affittuario.<br><br>Ne nasce quindi una controversia che il Baccani tenta di risolvere rivolgendosi direttamente al Commissario, esponendo tutta una serie di motivazioni in base alle quali, a suo avviso, verrebbero a cadere i diritti del Ciacci sull’acquisto quel terreno.<br><br>La data viene attribuita in base alla documentazione scritta.<br><br>Si vedano anche le cc. 632r-633r, Commissario della Provincia Inferiore Senese 745.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2047.gif) | [1779, febbraio] | assente | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
[Pianta del ponte da costruirsi sul fosso del Porticciolo a Castiglione della Pescaia] | ![2046 (Si tratta di una schematica rappresentazione della pianta del ponte in muratura che deve essere costruito sul fosso del Porticciolo a Castiglione della Pescaia, con la precisa indicazione delle parti che ne costituiscono la struttura con le modalità di realizzazione e le misure espresse in braccia. <br><br>La data viene attribuita in base alla documentazione scritta attinente all’affare.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2046.gif) | [1766, dicembre] | assente | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
Disegno del Luogo della Controversia | ![2092 (Si tratta di un semplice schizzo della mappa del podere Savello e degli altri piccoli appezzamenti alberati adiacenti, con l’indicazione della strada comunale detta “di mezzo” che viene da Castel del Piano dalla quale si stacca un viottolo che attraversando l’intera proprietà del podere giunge al terreno di Domenico Casciani, e la strada detta 'dei Raganelli' dalla quale si stacca uno stradello detto “del podere di Pippo” che consente di raggiungere le altre proprietà. Da notare in alto a destra l’abitato di Castel del Piano con caseggiati a simbolo.<br><br>Il disegno viene realizzato in occasione della causa fra il tenente Camillo Ginanneschi e Domenico Casciani per problemi di servitù di transito. Il tenente Ginanneschi accuserebbe infatti il Casciani di avere attraversato “la Chiusa” di sua proprietà per raggiungere il proprio terreno e di avere anche tagliato “un querciolo con alcune frascolaje che gli davano fastidio a passare e scendere”.Dal canto suo il Casciani asserirebbe di percorrere un viottolo che, come dimostrato dalle croci di confine presenti sul posto, non può essere né di proprietà Ginanneschi né Maccabruni e di avere tagliato solamente uno sterpo con alcune frasche.<br><br>Lo stato attuale della pianta non ne consente una lettura completa: mancano infatti una parte della rappresentazione e le annotazioni che erano riportate a destra del foglio, delle quali rimangono solamente alcune parole.<br><br>Si vedano anche le cc. 915v-916r, 1036-1037r, Commissario della Provincia Inferiore Senese 910.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2092.gif) | [1779-1781] | assente | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
Ideal delineamento del Podere detto Savello oggi Maccabruni e Ginanneschi 1781 | ![2091 (Si tratta di una bella mappa policroma del podere Savello e degli appezzamenti alberati limitrofi (Maccabruni, Ginanneschi, Barbetti, Moroni, Rosellini, Casciani, Monciotti, Filippano e Franceschelli), realizzata da Giuseppe Baccani per conto del tenente Camillo Ginanneschi di Castel del Piano.<br><br>Si riportano la strada comune detta Raganelli e la strada maestra detta di mezzo, dalle quali si staccano rispettivamente lo stradello (L) detto “del podere di Pippo” che consente l’accesso agli appezzamenti e lo stradello che attraversa l’aia del podere Savello, utilizzato da Domenico Casciani per raggiungere il proprio terreno. Da notare l’accurata rappresentazione delle mura di cinta e il prospetto della casa poderale. <br><br>La pianta viene realizzata in occasione della causa insorta fra il tenente Camillo Ginanneschi e Domenico Casciani per problemi di servitù di transito. Il tenente Ginanneschi accuserebbe infatti il Casciani di attraversare illecitamente “la Chiusa” di sua proprietà, pur avendo la possibilità di avvalersi di altri percorsi, e di avere anche tagliato “un querciolo con alcune frascolaje che gli davano fastidio a passare e scendere”. Dal canto suo il Casciani asserirebbe di percorrere un viottolo che, come dimostrato dalle croci di confine presenti sul posto, non può essere né di proprietà Ginanneschi né Maccabruni e di avere tagliato solamente uno sterpo con alcune frasche. <br><br>Si vedano a che le cc. 915v-916r, 1007r, 1037r, Commissario della Provincia Inferiore Senese 910.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2091.gif) | 1781 | assente | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
Ideal delineamento del Podere detto Savello, Maccabruni e Ginanneschi | ![2093 (Si tratta della mappa del podere Savello, Maccabruni e Ginanneschi e degli appezzamenti limitrofi, con l’indicazione dei vari stradelli utilizzati dai proprietari (Barbetti, Rotellini, Casciani, Monciotti, Franceschelli, Moroni, Manicchi, Maccabruni, Ginanneschi, Gallorini e Niccolai) per raggiugerli. <br><br>In particolare si noti quello che, attraversando il podere Savello, giunge al terreno del Casciani, in cui si segnalano cinque croci (1-5), di cui la prima indica “la continovazione del fondo per la strada comune detta di mezzo”, mentre le altre la divisione del fondo. Si osservi inoltre la prosecuzione dello stradello del “podere di Pippo” (BX) che conduce alla proprietà Rotellini, e il passo (linea tratteggiata mm) per raggiungere il terreno Monciotti.<br><br>La pianta viene realizzata in occasione della causa insorta fra il tenente Camillo Ginanneschi e Domenico Casciani per problemi di servitù di transito. <br><br>Il tenente Ginanneschi accuserebbe infatti il Casciani di attraversare illecitamente la Chiusa di sua proprietà per raggiungere il proprio terreno, pur avendo la possibilità di avvalersi di altri percorsi, e di avere anche tagliato “un querciolo con alcune frascolaje che gli davano fastidio a passare e scendere”. Dal canto suo il Casciani asserirebbe di percorrere un viottolo che, come dimostrato dalle croci di confine presenti sul posto, non può essere né di proprietà Ginanneschi né Maccabruni e di avere tagliato solamente uno sterpo con alcune frasche.<br><br>Si vedano a che le cc. 915v-916r, 1007r, 1036r, Commissario della Provincia Inferiore Senese 910.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2093.gif) | 1781, maggio 26 | assente | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
[Mappa del podere Savello e degli appezzamenti di terreno limitrofi] | ![2094 (Si tratta di un semplice schizzo a china della mappa del podere Savello (di proprietà Maccabruni e Ginanneschi) e degli appezzamenti di terreno limitrofi, con l’indicazione dei muri e delle “greppe” naturali che li separano e dei vari stradelli utilizzati dai proprietari (Barbetti, Rotellini, Casciani, Monciotti, Vagheggini, Gorgoni, Moroni, Manicchi, Maccabruni e Ginanneschi) per raggiungerli. <br><br>In particolare si noti quello segnato in pianta con le lettere AB che, attraversando il podere Savello, giunge al terreno di Domenico Casciani, al quale si accede attraverso una “rottura di greppa” (CC), nella quale si trova il pedone del “querciolo con frascolaje” tagliato dal Casciani per passare più agevolmente. Si osservi inoltre l’altro viottolo che staccandosi dalla strada “che viene da Castel del Piano voltando dalla via di Casale” raggiunge le proprietà Rotellini e Barbetti e che secondo il Ginanneschi potrebbe essere percorso anche dallo stesso Casciani per raggiungere il proprio terreno.<br><br>La pianta viene realizzata in occasione della causa insorta fra il tenente Camillo Ginanneschi e Domenico Casciani appunto per problemi di servitù di transito. Il tenente Ginanneschi accuserebbe infatti il Casciani di attraversare illecitamente “la Chiusa” di sua proprietà per raggiungere il proprio terreno e di avere tagliato altrettanto illecitamente il querciolo. Dal canto suo il Casciani asserirebbe di percorrere un viottolo che, come dimostrato dalle croci di confine presenti sul posto, non può essere né di proprietà Ginanneschi né Maccabruni e di avere tagliato solamente uno sterpo con alcune frasche.<br><br>Si vedano anche le cc. 1007r, 1036-1037r, Commissario della Provincia Inferiore Senese 910.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2094.gif) | [1779] | assente | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
[Disegno della Peschiera di Nassa] | ![2040 (Secondo il Capretti per far fronte alle problematiche esposte dall’affittuario della peschiera Felice Samaritani, sarebbe necessario prolungare il muraglione destro lungo la linea AB, utilizzando gli scogli “della più grossa mole che sia possibile” estratti dal poggio situato nelle vicinanze, con una spesa di £ 1820. Da quanto si apprende dalla relazione, il Samaritani chiederebbe anche la sostituzione dei due ponti in legname situati sulle fosse che costituiscono la peschiera con due ponti in muratura, il cui costo ammonterebbe, in base alle valutazioni dell’ingegnere, intorno a £ 1900.<br><br>Data la spesa e considerando che si tratterebbe di opere realizzate quasi ad esclusivo vantaggio dell’affittuario, il Capretti suggerisce alla Comunità di Orbetello (proprietaria della peschiera) di aumentare il canone di affitto nel caso in cui “si risolvesse” alla costruzione dei ponti.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2040.gif) | 1815, aprile 29 | assente | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
[Pianta della via di Mezzo di Orbetello e sue adiacenze] | ![2045 (Nella pianta sono schematicamente riportate la via di Mezzo di Orbetello, con la piazza del Bivacco, la piazzetta dell’Auditore, i vari vicoli che in essa convergono (Vicolo di Samaritani, di Bullica, di Cinelli, di Giannella, di Raffei), gli archi delle Logge e del Padiglione e infine la rivendita di Sali e Tabacchi del sig. Mayer (situata in prossimità della piazza Bivacco) e le varie botteghe di rivendita del sig. Bausani (quella antica, quella provvisoria in prossimità della Cancelleria Comunitativa, quella “fatta chiudere” in prossimità della piazza Bivacco e infine quella che dovrebbe aprire a lato dell’arco del Padiglione). La questione riguarda il rispetto della distanza determinata in “100 passi” che secondo il Sovrano Rescritto deve essere mantenuta fra le due botteghe. Il Vice Vicario di Orbetello incarica quindi l’ing. Caprilli di verificare la distanza fra la bottega del Mayer e quella che il Bausani dovrebbe aprire. <br><br>Dalla relazione scritta dall’ingegnere questa risulterebbe di 109 braccia fiorentine vale a dire 42 passi geometrici (misura toscana) e cioè 42 millesimi di miglio.<br><br>Stando a quanto riportato nella lettera scritta dal Vice Vicario Gentili al Commissario (cc. 371-372, 377-378) il rescritto farebbe però riferimento a “passi naturali” (e non geometrici) e di fatto la distanza rilevata corrisponderebbe a 98 o 102 passi naturali. Nel pieno rispetto della legge quindi, il Bausani può aprire la sua rivendita nella bottega posta a lato dell’arco del Padiglione) non lontano dalla piazza principale.<br><br>La data attribuita alla pianta è quella riportata nella lettera scritta dal Gentili al Commissario.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2045.gif) | [1830, luglio 23] | assente | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
[Pianta dell'abitato di Orbetello] | ![2041 (Si tratta di una piccola pianta policroma dell’abitato di Orbetello con l’indicazione della strada e porta di Terra (1), della Fortezza (2), del passaggio interno delle mura (3), della piazza e porta di stagno (5), degli orti (6), dei bastioni di terra (7), della polveriera (8), del recinto che racchiude la polveriera (9), della “garitta” dove sta la sentinella durante il giorno (10), della “garitta” dove sta durante la notte (11), della Porta dello stagno (12), del “ridosso” di terra che serve da approdo alle barche dello stagno (13), del caseggiato (14), dell’ospedale (15), del vicolo di san Giuseppe (16) e infine dello stagno (17). <br><br>Il disegno è allegato ad una lettera inviata dal Tribunale di Orbetello al Commissario della Provincia Inferiore Senese, nella quale si fa riferimento ad una controversia sorta fra la sentinella addetta alla guardia della Polveriera e gli agenti di polizia, in quanto questa avrebbe tentato di imporgli il divieto di transito lungo la strada che passa davanti alla polveriera costeggiando le mura del paese. Nella lettera si spiega che l’ordine originario che vieta il passaggio per questa strada a civili e militari è stato emesso in precedenza da un’autorità “incompetente” del Comando Militare dei Presidi e che, per il bene della pubblica sicurezza, dovrebbe essere abolito.<br><br>In altra documentazione scritta dal titolo “Memoria dei fatti” (c. 413) invece si afferma che gli agenti di polizia potrebbero introdursi sulle mura anche attraverso altre strade e nel caso in cui a questi “qualche arresto occorresse in prossimità della Sentinella” dovrebbero “rispettando sempre le consegne della medesima e seguendo gli antichi sistemi, chiedere man forte al Militare che all’arresto di cui si trattasse darebbe tutta l’assistenza”. <br><br>La data viene attribuita in base alla documentazione scritta.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2041.gif) | [1825] | assente | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
[Pianta dell'edificio che i sigg. Piccioli e Corsini intendono costruire nella piazza pubblica di Massa Marittima, fra la via di Pantaneto e il palazzo Vescovile] | ![2049 (Si tratta di un semplice schizzo a china che mostra l’abitazione che i sigg. Piccioli e Corsini intendono costruire nella piazza pubblica di Massa Marittima, fra la strada di Pantaneto e il palazzo Vescovile, con l’indicazione delle distanze espresse in braccia.<br><br>La pianta è allegata ad una lettera scritta dal Vescovo di Massa al Commissario di Grosseto, con la quale chiede un intervento per evitare la costruzione di tale edificio, che a suo avviso, oltre a togliere la vista al palazzo Vescovile, restringerebbe la piazza, togliendo del comodo spazio ad uso pubblico. Aggiunge inoltre che la concessione a costruire in quest’area non sarebbe stata preceduta da “alcuna formalità di approvazione” oltre a quella del Giusdicente “che non si dee credere bastante”. <br><br>La data attribuita alla carta è quella riportata nella lettera.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2049.gif) | [1779, gennaio 21] | 1:180 | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
Pianta Forma del Biondi e, Aldi. Loco detto il Santo | ![2069 (Si tratta di un semplice schizzo a china della pianta dei terreni appartenenti a G. Giacomo Aldi e Girolamo Biondi, situati in località il Santo o Renella all’Isola del Giglio, con l’indicazione del terreno conteso o meglio preteso dall’Aldi.<br><br>Nel disegno si riportano le croci di confine fra le proprietà in questione, di cui due “guaste”, le proprietà adiacenti (Andreini, Aldi, Spadoni e Modesti), le Valli del Cannello e del Guadagnino e infine la via di Guadagnino. <br><br>La pianta fa parte della pratica relativa alla causa di confinazione fra il Biondi e l’Aldi.<br><br>La data viene attribuita in base a tale documentazione scritta.<br><br>Si veda anche la c. 283r, Commissario della Provincia Inferiore Senese 831.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2069.gif) | [1782] | assente | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
[Pianta delle proprietà Aldi e Biondi situate in località il Santo o Renella all’isola del Giglio] | ![2070 (Si tratta della pianta delle proprietà Aldi e Biondi situate in località il Santo o Renella all’Isola del Giglio, con l’indicazione del terreno preteso dall’Aldi. Si riportano le croci di confine, le proprietà limitrofe (Bancalà, Andreini, Pini, Spadoni, Modesti e Baffigi) e le valli Maestra e Minore.<br><br>Il disegno fa parte della pratica relativa alla causa di confinazione fra il Biondi e l’Aldi.<br><br>La data viene attribuita in base alla documentazione scritta. <br><br>Si veda anche le cc. 252r-253v, Commissario della Provincia Inferiore Senese 831.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2070.gif) | [1782] | assente | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
Pianta del primo Piano del nuovo Palazzo di Giustizia di Manciano, a cui corrisponde il Secondo Piano, il Pian Terreno in cui v'è di più un piccolo tramezzo nella stanza sotto N. 5 | ![2073 (Si tratta della pianta del primo piano del palazzo pretorio di Manciano, realizzata dal capo mastro Bartolomeo Bondini, nella quale si riportano le indicazioni dei muri vecchi (nero) e nuovi (giallo), e delle stanze che lo compongono (cucina, sala, salotto, stanze da letto, luogo comodo, carcere segreta, passaggio, scala). Il disegno è allegato alla perizia stilata dal Bondini il 26 settembre 1774 in seguito all’ordine ricevuto dal provveditore dell’Uffizio dei Fossi di fare una stima dei lavori precedentemente eseguiti dall’impresario Domenico Pesciulli all’edificio, valutando la qualità dei materiali utilizzati e le modalità di realizzazione del tetto e più in generale dell’intera struttura. <br><br>Nella perizia viene anche fatta una valutazione della spesa relativa ai lavori che devono essere realizzati per far fronte ai danni provocati al palazzo dalla scarsa qualità dell’operato del Pesciulli, contro il quale la comunità di Manciano avanza una causa.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2073.gif) | [1774, settembre 26] | 1:114 | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
Grandezza delle Finestre, che potranno farsi nelle stanze del Nuovo Uffizio in Castel del Piano, per le quali si credono opportune Le Lastre di N. 9 | ![2066 (L’ing. Giovanni Boldrini viene incaricato di visitare le stanze del nuovo edificio, situato a Castel del Piano, in cui dovrebbe trasferirsi il dipartimento dell’Uffizio dei Fossi e delle coltivazioni durante la stagione estiva. Si tratta di stanze che devono essere ristrutturate e che lo stesso proprietario, il capitano Giovan Battista Arrighi, offre in locazione all’uffizio dei Fossi a patto che questo paghi tutte le spese di ristrutturazione. <br><br>Secondo l’ingegnere il costo della ristrutturazione, che comprenderebbe nuovi muri, intonaci, pavimenti, un caminetto “nella stanza intermedia”, nuove porte e l’apertura di cinque finestre, ammonterebbe a £ 1999.<br><br>Il presente disegno, allegato alla perizia da lui scritta il 1 agosto 1798, rappresenta appunto una delle finestre, che dovrà essere realizzata in castagno, con l’indicazione delle dimensioni espresse in braccia.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2066.gif) | [1798, agosto 1] | 1:17 | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
Pianta della Fabbrica della Compagnia Laicale sotto il titolo della Misercordia posta nella Terra di Castel del Piano stata ceduta per la formazione del nuovo Spedale | ![2035 (Nella tavola sono riportate due piante: la prima è quella del fabbricato della Compagnia della Misericordia di Castel del Piano e delle stanze adiacenti cedute per la realizzazione di un nuovo ospedale, mentre la seconda è quella del fabbricato con l'indicazione delle modifiche che devono essere apportate secondo il progetto dell'ing. Boldrini.<br><br>La prima pianta mostra la chiesa con le due cappelle di sant'Antonio e san Nicola, la sagrestia e una stanza al piano terreno. Si riportano anche le indicazioni delle proprietà adiacenti (Casa, Cortile e Orto del Sig. Giovanni Arrighi, Casa e Cortile dell'Arcipretura, Piccolo Campo Santo dell'Arcipretura) e la Via Pubblica. <br><br>La seconda mostra invece il progetto proposto dal Boldrini, che prevede la realizzazione di un'infermeria per gli uomini 'capace di dieci letti, ed in caso di necessità anche di dodici, sufficientemente ariosa, e ventilata mediante Cinque Finestre', un'infermeria delle donne 'capace di sei letti' nella sagrestia, una cappella, una stanza mortuaria e per le sezioni dei cadaveri nella cappella di sant'Antonio, una stanza per la donna di servizio nella cappella di san Nicola, una loggia e infine il deposito della legna nella stanza a piano terreno, dalla quale mediante la porta di lettera 'c' si accede alla cantina. Attraverso la scalinata, nel punto 'a' si accede invece alla stanza della biancheria, al di sopra della quale vi è un'altra stanza 'soffittatta' destinata all'infermiere degli uomini. Sullo stesso pianerottolo si trova un'ulteriore stanza che 'resta sopra la sagrestia' destinanta a 'Cucina a Comune', sopra la quale si trova una soffitta accessibile mediante una scalinata di legno. I muri segnati in pianta di colore giallo sono quelli che secondo il progetto devono essere costruiti.<br><br>La data attribuita alla pianta è quella riportata nella relazione a cui è allegata.<br><br>La carta è segnata come tavola A.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2035.gif) | [1784, ottobre 10] | 1:102 | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
Pianta della Chiesa di Saturnia | ![2024 (Si tratta di una schematica rappresentazione ad acquerello e china della pianta della chiesa di Saturnia, con l'indicazione dei lavori che devono essere eseguiti. La pianta è allegata ad una relazione e ad una perizia delle spese relative al “resarcimento” della chiesa. Nella relazione l'ing. Giovanni Boldrini ne mette in evidenza le pessime condizioni a causa dell'umidità “che procede in parte dal tetto, il quale non avendo alcuna gronda, nel piovere si infradiciano tutte le muraglie, e in parte da tutto il pavimento, che resta inferiore al livello del suolo esteriore, talche per entrarvi deve scendersi uno scalino e questa umidità rendesi tanto più permanente perché la detta chiesa resta anche alquanto scura”. Oltre a questo si aggiunge anche il problema di due sepolture, per la mancanza di lapidi che “sigillino a dovere”.<br><br>L'ingegnere propone di innalzare il pavimento della chiesa (indicato in pianta con le lettere AAA) mediante un ciottolato a secco dalla porta fino al primo scalino del presbiterio, di scavare una “fossetta circondaria”, di riparare le travi del tetto danneggiate dall'acqua e costruire una gronda di ¾ di braccio, di rinforzare e intonacare le pareti ed aprire due finestre nella prima navata (indicate in pianta con la lettera B). Suggerisce inoltre di realizzare due nuove sepolture e una nuova porta di legname. La data attribuita alla carta è quella riportata nella documentazione scritta.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2024.gif) | [1775, agosto 30] | 1:105 | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
Pianta della Casa additta al Curato di Saturnia | ![2025 (Nella tavola sono riportate due piante relative all'abitazione del curato di Saturnia: la prima rappresenta tale abitazione 'nello stato presente', mentre la seconda mostra le modifiche da apportarsi secondo il progetto proposto dall'ing. Boldrini, che prevede la realizzazione di due camere nella stanza A, della camera per il servo nel ricetto D e infine una nuova scalinata esterna. Da una dichiarazione scritta il 16 giugno 1784 da Giacomo Scalabrelli, Camerlengo di Saturnia dal 1774 al 1779, si apprende che la tavola era originariamente allegata ad una perizia, che è stata però smarrita e che tutta la documentazione relativa alla chiesa e alla canonica di Saturnia scritte dall'ing. Boldrini vengono da lui stesso consegnate all'Arciprete Becchini. Si attribuisce al disegno la data riportata nella relazione e perizia relative alla chiesa di Saturnia.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2025.gif) | [1775, agosto 30] | 1:104 | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
Pianta che dimostra La situazione della della Fonte di Sassoforino | ![2089 (E’ in progetto la ristrutturazione della fonte di Sassofortino al fine di garantire agli abitanti del paese “il comodo dell’acqua potabile e del necessario lavatoio”.<br><br>Date le condizioni della fonte costituita da un abbeveratoio “diruto” (C), una presa d’acqua (D) e un lavatoio (E), e in particolare l’instabilità del terreno cretaceo che aveva portato alla rottura del condotto in più punti, viene costruita una nuova fonte nei pressi della sorgente (A) supponendo che all’interno di questo “recipiente” in muratura l’acqua avrebbe potuto “livellarsi e salire a quell’altezza che sarebbe stata necessaria per poterne fare il conveniente uso”.<br><br>Per un errore tecnico la fonte viene però realizzata più alta rispetto alla sorgente non portando al risultato sperato. L’ingegnere Massaini allora, pur considerando più opportuna la realizzazione di una nuova fonte in un sito più stabile e “in molto inferiore” alla sorgente, suggerisce di intervenire sul lavoro già eseguito, scavando il terreno circostante e in qualche modo “approfondare e bene stabilire quanto bisogna” i muri e i fondamenti della fonte. Egli propone poi di far eseguire questo lavoro al muratore Bartolomeo Castellani di Roccastrada, a suo avviso, persona sufficientemente abile e pratica. <br><br>La data attribuita alla pianta è quella riportata nella relazione scritta dal Massaini a cui questa è allegata. <br><br>Si veda anche la c. 692v, ins. 18, Commissario della Provincia Inferiore Senese, 821.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2089.gif) | [1807, febbraio 21] | assente | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
[Progetto della fonte di Sassofortino] | ![2090 (Si tratta del progetto di conduzione delle acque in prossimità dell'abitato di Sassofortino proposto dall’ing. Gaetano Turrini. Egli suggerisce di fare un’allacciatura (C) alla sorgente situata nel castagneto detto “Giardino” dove si trovano le fonti utilizzate dagli abitanti del paese (B) e costruire un canale (D) a tenuta d’acqua in mattoni, dotandolo di pozzi “smaltitoj” (E) fondamentali per rendere “più perfetta l’acqua, cosa troppo necessaria per la salute del genere umano”, in quanto in essi dovrebbero depositarsi “i corpi gravi e le parti terree nell’acqua”.<br><br>Secondo questo progetto, il condotto, oltre al castagneto detto “Giardino” di proprietà del sig. Antonio Fabbroni, dovrebbe attraversare il campo del sig. Valentino Specchini e quello dei sigg. Giuseppe Lotti e Domenico Turacchi prima di giungere alla fonte per l’acqua potabile (G) che sarà realizzata con una copertura a volta, al “beveratoio” per le bestie (H) e al lavatoio (I). <br><br>La data attribuita alla pianta è quella riportata nella relazione scritta dal Turrini, in cui è inserita.<br><br>Si veda anche la c. 684r, ins. 18, Commissario della Provincia Inferiore Senese, 821.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2090.gif) | [1807, luglio 8] | assente | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
[Pianta di una parte delle mura castellane di Batignano, sopra le quali si trovano l'abitazione del sacerdote Francesco Franci e la stanza del sig. Paperini] | ![2064 (Si tratta di un semplice schizzo dell’alzato di una parte delle mura castellane di Batignano sopra le quali si trovano l’abitazione del sacerdote Francesco Franci e la stanza del sig. Paperini. La pianta è allegata ad una lettera scritta al Provveditore dell’Uffizio dei Fossi dal Cancelliere Antonio Alberti, nella quale si spiega che, secondo il Provveditore di Strade e Fabbriche Giuseppe Mugnaini, la risoluzione della controversia sorta fra il Franci e il Paperini in seguito all’apertura da parte del primo di una porta per dare aria alla propria casa e alla costruzione di un terrazzo, consiste nell’innalzamento di un muro per un’altezza pari a tre braccia che “serva da ostacolo” al libero passaggio dall’una all’altra abitazione. Nell’alzato si riportano le due abitazioni (1-2) con relativa porta (A) e finestra (D), il terrazzo costruito dal Franci alto circa un braccio (B) sul quale deve costruirsi, previo consenso dei Rappresentanti della Comunità, il muro in questione, il marciapiede che consente l’accesso alla casa del Paperini, la porta del Castello (E), le mura castellane (F), la porta della Bottega dei signori Franci (G), la porta della stanza del Paperini (H) e infine il tetto delle Logge (I). <br><br>Il disegno viene attribuito al cancelliere Antonio Alberti.<br><br>La data attribuita alla carta è quella riportata nella lettera da lui scritta.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2064.gif) | [1788, settembre 27] | assente | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
Pianta del Palazzo Pretorio di Roccastrada con una aggiunta da farsi al medesimo | ![2087 (Nel foglio sono riportate la pianta del piano terreno e quella del piano a tetto del Palazzo Pretorio di Roccastrada, con l’indicazione dei lavori proposti dall’ingegnere Giovanni Massaini. <br><br>Al piano terreno egli propone la realizzazione di due nuove stanze da destinarsi ad uso di cancelleria e di piccola stalla, la riduzione della stalla utilizzata dal podestà in parte in dispensa e in parte in corridoio e lo spostamento della scalinata (B) di accesso al piano superiore al fine di renderla “più agile”. Anche per quanto riguarda il piano a tetto il progetto prevede la realizzazione di due nuove stanze per uso del podestà e della sua famiglia, lo spostamento del salotto nella stanza della cancelleria, quello della cucina nell’attuale salotto ampliando la stanza fino al nuovo muro divisorio, la realizzazione di una stanza per il personale nella camera del podestà (e) e infine la realizzazione di una stanza “per corredo della nuova cucina” unendo la cucina (f) e il camerino (g). Come specificato in basso a sinistra, i muri segnalati in rosso sono quelli che devono essere realizzati, mentre quelli in nero sono quelli esistenti. I muri tratteggiati sono invece quelli che devono essere demoliti.<br><br>La data attribuita alla tavola è quella riportata nella perizia scritta dal Massaini a cui questa doveva essere originariamente allegata.<br><br>Si veda anche c. 26bis, Commissario della Provincia Inferiore Senese 821.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2087.gif) | [1798, ottobre 3] | assente | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
Disegni dell'Albergo da costruirsi di nuovo al Bagno di Roselle per comodo dei Bagnanti | ![2061 (Nel 1790 l’imprenditore Angelo Pozzesi propone di rimettere in funzione l’antico stabilimento termale di Roselle, a patto che gli venga accordata dal granduca la metà della spesa. <br><br>Pietro Conti, architetto fiorentino delle Regie Fabbriche addetto al controllo delle fortificazioni costiere della Maremma, viene allora incaricato di presentare un progetto di ristrutturazione. <br><br>Visto il totale stato di abbandono e degrado, l’architetto propone di ricostruire le terme partendo da un muro a tenuta che circondi il cratere delle sorgenti e innalzi le acque in maniera tale che possano dirigersi facilmente verso i bagni, e proseguendo poi con la costruzione di una nuova fabbrica accanto al cratere composta da un bagno per gli uomini, uno per le donne, gli spogliatoi con caminetto, due bagni privati, due stanze “con l’acqua a doccia”, un portico esterno per riparo e accesso separato ai due bagni e infine “un recipiente artefatto” che raccolga le acque di scolo utilizzate per le cure del bestiame. L’architetto propone inoltre di costruire, sui ruderi di un’antica osteria situata non lontano dal cratere, un albergo composto da una cucina, una stanza per mangiare dotata di camino, una dispensa, una rimessa, un ricetto, un luogo comune, il quartiere per il custode, e naturalmente un sufficiente numero di camere per il riposo “di chi vuol profittare delle acque suddette”, ossia camere “libere” con caminetto e “dormentori” separati per uomini e donne.<br><br>La presente tavola mostra l’alzato dell’edificio e le piante dei rispettivi tre piani, che risultano però incomplete in quanto non vi sono riportati i numeri delle annotazioni che spiegano la destinazione d’uso di ciascuna stanza. <br><br>Questo nuovo complesso termale, secondo i calcoli del Conti, può essere realizzato con una spesa pari a £ 9200, di cui £ 4300 occorrerebbero per la realizzazione dell’albergo.<br><br>La carta è segnata come tavola C.<br><br>Si vedano anche le cc. 575r bis, 581r, Commissario della Provincia Inferiore Senese 756.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2061.gif) | 1790, maggio 9 | 1:133 | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
Disegni del Bagno di Roselle sù la Strada Regia Grossetana nella Provincia Inferiore di Siena che dimostrano come sarebbe opportuno di ridurlo per comodo del Pubblico | ![2062 (Nel 1790 l’imprenditore Angelo Pozzesi propone di rimettere in funzione l’antico stabilimento termale di Roselle, a patto che gli venga accordata dal granduca la metà della spesa. <br><br>Pietro Conti, architetto fiorentino delle Regie Fabbriche addetto al controllo delle fortificazioni costiere della Maremma, viene allora incaricato di presentare un progetto di ristrutturazione. <br><br>Visto il totale stato di abbandono e degrado, l’architetto propone di ricostruire le terme partendo da un muro a tenuta che circondi il cratere delle sorgenti e innalzi le acque in maniera tale che possano dirigersi facilmente verso i bagni, e proseguendo poi con la costruzione di una nuova fabbrica accanto al cratere composta da un bagno per gli uomini, uno per le donne, gli spogliatoi con caminetto, due bagni privati, due stanze “con l’acqua a doccia”, un portico esterno per riparo e accesso separato ai due bagni e infine “un recipiente artefatto” che raccolga le acque di scolo utilizzate per le cure del bestiame e la gora che porta le acque utilizzate al mulino della Mensa Vescovile. L’architetto propone poi di costruire, sui ruderi di un’antica osteria situata non lontano dal cratere, un albergo composto da cucina, stanza per mangiare e un sufficiente numero di camere per il riposo “di chi vuol profittare delle acque suddette”. <br><br>La presente tavola mostra l’alzato dell’edificio termale con porticato a tre ingressi e tetto con lanterne per l’esalazione del vapore delle acque e la pianta, che risulta però incompleta in quanto non vi sono riportate le lettere delle annotazioni che spiegano la destinazione d’uso di ciascuna stanza. <br><br>Questo nuovo complesso termale, secondo i calcoli del Conti, può essere realizzato con una spesa pari a £ 9200, di cui £ 4900 occorrerebbero per la realizzazione dell’edificio termale.<br><br>La carta è segnata come tavola B.<br><br>Si vedano anche le cc. 575r, 581r, Commissario della Provincia Inferiore Senese 756.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2062.gif) | 1790, maggio 9 | 1:133 | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
Pianta dello Stato attuale del Bagno a Roselle, che si trova Lungo La Regia Strada Grossetana | ![2063 (Nel 1790 l’imprenditore Angelo Pozzesi propone di rimettere in funzione l’antico stabilimento termale di Roselle, a patto che gli venga accordata dal granduca la metà della spesa. <br><br>Pietro Conti, architetto fiorentino delle Regie Fabbriche addetto al controllo delle fortificazioni costiere della Maremma, viene allora incaricato di presentare un progetto di ristrutturazione. <br><br>La presente pianta mostra la situazione delle terme al momento del sopralluogo: “un semplice cratere naturale ove si riuniscono, o’ pollano le acque” (A), una stanza semidiruta (B) un tempo utilizzata come bagno coperto, un bagno secco per il bestiame (C) ed infine la cappella di San Lorenzo al Bagno (D).<br><br>Visto il totale stato di abbandono e degrado, l’architetto propone di ricostruire le terme partendo da un muro a tenuta che circondi il cratere delle sorgenti e innalzi le acque in maniera tale che possano dirigersi facilmente verso i bagni, e proseguendo poi con la costruzione di una nuova fabbrica accanto al cratere composta da un bagno per gli uomini, uno per le donne, gli spogliatoi con caminetto, due bagni privati, due stanze “con l’acqua a doccia”, un portico esterno per riparo e accesso separato ai due bagni e infine “un recipiente artefatto” che raccolga le acque di scolo utilizzate per le cure del bestiame. L’architetto propone poi di costruire, sui ruderi di un’antica osteria (E) situata non lontano dal cratere, un albergo composto da cucina, stanza per mangiare e un sufficiente numero di camere per il riposo “di chi vuol profittare delle acque suddette”. Gli edifici in progetto sono indicati in pianta con una linea rossa tratteggiata. Questo nuovo complesso termale, secondo i calcoli del Conti, può essere realizzato con una spesa pari a £ 9200 (rispettivamente £ 4900 per la fabbrica dei bagni e £ 4300 per l’albergo).<br><br>Si vedano anche le cc. 575r – 575r bis, Commissario della Provincia Inferiore Senese 756.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2063.gif) | 1790, maggio 10 | 1:464 | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
[Pianta del Poggio di Moscona] | ![2056 (Si tratta della pianta del poggio di Moscona con l’indicazione della torre e della vegetazione a simbolo realizzata da Bernardino Tozzetti. Nella nota in basso a destra si può leggere che la superficie del poggio risulta di moggia 85, staia 14, tavole 6. <br><br>Questa fa parte della documentazione presentata da Bernardino Iacomelli per riuscire ad ottenere la totale riunione del pascolo al suolo nel Terzo della Bandita di Mota, a lui concesso a livello con rescritto del 4 novembre 1760.<br><br>La comunità di Batignano intende infatti rilasciare il pascolo per sole 100 moggia, estensione che era stata erroneamente attribuita al Terzo al momento della concessione.<br><br>La data viene attribuita in base alla documentazione scritta.<br><br>Si veda anche la c. 931r, Commissario della Provincia Inferiore Senese.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2056.gif) | [1780] | assente | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
[Pianta del Palazzo Pretorio di Roccastrada con una aggiunta da farsi al medesimo] | ![2088 (Nel foglio sono riportate la piante delle due stanze che devono essere realizzate, secondo il progetto dell’ing. Giovanni Massaini, rispettivamente al piano terreno e al piano a tetto del palazzo Pretorio di Roccastrada. Sono indicati in rosa i muri che devono essere realizzati secondo il progetto descritto nella perizia da lui scritta il 3 ottobre 1798 e in giallo i muri che potrebbero essere realizzati in base ad una possibile variante del progetto. <br><br>Si veda anche c. 26, Commissario della Provincia Inferiore Senese, 821.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2088.gif) | 1798, ottobre 3 | assente | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
Pianta Dimostrativa delle Carceri Del Tribunale di Pitigliano | ![2026 (Si tratta di una schematica rappresentazione a china della pianta del carcere del Tribunale di Pitigliano realizzata dal Cancelliere Gaspero Belleschi e allegata alla supplica da lui stesso scritta il 15 giugno 1782, nella quale chiede la ristrutturazione delle carceri poiché 'sono tutte poco ariose ed anguste'. In particolare, per quanto riguarda la 'carcere pubblica', che prende la luce dal 'Guardiolo dei Famigli' ed è quindi priva di una finestra che dia sull'esterno in grado di garantire il giusto ricambio d'aria e la possibilità per i carcerati di ricevere 'soccorsi caritatevoli', egli propone lo spostamento nella stanza attigua al guardiolo, appartenente al canonico Alessandro Canapiccia. Nel foglio viene riportata la pianta con l'indicazione delle carceri segrete (C) situate lungo la via denominata La Fratta, di quella pubblica (B), del Guardiolo dei Famigli (A), della scalinata che conduce al quartiere del Cancelliere (D) e infine della Bottega del Canapiccia (E) che si affaccia nella piazza di San Pietro. Si indicano inoltre le proprietà adiacenti del Capocacci, del Canapiccia, del sacerdote Ugolini e la casa del Caporale dei Famigli.<br><br>Si vedano anche le cc. 121v-122r, 158-160.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2026.gif) | 1782, giugno 15 | assente | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
Pianta del Piano a terreno del Palazzo Pretorio di Pitigliano ove sono le Carceri | ![2027 (L'ingegnere Giovanni Boldrini, viene incaricato di effettuare un sopralluogo alle carceri del Tribunale di Pitigliano e, dopo un'attenta valutazione delle condizioni, di proporre gli opportuni 'rimedi'. Come lo stesso Cancelliere Gaspero Belleschi, l'ingegnere ritiene necessario l'acquisto della stanza del Canonico Canapiccia, nella quale spostare la 'carcere pubblica'. Egli propone inoltre di creare nell'attuale 'carcere pubblica' una terza 'carcere segreta'.<br><br>Nella pianta, allegata alla relazione e alla perizia di spesa da lui scritte il 10 dicembre 1782, sono indicati con precisione le due carceri segrete (C), quella pubblica (B), il Guardiolo dei Famigli (A), la stanza del Canonico Canapiccia (D) e i lavori che in essa devono essere eseguiti (segnati in giallo) per adeguarla a carcere. <br><br>La carta è segnata come N. 1°.<br><br>La data attribuita alla pianta è quella riportata nella relazione.<br><br>Si vedano anche le cc. 107r, 158-160.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2027.gif) | [1782, dicembre 10] | 1:155 | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
Pianta del Piano a terreno sotto le Carceri del Palazzo Pretorio di Pitigliano, e delle altre Case adiacenti dalla parte della pubb.ca via d.ta la Fratta | ![2028 (Si tratta della pianta del piano terreno situato 'sotto le Carceri' del Palazzo Pretorio di Pitigliano, nel quale si trovano la cantina di Andrea Nizzi, la stalla di Giovanni Battista Allegretti, il terreno della Casa della Comunità addetta al Caporale dei Famigli e la stalla di don Filippo Ugolini, che rimane al disotto di tale abitazione. Si riportano inoltre le vie (Strada della Fratta e Chiasso che va alla Piazza di S. Pietro) e le abitazioni limitrofe di Paolo Leoni e don Filippo Ugolini.<br><br>La pianta è segnata come tavola A e fa parte di un gruppo di piante relative al Palazzo Pretorio inviate dall'ing. Antonio Capretti al Segretario del Consiglio di Finanze insieme ad una 'Memoria Sopra il Palazzo Pretorio di Pitigliano' (cc. 149-153), nella quale espone il suo progetto di ristrutturazione e ampliamento del palazzo al fine 'di riparare' a tutte le 'irregolarità, mancanze e difetti'. <br><br>La data attribuita alla pianta è quella riportata nella lettera che accompagna tutta la documentazione.<br><br>Si vedano anche le cc. 107r, 121v-122r, 158bis, 158ter, 159, 159bis, 159ter, 160.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2028.gif) | [1784, settembre 8] | 1:120 | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
Pianta del Piano a terreno sotto le Carceri del Palazzo Pretorio di Pitigliano, e delle altre Case adiacenti dalla parte della Pubb.ca Via d.ta la Fratta, in cui si dimostra ciò che si propone acquistare per il nuovo Pretorio suddetto | ![2031 (Si tratta della pianta del piano terreno situato 'sotto le Carceri' del Palazzo Pretorio di Pitigliano secondo il progetto dell'ing. Antonio Capretti, che prevede la realizzazione della cantina per il Cancelliere (H) e quella per il Vicario (I) rispettivamente nella stalla di Giovanni Battista Allegretti e nel terreno della casa della Comunità. In rosso viene indicato il muro che deve essere realizzato a chiusura della scalinata che collega il terreno con la casa della Comunità.<br><br>La pianta è segnata come tavola D e fa parte di un gruppo di piante relative al Palazzo Pretorio inviate dall'ing. Antonio Capretti al Segretario del Consiglio di Finanze insieme ad una 'Memoria Sopra il Palazzo Pretorio di Pitigliano' (cc. 149-153), nella quale espone il suo progetto di ristrutturazione e ampliamento del palazzo al fine 'di riparare' a tutte le 'irregolarità, mancanze e difetti'. <br><br>La data attribuita alla pianta è quella riportata nella lettera che accompagna tutta la documentazione.<br><br>Si vedano anche le cc. 107r, 121v-122r, 158, 158bis, 158ter, 159bis, 159ter, 160.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2031.gif) | [1784, settembre 8] | 1:120 | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
Terzo Piano a tetto del nuovo Palzzo Pretorio di Pitigliano | ![2034 (Si tratta della pianta del terzo piano 'a tetto' del nuovo Palazzo Pretorio di Pitigliano con le modifiche proposte dall'ing. Antonio Capretti. In base al suo progetto in questo piano composto da due 'quartieri', uno per il Cancelliere e l'altro per un 'Famiglio', dovrebbero essere rialzate tutte 'le muraglie'.<br><br>La pianta è segnata come tavola G e fa parte di un gruppo di piante relative al Palazzo Pretorio inviate dall'ing. Antonio Capretti al Segretario del Consiglio di Finanze insieme ad una 'Memoria Sopra il Palazzo Pretorio di Pitigliano' (cc. 149-153), nella quale espone il suo progetto di ristrutturazione e ampliamento del palazzo al fine 'di riparare' a tutte le 'irregolarità, mancanze e difetti'. <br><br>La data attribuita alla pianta è quella riportata nella lettera che accompagna tutta la documentazione.<br><br>Si vedano anche le cc. 107r, 121v-122r, 158, 158bis, 158ter, 159, 159bis, 159ter.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2034.gif) | [1784, settembre 8] | 1:120 | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
Secondo Piano del Palazzo dell'antico Pretorio, attualmente addetto alla Meria di Orbetello | ![2038 (Si tratta della pianta del secondo piano del palazzo Pretorio di Orbetello con l’indicazione delle stanze (salone d’ingresso, carcere da destinarsi a camera, salotto, cucina, due camere, dispensa e camera per l’usciere) e dei lavori che devono essere realizzati (indicati in rosso). <br><br>La tavola è allegata ad un preventivo di spesa scritto dall’ing. Grazzini per la ristrutturazione dell’edificio. Il documento è scritto in francese e si tratta di una traduzione del documento originale fatta il 4 novembre 1812.<br><br>Preventivo e pianta sono allegati ad una lettera scritta al Commissario della Provincia Inferiore Senese dal Cancelliere di Orbetello Ugolini il 14 novembre 1815, nella quale egli propone di realizzare l’abitazione del Vicario e del suo Cancelliere nel Palazzo Pretorio e più in generale di compiere un’adeguata ristrutturazione dell’edificio comprese le carceri, togliendo dall’isolamento i due Ministri, dato che vivendo in altro alloggio “la Squadra dei Famigli gli è sempre lontano”, e risolvendo anche il problema dello spostamento dei carcerati al quartiere del Vicario ogni volta che devono “avere dei Costituti”. Nella lettera l’Ugolini chiede inoltre che il Sovrano possa “rilasciar le Somme annue, che paga la Comunità per Tassa di Redenzione, fino alla spesa che porterebbero questi lavori, da rendergliela poi tal Tassa compostamente in £ 1500 l’anno, oltre la Tangente Annuale di detta Tassa”, in modo che la Comunità possa sostenere le spese di ristrutturazione. Assicura infine che non dovendo più pagare “pigioni” per l’alloggio dei Ministri, la Comunità riuscirebbe “senza nessun disastro” a restituire in cinque o sei anni la somma ricevuta in prestito. <br><br>La data attribuita alla pianta è quella riportata nella documentazione scritta a cui questa è allegata.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2038.gif) | [1812, novembre] | assente | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
Pianta del Secondo Piano del Palazzo di Pitigliano addetto al Cancelliere del Tribunale | ![2030 (Si tratta della pianta del secondo piano del Palazzo Pretorio di Pitigliano dove si trova il quartiere del Cancelliere del Tribunale, composto da una grande sala, un salotto, una cucina, due camere e una piccola stanza buia. Sono riportate anche le indicazioni delle abitazioni adiacenti del Capocaccia, di don Filippo Ugolini e della casa del Caporale dei Famigli.<br><br>La pianta è segnata come tavola C e fa parte di un gruppo di piante relative al Palazzo Pretorio inviate dall'ing. Antonio Capretti al Segretario del Consiglio di Finanze insieme ad una 'Memoria Sopra il Palazzo Pretorio di Pitigliano' (cc. 149-153), nella quale espone il suo progetto di ristrutturazione e ampliamento del palazzo al fine 'di riparare' a tutte le 'irregolarità, mancanze e difetti'. <br><br>La data attribuita alla pianta è quella riportata nella lettera che accompagna tutta la documentazione.<br><br>Si vedano anche le cc. 107r, 121v-122r, 158, 158bis, 159, 159bis, 159ter, 160.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2030.gif) | [1784, settembre 8] | 1:120 | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
[Pianta e alzato dell'edificio del Convento dei padri francescani di Massa Marittima, destinato a Seminario] | ![2057 (Nella parte inferiore della prima pagina del “Dettaglio fatto sopra l’atterramento fatto degl’archi nella nuova Fabbrica nell’evacuato Convento de’ minori Conventuali adesso Seminario de’ cherici di detta Città, e Diocesi” si trova la pianta del piano terreno di questo edificio e l’alzato con gli archi realizzati “con un rigoglio di B. 11/2 di mattoni nuovi” (CC) in seguito ai lavori di ristrutturazione ordinati dal Vescovo. Questo infatti, avendo ricevuto il fabbricato dai Padri francescani della città, decide di destinarlo a Seminario. Nell’alzato si riportano anche gli archi che secondo il progetto devono essere realizzati al primo piano (AA) con l’indicazione delle porte di accesso (BB) alle varie stanze. <br><br>Si apprende dal documento che poco dopo la realizzazione dei primi lavori si verifica un crollo inaspettato degli archi che, viste le condizioni dell’edificio, viene considerato dagli esperti del luogo non accidentale, ma “fatto da mano maligna” per mezzo di una leva.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2057.gif) | 1784, novembre 1 | 1:109 | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
[Pianta del fabbricato che comprende la “casamatta” della fortezza dell’isola del Giglio, alcune abitazioni private ed uno stanzino appartenente al sig. Andrea Ducci] | ![2058 (Si tratta della pianta del fabbricato che comprende la “casamatta” della fortezza dell’isola del Giglio (A), alcune abitazioni private (F e G) ed uno stanzino appartenente ad Andrea Ducci (E). In prossimità del fabbricato si trova un appezzamento di terreno (D) in cui i proprietari, tali Francesco e Domenico Denei, intraprendono la costruzione di una casa. Per impedire l’esecuzione dei lavori il sig. Ducci decide di aprire una finestra nella sua stanza. <br><br>La pianta è allegata ad una supplica avanzata dal Ducci affinché possa essere accolta la sua richiesta per il mantenimento della finestra, senza la quale la stanza poteva essere paragonata ad un carcere.<br><br>La data è attribuita in base alla documentazione scritta.<br><br>Si veda anche la. 61v - Commissario della Provincia Inferiore Senese 745.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2058.gif) | [1778] | assente | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
Alzata verso il sito della questione | ![2059 (Si tratta dell’alzato del fabbricato che comprende la “casamatta” della fortezza dell’isola del Giglio, alcune abitazioni private ed uno stanzino appartenente ad Andrea Ducci, che si affaccia su un appezzamento di terreno in cui i proprietari, tali Francesco e Domenico Denei, intraprendono la costruzione di una casa. Per impedire l’esecuzione dei lavori il sig. Ducci decide di aprire una finestra nella sua stanza. <br><br>Nell’alzato si riportano le finestre presenti, fra cui appunto quella aperta dal Ducci. Il disegno è allegato ad una supplica avanzata dal Ducci affinché possa essere accolta la sua richiesta per il mantenimento della finestra, senza la quale la stanza poteva essere paragonata ad un carcere.<br><br>La data è attribuita in base alla documentazione scritta.<br><br>Si veda anche la. 60r - Commissario della Provincia Inferiore Senese 745.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2059.gif) | [1778] | assente | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
Disegno del Palazzo Pubblico di Manciano. Il dì 15 marzo 1767 | ![2037 (Nel foglio sono riportati tre disegni relativi al Palazzo Pretorio di Manciano. In alto si trova il prospetto dell'edificio 'dalla parte di tramontana' (A) con la torre dell'orologio (1), la porta che entra nella sala del palazzo (2), la linea che dimostra l'altezza del piantito (3), le tre finestre della sala (4), della camera (5) e del carcere (6) e infine il muraglione di M. Giacomo Gobbini sul quale deve appoggiarsi il fabbricato che deve essere costruito. Al centro del foglio si trova invece la pianta del piano terreno dell'edificio con l'ampliamento in progetto e la nuova distribuzione degli spazi interni: porta della casa per il custode (1), 'prima carcere' sotto la quale deve essere realizzato 'il Bottino per gli Scoli de' luoghi comuni delle Carceri' (2), stanza al piano terreno del messo (3), spazio per la scalinata della casa del messo (4), muraglione di M. Giacomo Gobbini sul quale deve appoggiarsi la casa del messo (5), stalla 'pel comodo' del podestà e dei famigli (6), stanza sotto la cucina della primo piano (8), sottoscala (9), muro che deve essere demolito (10), magazzino per il servizio della 'carcere pubblica' (11), stanza adibita a carcere (12), stalla (13) e torre (14). In basso viene infine riportato il prospetto dell'edificio 'preso da Ponente' (C) in cui sono segnalate a numero: la cucina (1), la porta maestra (2), l'altezza di quanto deve abbassarsi il primo piano (3), la linea che dimostra la situazione in cui si trova il piano che deve essere abbassato (4), la porta (5) e la finestra (6) che devono essere chiuse, la stanza che si trova al di sopra della cucina del piano terreno (7), la finestra che da luce alla scalina che conduce al piano superiore (8), la cucina del primo piano (9), la camera (10), la torre dell'orologio (11), la stalla (13), il magazzino dove deve essere realizzata la 'carcere pubblica' (14), la camera del servitore del primo piano (15), la camera 'coll'alcova' (16), un’altra cameretta e la stanza dell'udienza (17). Sono anche riportate le indicazioni dei lavori che devono essere eseguiti.<br><br>Fanno parte della documentazione anche altri disegni non cartulati, descritti nelle annotazioni a destra della tavola, che rappresentano rispettivamente il prospetto del nuovo edificio “preso parimente da Tramontana” (B) con l’indicazione a numero delle varie stanze che lo compongono nei vari piani (carceri segrete e pubbliche, cucine, camere) e la torre dell’orologio; la pianta del secondo piano “o sia primo dell’abitazione” (E) con l’indicazione a numero delle stanze (seconda carcere segreta, casa del messo, stanza del Famigli, cucine, pozzi, camere, sala del consiglio, camera per il servitore e torre) e delle modifiche che devono essere apportate e infine la pianta del terzo piano (F), anche in questo caso, con l’indicazione a numero delle varie stanze (carceri, stanza per l’udienza, cucine, camere, stanza per il messo etc.). Nel riquadro in basso delle annotazioni si trova un prospetto relativo al materiale necessario all’esecuzione dei lavori e alla spesa per la “Maestranze”. Nel retro del foglio è invece riportato un prospetto con i prezzi del materiale e il totale della spesa per l’ampliamento dell’edificio. La tavola viene attribuita all’ing. Boldrini in base alla documentazione scritta attinente all’affare.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2037.gif) | 1767, marzo 15 | 1:89 | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
Pianta del Piano terreno dalla parte della Piazza di S. Pietro del Palazzo Pretorio di Pitigliano, e delle altre Case contigue, delle quali si propone l'acquisto | ![2029 (Si tratta della pianta del piano terreno 'dalla parte della Piazza di S. Pietro' del Palazzo Pretorio di Pitigliano (costituito dalle carceri e dalla stanza del Guardiolo dei Famigli) e delle abitazioni ad esso adiacenti: casa di Pier Santi Capocaccia, casa del Canapiccia e Masieri, bottega del Canonico Canapiccia, casa di Don Filippo Ugolini, casa della Comunità addetta al Caporale dei Famigli. La parte appartenente al Palazzo Pretorio è segnalata in rosso. Si indicano inoltre la Strada della Fratta, la Piazza di S. Pietro, il Chiasso che conduce alla Piazza di S. Pietro, nel quale si trova l'arco che collega le due ali della casa dell'Ugolini e infine le proprietà Leoni e Allegretti.<br><br>La pianta è segnata come tavola B e fa parte di un gruppo di piante relative al Palazzo Pretorio inviate dall'ing. Antonio Capretti al Segretario del Consiglio di Finanze insieme ad una 'Memoria Sopra il Palazzo Pretorio di Pitigliano' (cc. 149-153), nella quale espone il suo progetto di ristrutturazione e ampliamento del palazzo al fine 'di riparare' a tutte le 'irregolarità, mancanze e difetti'. <br><br>La data attribuita alla pianta è quella riportata nella lettera che accompagna tutta la documentazione.<br><br>Si vedano anche le cc. 107r, 121v-122r, 158, 158ter, 159, 159bis, 159ter, 160.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2029.gif) | [1784, settembre 8] | 1:120 | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
Progetto di Reduzione, e di aggiunte per il Piano a terreno dalla parte della Piazza di S. Pietro del Palazzo Pretorio di Pitigliano | ![2032 (Si tratta della pianta del piano terreno 'dalla parte della Piazza di S. Pietro' del Palazzo Pretorio di Pitigliano con le modifiche (segnalate in rosso) e gli ampliamenti proposti dall'ing. Antonio Capretti.<br><br>In base al suo progetto, occupando le abitazioni adiacenti del canonico Canapiccia, del Capocacci, della Comunità e di Don Filippo Ugolini, dovrebbero essere realizzate cinque 'carceri segrete' di cui quattro prendono la luce da un cortile interno collegato con il Guardiolo dei Famigli (che rimane inalterato), due 'pubbliche' (una per gli uomini e una per le donne), una stanza per gli arrestati, una per l'Archivio del Tribunale da utilizzarsi anche come stanza per gli esami e per l'Udienza del Cancelliere e infine il quartiere per uno dei Famigli con una stanza al piano superiore.<br><br>Si indicano inoltre la Strada della Fratta, la Piazza di S. Pietro, il Chiasso che conduce alla Piazza di S. Pietro e le proprietà Allegretti e Leoni. <br><br>La pianta è segnata come tavola E e fa parte di un gruppo di piante relative al Palazzo Pretorio inviate dall'ing. Antonio Capretti al Segretario del Consiglio di Finanze insieme ad una 'Memoria Sopra il Palazzo Pretorio di Pitigliano' (cc. 149-153), nella quale espone il suo progetto di ristrutturazione e ampliamento del palazzo al fine 'di riparare' a tutte le 'irregolarità, mancanze e difetti'. <br><br>La data attribuita alla pianta è quella riportata nella lettera che accompagna tutta la documentazione.<br><br>Si vedano anche le cc. 107r, 121v-122r ,158, 158bis, 158ter, 159, 159ter, 160.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2032.gif) | [1784, settembre 8] | 1:120 | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |
Progetto di Reduzione del Piano Secondo del Palzzo Pretorio di Pitigliano | ![2033 (Si tratta della pianta del secondo piano del Palazzo Pretorio di Pitigliano con le modifiche (indicate in rosso) e gli ampliamenti proposti dall'ing. Antonio Capretti.<br><br>In base al suo progetto in questo piano dovrebbero realizzarsi il quartiere del Cancelliere e quello del Vicario. Sono inoltre indicate la Strada della Fratta, la Piazza di S. Pietro, il Chiasso che va alla Piazza di S. Pietro e le proprietà adiacenti del Capocaccia e dell'Allegretti.<br><br>La pianta è segnata come tavola F e fa parte di un gruppo di piante relative al Palazzo Pretorio inviate dall'ing. Antonio Capretti al Segretario del Consiglio di Finanze insieme ad una 'Memoria Sopra il Palazzo Pretorio di Pitigliano' (cc. 149-153), nella quale espone il suo progetto di ristrutturazione e ampliamento del palazzo al fine 'di riparare' a tutte le 'irregolarità, mancanze e difetti'. <br><br>La data attribuita alla pianta è quella riportata nella lettera che accompagna tutta la documentazione.<br><br>Si vedano anche le cc. 107r, 121v-122r, 158, 158bis, 158ter, 159, 159bis, 160.) ...](http://www502.regione.toscana.it/geoscopio/hotlinks/cartografia_storica_regionale/castore2/castore2_thumbnails/2033.gif) | [1784, settembre 8] | 1:120 | ![Scheda di dettaglio](risorse_a_supporto/cartografia_storica_regionale/img/icona_print.gif) |