Logo CArtografia STOrica REgionale
 
Titolo[Podere del Ponte alle Parti]
Datazione1782
AutoriPerondi Antonio Felice
Scala graficacanne 200 di braccia 6 l'una a terra fiorentine
Scala numerica1:5092
Altezza (mm)475
Larghezza (mm)745
Num.fogli/tavole-
Tecnicachina e acquerello
Supportocarta
Orientamentonord-est in alto
Conservazionebuona
ArchivioArchivio di Stato di Firenze
FondoPiante dello Scrittoio delle Regie Possessioni
Descrizione fondoIl fondo copre un arco temporale che va dal XVII al XVIII sec. ed è composto dal materiale cartografico prodotto dai tecnici al servizio di questo ufficio. I documenti sono suddivisi in parte in rotoli o cartelle “Serie Piante Sciolte” (1-644) e in parte in registri o “Tomi” (numerati da 1 a 41).
Lo Scrittoio delle Regie Possessioni fu istituito da Cosimo I de’ Medici per amministrare il patrimonio di famiglia, che consisteva in beni immobili e rendite ed entrate a carattere fiscale.
Le competenze dello Scrittoio delle Regie Possessioni consistevano nell’amministrazione delle fattorie granducali, dei mulini, dei poderi, delle case e delle botteghe (comprese quelle affidate agli ebrei del Ghetto) e nell’amministrazione dei boschi (in parte gestita anche dai Capitani di Parte Guelfa).
In seguito si aggiunsero altri proventi derivanti da numerose privative, come ad esempio l’Azienda della foglia del gelso, l’Azienda del ghiaccio e le entrate delle licenze di caccia e pesca dei laghi di Castiglione della Pescaia e Fucecchio. Lo Scrittoio amministrava inoltre le terre assegnate all’Ordine di Santo Stefano, distribuiva elemosine e doti e allevava cavalli e muli per le scuderie reali (Regie Razze di Pisa).
L'ufficio aveva una sede centrale a Firenze ed alcune sedi periferiche a Siena, Pisa, in Val di Chiana e nella Maremma grossetana, presso la fattoria della Marsiliana.
Diretto inizialmente da un soprintendente generale, o ministro, fu successivamente affidato (1615) ad una Congregazione o Deputazione delle Possessioni, riformata con il motuproprio del 30 luglio 1618.
Fino alla fine del Seicento lo Scrittoio non ebbe personale tecnico proprio, ma si servì degli ingegneri e degli architetti di altri uffici, come dei Capitani di Parte o Ufficiali dei fiumi. Sotto Cosimo III, durante la soprintendenza di Francesco Feroni, fu decretata la nomina di un ingegnere dello Scrittoio e definite in maniera più precisa le norme per il personale tecnico a servizio dell’Ufficio. Da questo momento gli ingegneri erano tenuti a fornire una perizia corredata da una pianta al soprintendente, il quale provvedeva ad approvarla, previo decreto della Congregazione di strade e ponti, e ad inviarne una copia al fattore competente per l'esecuzione dei lavori, mentre una copia veniva archiviata nella cancelleria dello Scrittoio.
In epoca lorenese, dato il cattivo stato dell'amministrazione delle Possessioni, si procedette ad un riassetto dell'ufficio. In primo luogo fu realizzato un censimento delle proprietà, mediante un'intensa ricognizione cartografica che produsse numerose mappe, carte e piante delle fattorie e dei poderi (parallelamente a questa iniziativa vennero realizzati numerosi rilievi architettonici dei palazzi, ville e fabbriche di pertinenza dello Scrittoio delle Fabbriche). Dopo l’istituzione dell’Appalto generale (1740), durante la Reggenza lorenese, furono date in appalto anche le rendite dello Scrittoio che, in quell'occasione, fu posto sotto la giurisdizione della Camera granducale, istituita sempre nel 1740. Con altro motuproprio del dicembre 1777, che sopprimeva la stessa Camera granducale la giurisdizione civile passò all’auditore delle regalie e possessioni. Durante il regno di Pietro Leopoldo, in seguito al motuproprio del 28 marzo 1770 i beni amministrati dalla Scrittoio furono assoggettati alle imposte. Con altro dell’8 agosto 1780 il dipartimento dei boschi veniva aggregato alle Possessioni, così come quello di caccia e pesca il 27 novembre 1781, e quello delle regie razze di Pisa il 4 febbraio 1783. Il 6 aprile 1789 lo Scrittoio delle Possessioni prese il nome di “Amministrazione generale dei patrimoni della corona e personale di Sua Altezza Reale” e passò dalla dipendenza della Segreteria di Finanze a quella della corte.
Il 26 agosto 1802, durante il regno di Lodovico di Borbone, questa amministrazione fu soppressa e le Possessioni, le Regie Fabbriche, il Museo di fisica e di storia naturale e l’Officina delle pietre dure furono inclusi nel demanio e restituiti alle dipendenze della Segreteria di Finanze. Tale struttura durò fino al 1808 quando l’amministrazione dei beni della corona fu affidata ad un Intendente generale.
Nel 1814 lo Scrittoio tornò ad essere un ente autonomo, coordinato da un soprintendente generale che controllava l'operato delle sedi di Firenze, Pisa, Livorno, Orbetello, Arezzo e Grosseto e delle aziende autonome annesse. In seguito, con motuproprio del 6 aprile 1838, l'ufficio fu ristrutturato in una Soprintendenza generale alle Regie Possessioni. Dal 1847 amministrò anche i beni dell'ex-ducato di Lucca e, più avanti, parte dei beni che erano alle dipendenze della soppressa Amministrazione delle Regie Miniere. Con il decreto del 20 novembre 1857 la Soprintendenza fu sostituita dalla Direzione generale dell'Amministrazione dei Regi Possessi, le cui funzioni passarono nel 1863 al Regio Demanio e all'Amministrazione dei beni della Real casa.
SerieTomi
Titolo unità archivisticaTerrilogio, ovvero Campia fatta nell'Anno 1782, da me Antonfelice Perondi, ove sono stati delineati geometricamente tutti i Poderi componenti la Real Fattoria dell'Altopascio, con più i due Boschi sotto il Vocabolo di Serazzara, e Grifoglieto di S.A.R.
Numero unità archivistica28
Descrizione unità archivisticaSi tratta di un volume manoscritto realizzato, come si apprende dal titolo, da Antonfelice Perondi nel 1782 e costituito da c. I iniziale e cc. 1-122 con numerazione a pagina, nelle quali si trovano descrizioni e piante di tutti i poderi e gli appezzamenti di terreno – compresi i boschi di Serezzara e Grifoglieto – che compongono la fattoria di Altopascio, una delle sette fattorie organizzate attorno al padule di Fucecchio.
Titolo sottounità archivistica-
Descrizione sottounità archivistica-
Numero carta49-50
AnnotazioniAl podere del Ponte alle Parti, costituito da soli terreni in colmata, sono stati aggregati il podere del Cerro (con terreno lavorativo vitato e ortivo), il terreno del Gremignaio compreso nella colmata e due appezzamenti di terreno, uno lavorativo “spogliato” e l’altro prativo, adiacenti al padule di Fucecchio. La casa da lavoratore presente nel podere del Ponte alle Parti risulta costituita da quattro stanze su più livelli, un forno con loggetta, un pollaio ed una capanna. Nell’aia si trovano un pozzo “murato” e tre tini di 125 barili ciascuno. La casa del podere del Cerro è invece composta da cinque stanze su più livelli, uno stanzino per i maiali, un forno con loggetta, un pollaio e tre capanne, di cui due “murate”. Nell’aia si trovano un pozzo e tre tini di 115 barili ciascuno. Come si apprende dalla descrizione, “l’acquirente” di questi terreni ha l’obbligo di portare a termine la colmata e fabbricare a giusta distanza due nuove case, in maniera tale da costituire quattro “comodi” poderi. La pianta viene approvata il 7 settembre 1784 dal livellario Giuseppe Salvadori.
Redattore schedaCinzia Bartoli
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