| | Titolo | Pianta del territorio cortonese compreso tra il confino del comune di Valiano e del comune di Montecchio dalla terminazione del 1545 verso il canale Maestro della Chiana e dal ramo di Montecchio per dimostrare la disseccazione delle terre quali sieno ridotte quali a prato e quali sieno ancora scerpose fatta da Placido Ramponi del mese di novembre 1711 | Datazione | 1711, novembre | Autori | Ramponi Placido | Scala grafica | 400 pertiche di piedi 10 l'una misura a terra del comune di cortona | Scala numerica | 1:5250 | Altezza (mm) | 4250 | Larghezza (mm) | 770 | Num.fogli/tavole | - | Tecnica | china e acquerello | Supporto | carta | Orientamento | sud-est in alto | Conservazione | buona | Archivio | Archivio di Stato di Firenze | Fondo | Piante dello Scrittoio delle Regie Possessioni | Descrizione fondo | Il fondo copre un arco temporale che va dal XVII al XVIII sec. ed è composto dal materiale cartografico prodotto dai tecnici al servizio di questo ufficio. I documenti sono suddivisi in parte in rotoli o cartelle “Serie Piante Sciolte” (1-644) e in parte in registri o “Tomi” (numerati da 1 a 41).
Lo Scrittoio delle Regie Possessioni fu istituito da Cosimo I de’ Medici per amministrare il patrimonio di famiglia, che consisteva in beni immobili e rendite ed entrate a carattere fiscale.
Le competenze dello Scrittoio delle Regie Possessioni consistevano nell’amministrazione delle fattorie granducali, dei mulini, dei poderi, delle case e delle botteghe (comprese quelle affidate agli ebrei del Ghetto) e nell’amministrazione dei boschi (in parte gestita anche dai Capitani di Parte Guelfa).
In seguito si aggiunsero altri proventi derivanti da numerose privative, come ad esempio l’Azienda della foglia del gelso, l’Azienda del ghiaccio e le entrate delle licenze di caccia e pesca dei laghi di Castiglione della Pescaia e Fucecchio. Lo Scrittoio amministrava inoltre le terre assegnate all’Ordine di Santo Stefano, distribuiva elemosine e doti e allevava cavalli e muli per le scuderie reali (Regie Razze di Pisa).
L'ufficio aveva una sede centrale a Firenze ed alcune sedi periferiche a Siena, Pisa, in Val di Chiana e nella Maremma grossetana, presso la fattoria della Marsiliana.
Diretto inizialmente da un soprintendente generale, o ministro, fu successivamente affidato (1615) ad una Congregazione o Deputazione delle Possessioni, riformata con il motuproprio del 30 luglio 1618.
Fino alla fine del Seicento lo Scrittoio non ebbe personale tecnico proprio, ma si servì degli ingegneri e degli architetti di altri uffici, come dei Capitani di Parte o Ufficiali dei fiumi. Sotto Cosimo III, durante la soprintendenza di Francesco Feroni, fu decretata la nomina di un ingegnere dello Scrittoio e definite in maniera più precisa le norme per il personale tecnico a servizio dell’Ufficio. Da questo momento gli ingegneri erano tenuti a fornire una perizia corredata da una pianta al soprintendente, il quale provvedeva ad approvarla, previo decreto della Congregazione di strade e ponti, e ad inviarne una copia al fattore competente per l'esecuzione dei lavori, mentre una copia veniva archiviata nella cancelleria dello Scrittoio.
In epoca lorenese, dato il cattivo stato dell'amministrazione delle Possessioni, si procedette ad un riassetto dell'ufficio. In primo luogo fu realizzato un censimento delle proprietà, mediante un'intensa ricognizione cartografica che produsse numerose mappe, carte e piante delle fattorie e dei poderi (parallelamente a questa iniziativa vennero realizzati numerosi rilievi architettonici dei palazzi, ville e fabbriche di pertinenza dello Scrittoio delle Fabbriche). Dopo l’istituzione dell’Appalto generale (1740), durante la Reggenza lorenese, furono date in appalto anche le rendite dello Scrittoio che, in quell'occasione, fu posto sotto la giurisdizione della Camera granducale, istituita sempre nel 1740. Con altro motuproprio del dicembre 1777, che sopprimeva la stessa Camera granducale la giurisdizione civile passò all’auditore delle regalie e possessioni. Durante il regno di Pietro Leopoldo, in seguito al motuproprio del 28 marzo 1770 i beni amministrati dalla Scrittoio furono assoggettati alle imposte. Con altro dell’8 agosto 1780 il dipartimento dei boschi veniva aggregato alle Possessioni, così come quello di caccia e pesca il 27 novembre 1781, e quello delle regie razze di Pisa il 4 febbraio 1783. Il 6 aprile 1789 lo Scrittoio delle Possessioni prese il nome di “Amministrazione generale dei patrimoni della corona e personale di Sua Altezza Reale” e passò dalla dipendenza della Segreteria di Finanze a quella della corte.
Il 26 agosto 1802, durante il regno di Lodovico di Borbone, questa amministrazione fu soppressa e le Possessioni, le Regie Fabbriche, il Museo di fisica e di storia naturale e l’Officina delle pietre dure furono inclusi nel demanio e restituiti alle dipendenze della Segreteria di Finanze. Tale struttura durò fino al 1808 quando l’amministrazione dei beni della corona fu affidata ad un Intendente generale.
Nel 1814 lo Scrittoio tornò ad essere un ente autonomo, coordinato da un soprintendente generale che controllava l'operato delle sedi di Firenze, Pisa, Livorno, Orbetello, Arezzo e Grosseto e delle aziende autonome annesse. In seguito, con motuproprio del 6 aprile 1838, l'ufficio fu ristrutturato in una Soprintendenza generale alle Regie Possessioni. Dal 1847 amministrò anche i beni dell'ex-ducato di Lucca e, più avanti, parte dei beni che erano alle dipendenze della soppressa Amministrazione delle Regie Miniere. Con il decreto del 20 novembre 1857 la Soprintendenza fu sostituita dalla Direzione generale dell'Amministrazione dei Regi Possessi, le cui funzioni passarono nel 1863 al Regio Demanio e all'Amministrazione dei beni della Real casa. | Serie | Tomi | Titolo unità archivistica | [Tavole relative a diverse località della Toscana] | Numero unità archivistica | 3 | Descrizione unità archivistica | La raccolta comprende 37 tavole di dimensioni variabili, che sono state realizzate fra il XVII e il XVIII secolo, e raffigurano diverse località del Granducato di Toscana. | Titolo sottounità archivistica | - | Descrizione sottounità archivistica | - | Numero carta | 6 | Annotazioni | La presente pianta raffigura l’area che si estende lungo il canale maestro della Chiana e il ramo del canale di Montecchio, delimitata dalla linea di confine determinata con la “terminazione” del 1545.
Il disegno, come si apprende dal titolo stesso, viene realizzato per mostrare le estensioni di terreno bonificate e messe a coltura, quelle coltivate a prato e quelle ancora “scerpose” da bonificare, alcuni delle quali sottoposte a colmata con le torbide del rio di Pecciano nuovo, del rio di Pecciano vecchio, del rio di Ceglielo, del rio di Loreto, del reglia dell’Acquatino, del fiume Esse, del reglia di Renzano, del reglia di Mezzo, del fosso della Mucchia, del reglia delle Lepri, del reglia di Farneta, del reglia delle Chianacce e del reglia di Muserone.
Pur essendo vasta l’area bonificata in cui si estendono numerosi poderi, questa pare non prevalere in maniera preponderante sulla superficie palustre, ben rappresentata mettendo in evidenza i vari chiari, in particolare nella zona a confine fra il territorio di Montecchio e quello di Cortona “il chiarone di Montecchio e gorga lunga”. In questa zona si trova anche l’isola del Gaci. Sono indicati con precisione i termini (descritti nelle annotazioni) e le proprietà di confine, fra le quali emergono il podere del Seminario di Cortona, la fattoria delle Chianacce di S.A.R., le Casine della Guardia. Altrettanto accuratamente viene indicata la rete stradale, costituita dalla via che da Valiano va a Foiano e Astrone, dalla via che dalle Casine va al Porto di Bettolle, dalla via che va in Chiana, dalla via dell’Oppierella, dalla via di Sabbiano, dalla via di Creti, dalla via delle Fontanelle, dalla via Ampia, dalla via larga di S. Caterina, dalla via che va ai Prati e dagli stradoni campestri che attraversano e collegano fra loro i vari poderi. | Redattore scheda | Cinzia Bartoli |
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