Logo CArtografia STOrica REgionale
 
TitoloTopografica dell'Argine a destra del Fiume Ombrone fatta nella fine di Maggio dell'Anno MDCCCXV doppo l'immediata esecuzione del restauro generale del medesimo ordinato in difesa della Pianura Grossetana dalla Munificenza Sovrana di S.A.I. e R. FERDINANDO III GRAN DUCA DI TOSCANA
Datazione[1815]
AutoriPasserini Giacomo, ingegnere
Scala graficabraccia fiorentine 100
Scala numerica1:400
Altezza (mm)424
Larghezza (mm)2574
Num.fogli/tavole-
Tecnicachina e acquerello
Supportocarta
Orientamentosud in alto
Conservazionebuona
ArchivioArchivio di Stato di Grosseto
FondoUffizio de' Fossi e delle Coltivazioni di Grosseto
Descrizione fondoQuesta Magistratura fu istituita nel 1592 con il nome di Uffizio patrio de’ fossi, come organo periferico dei Quattro Conservatori. Nel 1694 per ragioni di cattiva amministrazione perse la propria autonomia, riacquistandola progressivamente fra il 1741 e il 1748. In seguito, con l’istituzione della Provincia Inferiore Senese (1766), l’Ufficio subì delle trasformazioni e, riassumendo in sé i poteri esercitati dai Quattro Conservatori, dai Regolatori e dalla Rota, divenne un organismo amministrativo, politico e giudiziario con il nome di Uffizio dei Fossi e delle Coltivazioni di Grosseto. Così riformato, ancora per problemi di cattiva amministrazione, nel 1772 l’ufficio subì un parziale ridimensionamento delle funzioni. Nel 1778 il governo arrivò ad abolire il Magistrato, lasciando però in carica l’ufficio con il compito di gestire le operazioni di alienazione ed allivellazione dei beni comunali e dei pascoli da affrancare. Nel 1781, con la nomina del Ferroni alla direzione dei lavori della grande bonifica maremmana, l’ufficio fu reintegrato nelle sue funzioni. Soppresso nel 1808 dall’amministrazione francese, fu poi ricostituito nel 1814, rimanendo in carica fino al 1825, quando fu istituita la Camera di Soprintendenza Comunitativa.
Anche se sono presenti alcuni documenti risalenti al 1559, si può dire che il fondo copre essenzialmente un arco temporale che va dal XVIII al XIX sec. e raccoglie la documentazione relativa alla contabilità, alle opere pie, agli affari degli ospedali, ai lavori pubblici ed ai pascoli doganali. Sono inoltre presenti sei atlanti relativi ai Circondari di Imposizione, in cui furono suddivisi fra il 1832 e il 1833 i corsi d’acqua delle pianure di Giuncarico, Montepescali, Buriano, Gavorrano e Scarlino, al fine di garantire un’adeguata conservazione e manutenzione dei lavori di bonifica.
SerieAlienazioni dei beni demaniali per vendita, livelli, concessioni delle Comunità, Spedali, Opere Pie
Titolo unità archivisticaFilza IV delle scritture dell'Uffizio dei Fossi di Grosseto [dal 1803] a tutto il 1817
Numero unità archivistica609
Descrizione unità archivistica-
Titolo sottounità archivistica-
Descrizione sottounità archivistica-
Numero carta275
AnnotazioniSi tratta di un'ottima rappresentazione policroma dell'argine destro del fiume Ombrone dalla Tenuta di San Martino (presso il fosso Barchetti) fino al punto in cui questo costeggia la via del Pozzino che da Grosseto conduce alla Trappola presso la tenuta della Migliorina, con l'indicazione delle pedate (di Maganza, de' Mori, delle Vedove, de' Barberi, de' Crespi e Gorarella, del Gramignaio, della Coronella, del Salcino, del'Alberese, del Granduca e di Volta de' Marmi), del canale Navigante, del fosso Maestro di Gorarella, della fossa scavata per togliere le acque alla rotta. L'argine viene 'restaurato' nel 1815 dall'Uffizio dei Fossi di Grosseto in seguito ai danni provocati dalla piena del 17 ottobre del 1813. Si legge nella relazione scritta dal Passerini, alla quale la pianta era originarimante allegata, che nel primo tratto di argine, segnato in pianta con le lettere A ed E, non sono stati effettuati lavori di restauro ma solamente 'accecate alcune buche o zane di spinose, tassi', mentre nel secondo tratto, che va dal punto E al punto Y, l'argine è stato 'rinfiancato' e sono state sistemate alcune 'rotte'. Per quanto riguarda invece l'ultimo tratto dal punto Y al punto segnato con il n. XXI, vengono realizzati dei piccoli restauri. Nella tavola si riportano anche le sezioni trasversali che mostrano le variazioni della larghezza di cresta dell'argine e in particolare lungo l'argine i nomi dei proprietari frontisti e degli affittuari, indicati rispettivamente in rosso e nero (Propositura di Grosseto affittuario Antonio Panacci, cav. Guilio Bianchi con affittuario Francesco Ferri, Antonio Castelli con affittuario Eustachio Tornaini, etc...). A destra del foglio è presente anche una 'descrizione dell'estensione delle fronti de' terreni, che ogni Possidente ha limitrofe all'argine suddetto regolata in Canne di braccia cinque Fiorentine, escluse le pedate, che attraversano il detto argine di Ombrone', nella quale si riportano, oltre ai nomi dei proprietari e degli affittuari, l'ubicazione e l'estensione (misura in piano di campagna, in golena e totale) delle proprietà. L'Uffizio dei Fossi stabilisce infatti di affidare il mantenimento dell'argine ai maggiori limitrofi possidenti. Da notare le loro firme nell'estremità sinistra della tavola a conferma della realizzazione dei lavori effettuati.La data viene attribuita in base alla documentazione scritta. La scala è di pertiche 100 di braccia fiorentine 5 (= 53 mm) per le lunghezze dell'argine, di braccia fiorentine 100 (= 145 mm) per le lunghezze dell'argine e distanze da osservarsi e di braccia fiorentine 50 (= 195 mm) per le sezioni.
Redattore schedaCinzia Bartoli
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