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Titolo[Incannicciata nel lago di Sesto o Bientina]
Datazione[1700-1799]
Autori-
Scala graficaassente
Scala numericaassente
Altezza (mm)430
Larghezza (mm)550
Num.fogli/tavole-
Tecnicachina e acquerello
Supportocarta ruvida su tela
Orientamentonord-ovest in alto
Conservazionediscreta
ArchivioArchivio di Stato di Lucca
FondoOffizio sopra i Paduli di Sesto
Descrizione fondoIl fondo è il frutto del lavoro dell'Offizio omonimo che dal 1560 al 1801 ebbe il compito di provvedere a lavori ordinari e straordinari sui paduli attigui al Lago di Bientina. Il fondo è composto da 27 volumi e 34 buste. Contiene 78 mappe nelle buste numero 45, 46, 48, 58 e 59.
Serie-
Titolo unità archivistica[Mappe varie. Sec. XVI-XVIII]
Numero unità archivistica46
Descrizione unità archivisticaLa busta contiene 24 mappe relative al lago di Sesto collocabili tra XVI e XVIII secolo.
Titolo sottounità archivistica-
Descrizione sottounità archivistica-
Numero carta10
AnnotazioniLa carta raffigura la pianta del lago di Sesto con le sue fosse e i suoi porti, resi gli uni e gli altri in verde misto a marroncino; al centro, in colore rosso, compaiono una piccola casa sull'isolotto e i pagliareti (cfr. scheda 3 ovvero f. 45, 3). Nei pressi del lago la scritta in marrone e stampatello: Lago di Sesto. Al centro del lago la raffigurazione dell'isolotto, con l'iscrizione Isolotto in rosso. In marrone sono colorate delle linee rette o spezzate in vicinanza dell'isolotto, forse gli Incanniciatidi cui si parla, con le misura in braccia delle loro lunghezze, e con numerazione da 1 a 5. Un altro tracciato, tra il porto di Tiglio e la Badia di Sesto, è sottolineato in rosso. Uno degli aspetti principali della carta appare essere proprio il sistema degli incannicciati, che sono definiti con estrema precisione, tanto per l'orientamento quanto per la lunghezza.
Da uno studio dell'ing. Alessandro Manetti , risulta che coloro che usufruivano dei prodotti del lago erigevano ogni anno un incannicciato […..] dalla riva di ponente alla riva di levante del lago. Si tratta di paratie di canne, piantate sul basso fondo del lago, in vicinanza delle sponde: con ogni probabilità un procedimento messo in atto per facilitare le attività di pesca, particolarmente fruttuose proprio nel chiaro del lago; il Repetti riferisce che una parte del lago risultava, al tempo delle sue osservazioni, chiusa da un recinto denominato dai pescatori. I Proventi(1), che veniva concesso dalla comunità di Bientina in affitto ai maggiori offerenti. Fuori dal recinto la pesca risultava, nell'800, libera a tutti. Tale non doveva essere, però, nei secoli passati: abbiamo, ad esempio, documenti che attestano come la Badia di Sesto e quella di Pozzeveri esercitassero un diritto di pesca nelle acque del padule che affittavano regolarmente. Per esempio, nel XIII secolo, il censo del diritto dell'abbazia di Pozzeveri consisteva in….quattro verrocchi di mille anguille e soldi due di moneta lucchese. Il Repetti continua: 'I pesci che ivi si alimentano consistono in luccio, perso, scalbatra, tinca, muggine reina, barbo, gavedano e varie qualità di anguille fra le quali il gavonchio, il marchione, il musino e la lampreda. Fu notato da alcuni che molte delle sufferrite specie di pesci fanno la loro cova dentro il lago piuttosto che nelle porzioni palustri'. Quindi la carta, che riporta in maniera tanto accurata le incannicciate del lago, aveva lo scopo di indicarne la lunghezza e lo spessore, oltre che la posizione, forse per dirimere liti per il diritto di pesca.
Redattore schedaFrancesco Pacini
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