Logo CArtografia STOrica REgionale
 
Titolo[Cartone del lago di Sesto o Bientina verso Porcari]
Datazione[1590]
Autori-
Scala graficaassente
Scala numericaassente
Altezza (mm)800
Larghezza (mm)440
Num.fogli/tavole-
Tecnicaacquerello
Supportocarta ruvida su tela
Orientamentonord in alto
Conservazionemediocre
ArchivioArchivio di Stato di Lucca
FondoOffizio sopra i Paduli di Sesto
Descrizione fondoIl fondo è il frutto del lavoro dell'Offizio omonimo che dal 1560 al 1801 ebbe il compito di provvedere a lavori ordinari e straordinari sui paduli attigui al Lago di Bientina. Il fondo è composto da 27 volumi e 34 buste. Contiene 78 mappe nelle buste numero 45, 46, 48, 58 e 59.
Serie-
Titolo unità archivistica[Mappe varie. Sec. XVI-XVIII]
Numero unità archivistica45
Descrizione unità archivisticaLa busta contiene 29 mappe relative al lago di Sesto collocabili tra XVI e XVIII secolo.
Titolo sottounità archivistica-
Descrizione sottounità archivistica-
Numero carta3
AnnotazioniLa carta è la descrizione del lago di Sesto verso Porcari e dei beni prossimi al padule, situati tra la fossa Nera a destra e la fossa Nuova a sinistra. In basso compare la scritta: Pagliareti ed acqua del lago di Sesto. Le più vecchie testimonianze scritte su Porcari sono custodite, insieme a quelle riguardanti gli altri centri storici rurali della Lucchesia, nei ricchi archivi ecclesiastici lucchesi (Arcivescovile e capitolare). Un fundus regio di notevole estensione è documentato in una carta del 952 (Archivio Arcivescovile di Lucca, 39): un atto di compravendita di terre relativo a terreni in Porcari sui quali esercita il controllo Umberto, Margravio di Tuscia, un personaggio di primo piano nella politica italiana del tempo che, grazie alla sua posizione, aveva accumulato un notevole patrimonio terriero. Le sue proprietà, che comprendevano anche quelle presenti in questa carta, si estendevano fino ad Altopascio lungo la direttrice della via Romea e consentivano il controllo di movimenti di uomini e merci per lungo tratto. Queste terre, proprio per il loro valore, sono state nel tempo oggetto di acquisti e donazioni.
Il lago che va sotto il nome di Chiaro è di solito distinto, anche graficamente dal padule vero e proprio in quanto navigabile ed anche perché sulla sua superficie non vi sono le piante acquatiche che abbondano nel padule. La porzione palustre è costituita dai cosiddetti pagliareti, i quali a loro volta si dividono in terraferma e pollini. Il significato del termine pagliareto non è molto chiaro; appare però più probabile che sia connesso non con l'immediato paglia, ma con il termine paleonella accezione con il quale esso è usato in Lucchesia, cioè erba alta. La presenza nel padule di piante lacustri, genericamente erbe, giustificherebbero il nome.

[Cfr S. Bongi, Archivio di Stato di Lucca, Inventario a stampa, Vol. 1]
Redattore schedaFrancesco Pacini
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