Logo CArtografia STOrica REgionale
 
TitoloPianta della Situazione delli Termini riapposti l'anno 1697 infra lo Stato del Sereniss. Gran Duca di Toscana e lo Stato di Bologna per quanto tiene la Com. di Pavana nel Capitanato della Montagna di Pistoia
Datazione1697
AutoriPeraccini Giuseppe; Bordoni Egidio Maria
Scala graficapassi andanti num. 700
Scala numerica1:11136
Altezza (mm)645
Larghezza (mm)930
Num.fogli/tavole-
Tecnicachina e acquerello
Supportocarta su tela
Orientamentonord in alto
Conservazionebuona
ArchivioArchivio di Stato di Firenze
FondoPiante antiche dei confini
Descrizione fondoLe piante e le carte relative ai confini dello Stato toscano facevano anticamente parte dell'archivio dei Nove conservatori della giurisdizione e del dominio fiorentino, magistratura alla quale era affidata anche la tutela dei confini dello Stato durante il Principato mediceo. Durante il periodo lorenese, una parte delle competenze svolte dagli organi centrali fu trasferita alle nuove comunità istituite o rinnovate, procedendo con l’abolizione nel 1769 delle magistrature dei Nove e dei Capitani di parte ed alla creazione della Camera delle Comunità. Questo nuovo organo, dotato di personale tecnico, ed organizzato in due settori (quello degli affari contenziosi e quello degli affari economici) ebbe anche competenza sulle questioni di confine nonché la gestione del relativo archivio. Con il motuproprio del 5 aprile 1784 l'archivio delle Riformagioni, all'interno del quale era confluito due anni prima anche l'archivio dei Confini, fu trasferito alle dipendenze dell'Avvocato regio (creato nel 1778) a cui fu attribuita anche la funzione giurisdizionale sui confini e la cura del relativo archivio, precedentemente ordinato e inventariato. Il materiale cartografico fu così distinto fra “Piante antiche”, anteriori al 1782, e “Piante moderne”, relative al periodo 1782-1857. Le prime furono raccolte in registri o arrotolate in tubi di ferro detti “cannoni” e suddivise come le filze corrispondenti, alle quali sono collegate mediante rinvii, in nove “caselle” relative ai differenti tratti di confine del Granducato. Le altre, sempre arrotolate in tubi di ferro, furono invece suddivise in sezioni.
Nel periodo della dominazione francese così come al momento della restaurazione del Granducato, nel 1815, le questioni concernenti i confini ed il relativo archivio continuarono ad essere amministrate dall'Avvocato regio.
Serie-
Titolo unità archivisticaCasella IX
Numero unità archivistica9
Descrizione unità archivisticaLa casella contiene la documentazione cartografica relativa alle confinazioni della Valdinievole, del pistoiese e del pisano con Lucca, Modena, Bologna e Vernio. Questa è in parte raccolta in registri ed in parte suddivisa e conservata all'interno di tubi di ferro detti 'cannoni'.
Titolo sottounità archivistica-
Descrizione sottounità archivistica-
Numero carta109
AnnotazioniIl disegno mostra il confine fra il Granducato di Toscana, presso Pavana, e lo Stato di Bologna, presso le comunità di Granaione (Granaglione), Casio e Soviana (Suviana). Si riportano l’abitato di Moscacchia, Pavana e lungo la linea di divisoria, i termini giurisdizionali e gli edifici (casa degli H.H. Pietro Marini, casa di Brunorio Onorati, case di Sabatino Bartoleti e casa degli H.H. di Giuliano Honorati in località “il Pianazzo”; casa di Giacono Macciniin località “i Pianelli”; casa di Domenico di Sabatino Bartoletti; Tabernacolo di Camillo Landi; case di Giovanni Bartoletti e Giovanni Landi sul Poggiolo delle Forche; la casa di Alessandro Pistorozzi; le case del Piano del Cerro; case de’ Gualandi e Mattioli; case del Tonibel; casa Prossima del sig. Girolamo Mellini; Tabernacolo di Serra Marlesca; casa dell’Arciprete del Bagno; casa ruinose; casa di Domenico Taruffi del Bagno; casa degli H.H. di Matteo Valdiseri). Da notare infine il termine indicato con la lettera A, posto alla Serra Marlesca lungo il Reno non lontano della confluenza con il fosso dello Spedaletto, dove si trova un “mulinello”. Questo, come si apprende dalla nota riportata dagli autori sotto il titolo, viene apposto e segnalato in pianta nel 1703, e quindi sei anni dopo rispetto alla realizzazione della tavola, in quanto inizialmente non concordato fra le parti. Il documento è conservato all’interno del cannone 14.
Redattore schedaCinzia Bartoli
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