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TitoloPianta, e disegno della restaurazione, e apposizione delli termini infra la giurisdizione del Sereniss.mo GranDuca per quanto tiene il territorio della Città di Pistoia e quella del Bolognese fatta l'anno 1696 del mese d'ottobre [...]
Datazione1696, ottobre
AutoriPeraccini Giuseppe; Bordoni Egidio Maria
Scala graficapassi andanti 1100
Scala numerica1:11667
Altezza (mm)480
Larghezza (mm)760
Num.fogli/tavole-
Tecnicachina e acquerello
Supportocarta su tela
Orientamentonord-ovest in alto
Conservazionebuona
ArchivioArchivio di Stato di Firenze
FondoPiante antiche dei confini
Descrizione fondoLe piante e le carte relative ai confini dello Stato toscano facevano anticamente parte dell'archivio dei Nove conservatori della giurisdizione e del dominio fiorentino, magistratura alla quale era affidata anche la tutela dei confini dello Stato durante il Principato mediceo. Durante il periodo lorenese, una parte delle competenze svolte dagli organi centrali fu trasferita alle nuove comunità istituite o rinnovate, procedendo con l’abolizione nel 1769 delle magistrature dei Nove e dei Capitani di parte ed alla creazione della Camera delle Comunità. Questo nuovo organo, dotato di personale tecnico, ed organizzato in due settori (quello degli affari contenziosi e quello degli affari economici) ebbe anche competenza sulle questioni di confine nonché la gestione del relativo archivio. Con il motuproprio del 5 aprile 1784 l'archivio delle Riformagioni, all'interno del quale era confluito due anni prima anche l'archivio dei Confini, fu trasferito alle dipendenze dell'Avvocato regio (creato nel 1778) a cui fu attribuita anche la funzione giurisdizionale sui confini e la cura del relativo archivio, precedentemente ordinato e inventariato. Il materiale cartografico fu così distinto fra “Piante antiche”, anteriori al 1782, e “Piante moderne”, relative al periodo 1782-1857. Le prime furono raccolte in registri o arrotolate in tubi di ferro detti “cannoni” e suddivise come le filze corrispondenti, alle quali sono collegate mediante rinvii, in nove “caselle” relative ai differenti tratti di confine del Granducato. Le altre, sempre arrotolate in tubi di ferro, furono invece suddivise in sezioni.
Nel periodo della dominazione francese così come al momento della restaurazione del Granducato, nel 1815, le questioni concernenti i confini ed il relativo archivio continuarono ad essere amministrate dall'Avvocato regio.
Serie-
Titolo unità archivisticaCasella IX
Numero unità archivistica9
Descrizione unità archivisticaLa casella contiene la documentazione cartografica relativa alle confinazioni della Valdinievole, del pistoiese e del pisano con Lucca, Modena, Bologna e Vernio. Questa è in parte raccolta in registri ed in parte suddivisa e conservata all'interno di tubi di ferro detti 'cannoni'.
Titolo sottounità archivistica-
Descrizione sottounità archivistica-
Numero carta108a
AnnotazioniIl disegno mostra il confine fra il territorio pistoiese e quello bolognese, dal ponte dell’Orsigna, dove si trova il primo termine giurisdizionale, fino a Porta Franca. Come possiamo vedere, la linea divisoria segue in parte gli andamenti del fiume Orsigna e della forra di Gnocco, per poi procedere verso la fonte de’ Boni, il Monte Cocomero, la Piaggia Guelfa ed arrivare a Porta Franca. Sono riportati: l’abitato di Pracchia con la chiesa ubicata lungo la strada al ponte dell’Orsigna, una torre lungo la strada appunto detta “della Torre” e la Ferriera sul fiume Reno. Si notino anche “il Botteghino” oltre il ponte e due mulini lungo l’Orsigna. Il documento è conservato all’interno del cannone 13 insieme alla c. 108b.
Redattore schedaCinzia Bartoli
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