Logo CArtografia STOrica REgionale
 
Titolo[Pianta del fiume Teverone per le differenze di confini vertenti fra Terrarossa e Aulla]
Datazione1647
Autoridel Bianco Baccio
Scala graficabraccia 500 a panno fiorentine
Scala numerica1:3333
Altezza (mm)890
Larghezza (mm)1247
Num.fogli/tavole-
Tecnicachina e acquerello
Supportocarta
Orientamentosud in alto
Conservazionedanneggiata
ArchivioArchivio di Stato di Firenze
FondoPiante antiche dei confini
Descrizione fondoLe piante e le carte relative ai confini dello Stato toscano facevano anticamente parte dell'archivio dei Nove conservatori della giurisdizione e del dominio fiorentino, magistratura alla quale era affidata anche la tutela dei confini dello Stato durante il Principato mediceo. Durante il periodo lorenese, una parte delle competenze svolte dagli organi centrali fu trasferita alle nuove comunità istituite o rinnovate, procedendo con l’abolizione nel 1769 delle magistrature dei Nove e dei Capitani di parte ed alla creazione della Camera delle Comunità. Questo nuovo organo, dotato di personale tecnico, ed organizzato in due settori (quello degli affari contenziosi e quello degli affari economici) ebbe anche competenza sulle questioni di confine nonché la gestione del relativo archivio. Con il motuproprio del 5 aprile 1784 l'archivio delle Riformagioni, all'interno del quale era confluito due anni prima anche l'archivio dei Confini, fu trasferito alle dipendenze dell'Avvocato regio (creato nel 1778) a cui fu attribuita anche la funzione giurisdizionale sui confini e la cura del relativo archivio, precedentemente ordinato e inventariato. Il materiale cartografico fu così distinto fra “Piante antiche”, anteriori al 1782, e “Piante moderne”, relative al periodo 1782-1857. Le prime furono raccolte in registri o arrotolate in tubi di ferro detti “cannoni” e suddivise come le filze corrispondenti, alle quali sono collegate mediante rinvii, in nove “caselle” relative ai differenti tratti di confine del Granducato. Le altre, sempre arrotolate in tubi di ferro, furono invece suddivise in sezioni.
Nel periodo della dominazione francese così come al momento della restaurazione del Granducato, nel 1815, le questioni concernenti i confini ed il relativo archivio continuarono ad essere amministrate dall'Avvocato regio.
Serie-
Titolo unità archivisticaCasella VIII
Numero unità archivistica8
Descrizione unità archivisticaLa casella contiene la documentazione cartografica relativa alle confinazioni di Castiglione del Terziere e Pontremoli in Lunigiana con Parma, Genova, Lucca, Massa e feudi dei Malaspina. Questa è in parte raccolta in registri ed in parte suddivisa e conservata all'interno di tubi di ferro detti 'cannoni'.
Titolo sottounità archivistica-
Descrizione sottounità archivistica-
Numero carta91
AnnotazioniLa pianta, disegnata da Baccio del Bianco copiando quella precedentemente realizzata dal perito Francesco Martinelli (c. 90a), raffigura il territorio di Terrarossa che si estende lungo i fiumi Taverone e Civiglia, a confine con Aulla. Sono riportati tutti punti in cui sono state effettuati rilevamenti e misurazioni, le linee divisorie pretese dalle parti ed i relativi termini. Gli abitati e gli insediamenti minori, fra cui il mulino del Torchio oggetto della controversia, sono indicati simbolicamente in prospettiva. L’uso del suolo (perlopiù prati e vetriciaie, ad eccezione dei “campi lavorati arborati e vitati detti delli Castiglioni”) è reso con simboli e sfumo di colore. In basso sono riportati alcuni profili longitudinali, il disegno della muraglia che si trova alla 'paradora del bodale dell’Abbazia' e quello di due termini di confine. La tavola è inoltre arricchita con la “Pianta in Grande del riparo fatto dalli Omini dell’Aulla” e con la 'Pianta del Ponte del Taverone' con il termine misurato da Baccio del Bianco. Il documento è conservato all'interno del cannone 10.
Redattore schedaCinzia Bartoli
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