Logo CArtografia STOrica REgionale
 
TitoloPianta fatta l'Anno 1768 in ordine alle differenze Giurisdizionali insorte tra la Toscana nel Distretto di Fivizzano, ed il Marchesato d'Olivola, per essere stata trovata difettosa, e non eseguibile la Pianta di Confinazione del 1722
Datazione1768
AutoriKindt Giovanni Giorgio
Scala graficapertiche 200 di braccia 5 l'una a panno fiorentine
Scala numerica1:2403
Altezza (mm)478
Larghezza (mm)1610
Num.fogli/tavole-
Tecnicachina e acquerello
Supportocarta
Orientamentoest sud-est in alto
Conservazionebuona
ArchivioArchivio di Stato di Firenze
FondoPiante antiche dei confini
Descrizione fondoLe piante e le carte relative ai confini dello Stato toscano facevano anticamente parte dell'archivio dei Nove conservatori della giurisdizione e del dominio fiorentino, magistratura alla quale era affidata anche la tutela dei confini dello Stato durante il Principato mediceo. Durante il periodo lorenese, una parte delle competenze svolte dagli organi centrali fu trasferita alle nuove comunità istituite o rinnovate, procedendo con l’abolizione nel 1769 delle magistrature dei Nove e dei Capitani di parte ed alla creazione della Camera delle Comunità. Questo nuovo organo, dotato di personale tecnico, ed organizzato in due settori (quello degli affari contenziosi e quello degli affari economici) ebbe anche competenza sulle questioni di confine nonché la gestione del relativo archivio. Con il motuproprio del 5 aprile 1784 l'archivio delle Riformagioni, all'interno del quale era confluito due anni prima anche l'archivio dei Confini, fu trasferito alle dipendenze dell'Avvocato regio (creato nel 1778) a cui fu attribuita anche la funzione giurisdizionale sui confini e la cura del relativo archivio, precedentemente ordinato e inventariato. Il materiale cartografico fu così distinto fra “Piante antiche”, anteriori al 1782, e “Piante moderne”, relative al periodo 1782-1857. Le prime furono raccolte in registri o arrotolate in tubi di ferro detti “cannoni” e suddivise come le filze corrispondenti, alle quali sono collegate mediante rinvii, in nove “caselle” relative ai differenti tratti di confine del Granducato. Le altre, sempre arrotolate in tubi di ferro, furono invece suddivise in sezioni.
Nel periodo della dominazione francese così come al momento della restaurazione del Granducato, nel 1815, le questioni concernenti i confini ed il relativo archivio continuarono ad essere amministrate dall'Avvocato regio.
Serie-
Titolo unità archivisticaCasella VII
Numero unità archivistica7
Descrizione unità archivisticaLa casella contiene la documentazione relativa alle confinazioni di Fivizzano in Lunigiana con Parma, Modena, Massa, Lucca, Genova e feudi dei Malaspina. Questa è in parte raccolta in un registro ed in parte suddivisa e conservata all'interno di tubi di ferro detti 'cannoni'.
Titolo sottounità archivistica-
Descrizione sottounità archivistica-
Numero carta78a
AnnotazioniE’ raffigurata la linea divisoria che separa i territori di Magliano, Agnino, Escaro e Montecorto, e Soliera nel granducato di Toscana dal territorio di Bigliolo nel marchesato di Olivola. Questa pianta va a sostituire, come si evince dal titolo, quella realizzata nel 1722 dall’ingegnere Giovanni Maria Veraci, in quanto “trovata difettosa e non eseguibile”. Come spiegano le annotazioni riportate nei riquadri in basso, le linee rosse dimostrano l’andamento del confine “ritrovato colla misura de’ Terreni descritti agl’Estimi di Magliano, e d’Agnino, e col mezzo de i vecchi Termini esistenti”, mentre le linee nere “que’ siti dove con deviazione ben grande” fu stabilito il confine nella Pianta del 1722. I terreni evidenziati con il colore giallo sono quelli che appartengono al granducato di Toscana e che nell’altra pianta furono attribuiti al marchesato di Olivola, mentre quelli evidenziati in verde sono i terreni appartenenti al marchesato e che viceversa furono posti in precedenza nel Granducato. Per quanto riguarda i terreni in giallo è riportata la suddivisione degli appezzamenti con l’indicazione (nelle annotazioni) dei proprietari, in base agli estimi delle due comunità rispettivamente del 1655 e del 1646. Il documento è conservato all'interno del cannone 6 insieme alla c. 78b.
Redattore schedaCinzia Bartoli
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