Logo CArtografia STOrica REgionale
 
TitoloPianta de' Termini al Monte di Palatina, al Salto della Cervia e al lago di Porta Beltrame fra Pietrasanta Stato dell’A.R. di Toscana e Montignoso Stato dei SS. Lucchesi fatta il dì VIIII agosto MDCCXV
Datazione1715
AutoriMascagni Angiol Maria
Scala graficapertiche 200 di braccia 5 a panno fiorentine
Scala numerica1:3299
Altezza (mm)370
Larghezza (mm)896
Num.fogli/tavole-
Tecnicachina e acquerello
Supportocarta su tela
Orientamentosud-est in alto
Conservazionediscreta
ArchivioArchivio di Stato di Firenze
FondoPiante antiche dei confini
Descrizione fondoLe piante e le carte relative ai confini dello Stato toscano facevano anticamente parte dell'archivio dei Nove conservatori della giurisdizione e del dominio fiorentino, magistratura alla quale era affidata anche la tutela dei confini dello Stato durante il Principato mediceo. Durante il periodo lorenese, una parte delle competenze svolte dagli organi centrali fu trasferita alle nuove comunità istituite o rinnovate, procedendo con l’abolizione nel 1769 delle magistrature dei Nove e dei Capitani di parte ed alla creazione della Camera delle Comunità. Questo nuovo organo, dotato di personale tecnico, ed organizzato in due settori (quello degli affari contenziosi e quello degli affari economici) ebbe anche competenza sulle questioni di confine nonché la gestione del relativo archivio. Con il motuproprio del 5 aprile 1784 l'archivio delle Riformagioni, all'interno del quale era confluito due anni prima anche l'archivio dei Confini, fu trasferito alle dipendenze dell'Avvocato regio (creato nel 1778) a cui fu attribuita anche la funzione giurisdizionale sui confini e la cura del relativo archivio, precedentemente ordinato e inventariato. Il materiale cartografico fu così distinto fra “Piante antiche”, anteriori al 1782, e “Piante moderne”, relative al periodo 1782-1857. Le prime furono raccolte in registri o arrotolate in tubi di ferro detti “cannoni” e suddivise come le filze corrispondenti, alle quali sono collegate mediante rinvii, in nove “caselle” relative ai differenti tratti di confine del Granducato. Le altre, sempre arrotolate in tubi di ferro, furono invece suddivise in sezioni.
Nel periodo della dominazione francese così come al momento della restaurazione del Granducato, nel 1815, le questioni concernenti i confini ed il relativo archivio continuarono ad essere amministrate dall'Avvocato regio.
Serie-
Titolo unità archivisticaCasella VI
Numero unità archivistica6
Descrizione unità archivisticaLa casella contiene la documentazione relativa alle confinazioni del territorio di Pietrasanta con Lucca, Modena e Massa. Questa è in parte raccolta in un registro ed in parte suddivisa e conservata all'interno di tubi di ferro detti 'cannoni'.
Titolo sottounità archivistica-
Descrizione sottounità archivistica-
Numero carta65
AnnotazioniLa pianta raffigura schematicamente l’area compresa fra il lago di Porta Beltrame e la strada Maestra Romana, con l’indicazione dei termini e delle linee di confine pretese rispettivamente dalle comunità di Montignoso e Pietrasanta. Con precisione sono indicati: i termini che si trovano sul Monte di Palatina (nn. 1-4), precisando che il terzo non è più presente; il termine (n. 5) posto sulla strada pubblica del Salto alla Cervia con due stemmi di Pietrasanta, uno scolpito e l’altro il “pietrabianca” posto nella grotta che si trova accanto alla chiesa omonima (7) nella quale si trova lo stemma granducale; la linea (6) che congiunge i termini n. 4 e n. 5; la linea “visuale” di confine pretesa dai lucchesi (8) dal termine n. 4 al n. 13; la linea “divisoria” sempre pretesa dai lucchesi (9) per “non dividere il lago che dimostrativamente, ma solo divisoriamente i terreni intorno al medesimo” e taglia in parte la chiesa; la linea pretesa dagli abitanti di Pietrasanta (10) “per la vera visuale della cresta e spigoli” posti in base alla sentenza del Guinigi sulla base del termine n. 4 fino al termine n. 12 (a forma di falce); la linea sempre pretesa dai pietrasantini (11) “per la vera divisoria […] de’ territori, rispetto al Lago e dei Terreni al Termine subtus Lacum”; il termine n. 14 detto “del Lupascendi” tra Massa e Montignoso; la linea punteggiata (15) che i lucchesi intendono tirare dal termine n. 12 fino alla riva superiore del lago “per dividere le fosse ed i terreni” in maniera tale che il termine in questione limiti solo le acque e la giurisdizione del Lago; la fortezza con il suo corpo di Guardia (16); il bosco di ontani tagliato dal cav. Antonio Marchi di Seravezza (17) ed i terreni “paganti le gravezze a S.A.R., e livellari della Comunità di Pietrasanta, posseduti inoggi dalla Compagnia del Santissimo Sagramento di Seravezza” (18). In basso sono riportati i disegni delle tre tipologie dei termini: a “mandorla” come quelli che si trovano sul monte di Palatina, “quadrilungo” come il termine n. 4 che si trova all’estremità del monte e infine a semicerchio o a falce come il termine n. 12. La scala per questi disegni è di braccia 5 fiorentine (= 75 mm). Il documento è conservato all'interno del cannone 3.
Redattore schedaCinzia Bartoli
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