| | Titolo | Pianta, o mappa della Confinazione, e Terminazione del Letto del Torrente Ania dal luogo detto la Chiusa fino al suo sbocco nel Fiume Serchio rifatta questo presente anno 1762 da noi sottoscritti | Datazione | 1762, ottobre 25 | Autori | Pellegrini Pietro, ingegnere della Serenissima Repubblica di Lucca; Mascagni Angiol Maria, ingegnere di S.M. Imperiale | Scala grafica | canne o pertiche 100 di braccia 5 l'una a panno fiorentine | Scala numerica | 1:1896 | Altezza (mm) | 407 | Larghezza (mm) | 1398 | Num.fogli/tavole | - | Tecnica | china e acquerello | Supporto | carta | Orientamento | nord-ovest in alto | Conservazione | buona | Archivio | Archivio di Stato di Firenze | Fondo | Piante antiche dei confini | Descrizione fondo | Le piante e le carte relative ai confini dello Stato toscano facevano anticamente parte dell'archivio dei Nove conservatori della giurisdizione e del dominio fiorentino, magistratura alla quale era affidata anche la tutela dei confini dello Stato durante il Principato mediceo. Durante il periodo lorenese, una parte delle competenze svolte dagli organi centrali fu trasferita alle nuove comunità istituite o rinnovate, procedendo con l’abolizione nel 1769 delle magistrature dei Nove e dei Capitani di parte ed alla creazione della Camera delle Comunità. Questo nuovo organo, dotato di personale tecnico, ed organizzato in due settori (quello degli affari contenziosi e quello degli affari economici) ebbe anche competenza sulle questioni di confine nonché la gestione del relativo archivio. Con il motuproprio del 5 aprile 1784 l'archivio delle Riformagioni, all'interno del quale era confluito due anni prima anche l'archivio dei Confini, fu trasferito alle dipendenze dell'Avvocato regio (creato nel 1778) a cui fu attribuita anche la funzione giurisdizionale sui confini e la cura del relativo archivio, precedentemente ordinato e inventariato. Il materiale cartografico fu così distinto fra “Piante antiche”, anteriori al 1782, e “Piante moderne”, relative al periodo 1782-1857. Le prime furono raccolte in registri o arrotolate in tubi di ferro detti “cannoni” e suddivise come le filze corrispondenti, alle quali sono collegate mediante rinvii, in nove “caselle” relative ai differenti tratti di confine del Granducato. Le altre, sempre arrotolate in tubi di ferro, furono invece suddivise in sezioni.
Nel periodo della dominazione francese così come al momento della restaurazione del Granducato, nel 1815, le questioni concernenti i confini ed il relativo archivio continuarono ad essere amministrate dall'Avvocato regio. | Serie | - | Titolo unità archivistica | Casella V | Numero unità archivistica | 5 | Descrizione unità archivistica | La casella contiene la documentazione relativa alle confinazioni del barghigiano con Lucca e Modena. Questa è in parte raccolta in un registro ed in parte suddivisa e conservata all'interno di tubi di ferro detti 'cannoni'. | Titolo sottounità archivistica | - | Descrizione sottounità archivistica | - | Numero carta | 61 | Annotazioni | Il disegno raffigura il corso del fiume Ania, che divide il territorio di Barga da quello di Coreglia, da “la Chiusa” fino al suo sbocco nel Serchio, con la precisa indicazione dei termini di confine. La rappresentazione mette in evidenza anche l’uso del suolo e la dislocazione degli edifici lungo il fiume. Da una parte, ossia in territorio barghigiano, si trovano la fornace del Guidi, il mulino di Francesco Merrighi, il mulino dell’Alf. Giuliano Carrara, il mulino del sig. Alf. Cammillo Carrara ed il mulino di Pier Santi Giannotti, mentre dall’altra il mulino del sig. cap. Giovan Piero Bernardini. Il documento è conservato all'interno del cannone 14. | Redattore scheda | Cinzia Bartoli |
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