Logo CArtografia STOrica REgionale
 
TitoloPianta della confinazione tra Barga e il Modenese copiata dal suo originale antico esistente nell’Archivio ferrato alla casella 5, al n. 24 e servita per il negoziato del 1695 circa la reconfinazione e restaurazione che si fece allora di quei Termini dividenti lo Stato fiorentino dal Modenese]
Datazione1685, 22 ottobre
Autori-
Scala graficapertiche 400
Scala numerica1:9314
Altezza (mm)560
Larghezza (mm)850
Num.fogli/tavole-
Tecnicachina e acquerello
Supportocarta
Orientamentoassente
Conservazionediscreta
ArchivioArchivio di Stato di Firenze
FondoPiante antiche dei confini
Descrizione fondoLe piante e le carte relative ai confini dello Stato toscano facevano anticamente parte dell'archivio dei Nove conservatori della giurisdizione e del dominio fiorentino, magistratura alla quale era affidata anche la tutela dei confini dello Stato durante il Principato mediceo. Durante il periodo lorenese, una parte delle competenze svolte dagli organi centrali fu trasferita alle nuove comunità istituite o rinnovate, procedendo con l’abolizione nel 1769 delle magistrature dei Nove e dei Capitani di parte ed alla creazione della Camera delle Comunità. Questo nuovo organo, dotato di personale tecnico, ed organizzato in due settori (quello degli affari contenziosi e quello degli affari economici) ebbe anche competenza sulle questioni di confine nonché la gestione del relativo archivio. Con il motuproprio del 5 aprile 1784 l'archivio delle Riformagioni, all'interno del quale era confluito due anni prima anche l'archivio dei Confini, fu trasferito alle dipendenze dell'Avvocato regio (creato nel 1778) a cui fu attribuita anche la funzione giurisdizionale sui confini e la cura del relativo archivio, precedentemente ordinato e inventariato. Il materiale cartografico fu così distinto fra “Piante antiche”, anteriori al 1782, e “Piante moderne”, relative al periodo 1782-1857. Le prime furono raccolte in registri o arrotolate in tubi di ferro detti “cannoni” e suddivise come le filze corrispondenti, alle quali sono collegate mediante rinvii, in nove “caselle” relative ai differenti tratti di confine del Granducato. Le altre, sempre arrotolate in tubi di ferro, furono invece suddivise in sezioni.
Nel periodo della dominazione francese così come al momento della restaurazione del Granducato, nel 1815, le questioni concernenti i confini ed il relativo archivio continuarono ad essere amministrate dall'Avvocato regio.
Serie-
Titolo unità archivisticaCasella V
Numero unità archivistica5
Descrizione unità archivisticaLa casella contiene la documentazione relativa alle confinazioni del barghigiano con Lucca e Modena. Questa è in parte raccolta in un registro ed in parte suddivisa e conservata all'interno di tubi di ferro detti 'cannoni'.
Titolo sottounità archivistica-
Descrizione sottounità archivistica-
Numero carta54a
AnnotazioniLa presente pianta, copiata dall’originale conservato nell’Archivio ferrato dei Nove Conservatori, raffigura la zona di confine fra Barga e il modenese. Si tratta di una rappresentazione, utilizzata per il negoziato del 1695, riporta i corsi d’acqua, alcune strade, le boscaglie ed in particolare i diversi punti presi a riferimento per l’esatta determinazione della linea divisoria: il giogo più alto delle Alpi (A), il monte Borretito (B) così denominato dai barghigiani, il monte Figurito (C) sempre denominato dai barghigiani, il monte della Verrucola (D), il luogo in cui è stato trovato un termine con tre croci (H), il rio delle Fontanacce (O), il rio di Fialbuco (P), il luogo che i barghigiani chiamano “malpasso” (Q), il luogo in cui secondo i barghigiani “furono pigliati i prigioni” (S), il lago Santo ed infine il rio che esce dal lago (X). La pianta è conservata all’interno del cannone n. 7 insieme ad altre tre copie (cc. 54b, 54c e 54d).
Redattore schedaCinzia Bartoli
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