| | Titolo | Pianta del corso del fiume Ania | Datazione | 1685, aprile 27 | Autori | Azzi Giovanni, ingegnere della Repubblica di Lucca; Lorain Giovanni Cristofano, sergente maggiore di S.A.R. | Scala grafica | pertiche lucchesi 100 che fanno pertiche barghigiane 91 2/3 | Scala numerica | 1:1867 | Altezza (mm) | 357 | Larghezza (mm) | 1565 | Num.fogli/tavole | - | Tecnica | china e acquerello | Supporto | carta | Orientamento | nord nord-est in alto | Conservazione | discreta | Archivio | Archivio di Stato di Firenze | Fondo | Piante antiche dei confini | Descrizione fondo | Le piante e le carte relative ai confini dello Stato toscano facevano anticamente parte dell'archivio dei Nove conservatori della giurisdizione e del dominio fiorentino, magistratura alla quale era affidata anche la tutela dei confini dello Stato durante il Principato mediceo. Durante il periodo lorenese, una parte delle competenze svolte dagli organi centrali fu trasferita alle nuove comunità istituite o rinnovate, procedendo con l’abolizione nel 1769 delle magistrature dei Nove e dei Capitani di parte ed alla creazione della Camera delle Comunità. Questo nuovo organo, dotato di personale tecnico, ed organizzato in due settori (quello degli affari contenziosi e quello degli affari economici) ebbe anche competenza sulle questioni di confine nonché la gestione del relativo archivio. Con il motuproprio del 5 aprile 1784 l'archivio delle Riformagioni, all'interno del quale era confluito due anni prima anche l'archivio dei Confini, fu trasferito alle dipendenze dell'Avvocato regio (creato nel 1778) a cui fu attribuita anche la funzione giurisdizionale sui confini e la cura del relativo archivio, precedentemente ordinato e inventariato. Il materiale cartografico fu così distinto fra “Piante antiche”, anteriori al 1782, e “Piante moderne”, relative al periodo 1782-1857. Le prime furono raccolte in registri o arrotolate in tubi di ferro detti “cannoni” e suddivise come le filze corrispondenti, alle quali sono collegate mediante rinvii, in nove “caselle” relative ai differenti tratti di confine del Granducato. Le altre, sempre arrotolate in tubi di ferro, furono invece suddivise in sezioni.
Nel periodo della dominazione francese così come al momento della restaurazione del Granducato, nel 1815, le questioni concernenti i confini ed il relativo archivio continuarono ad essere amministrate dall'Avvocato regio. | Serie | - | Titolo unità archivistica | Casella V | Numero unità archivistica | 5 | Descrizione unità archivistica | La casella contiene la documentazione relativa alle confinazioni del barghigiano con Lucca e Modena. Questa è in parte raccolta in un registro ed in parte suddivisa e conservata all'interno di tubi di ferro detti 'cannoni'. | Titolo sottounità archivistica | - | Descrizione sottounità archivistica | - | Numero carta | 52a | Annotazioni | La pianta raffigura il corso dell’Ania che separa il territorio di Barga da quello di Coreglia, nel tratto compreso fra i monti di Latrina e Curchio fino alla confluenza nel fiume Serchio. Sono riportati con precisione gabbioni, cavalletti e muricce presenti lungo il corso del torrente e i vari opifici. In territorio barghigiano si segnalano: la ferriera ed il mulino del Guidi presso poggio di Seggio, un secondo mulino del Guidi con distendino, la ferriera del Gianneli ed il mulino del Giannelli presso Filecchio; mentre in territorio lucchese: la fornace del Pellegrini, il mulino di Pennatino ed un mulinetto disfatto. Le linee nere punteggiate e numerate indicano, come spiegato nel titolo, “l’ordinamento” tenuto nel realizzare il disegno. La scala è riportata anche in misura barghigiana e cioè di pertiche barghigiane 100 (= 171 mm). All’interno del cannone 5, in cui è conservata questa pianta è presente una copia in carta su tela (c. 52b), sul retro della quale si legge “Copia di Pianta dell’Ania, Fiume che confina Barga con Lucca, mandata dal Sig. Serg.te Maggior Lorain di Livorno”. | Redattore scheda | Cinzia Bartoli |
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