Logo CArtografia STOrica REgionale
 
Titolo[Pianta del corso ed adiacenze del fiume Ania dal molino di Pennatino fino al suo ingresso nel Serchio]
Datazione1683, novembre
AutoriCiaccheri Giuliano
Scala graficapertiche 100 di braccia 5 l'una barghigiane
Scala numerica1:1899
Altezza (mm)280
Larghezza (mm)854
Num.fogli/tavole-
Tecnicachina e acquerello
Supportocarta su tela
Orientamentosud-est in alto
Conservazionebuona
ArchivioArchivio di Stato di Firenze
FondoPiante antiche dei confini
Descrizione fondoLe piante e le carte relative ai confini dello Stato toscano facevano anticamente parte dell'archivio dei Nove conservatori della giurisdizione e del dominio fiorentino, magistratura alla quale era affidata anche la tutela dei confini dello Stato durante il Principato mediceo. Durante il periodo lorenese, una parte delle competenze svolte dagli organi centrali fu trasferita alle nuove comunità istituite o rinnovate, procedendo con l’abolizione nel 1769 delle magistrature dei Nove e dei Capitani di parte ed alla creazione della Camera delle Comunità. Questo nuovo organo, dotato di personale tecnico, ed organizzato in due settori (quello degli affari contenziosi e quello degli affari economici) ebbe anche competenza sulle questioni di confine nonché la gestione del relativo archivio. Con il motuproprio del 5 aprile 1784 l'archivio delle Riformagioni, all'interno del quale era confluito due anni prima anche l'archivio dei Confini, fu trasferito alle dipendenze dell'Avvocato regio (creato nel 1778) a cui fu attribuita anche la funzione giurisdizionale sui confini e la cura del relativo archivio, precedentemente ordinato e inventariato. Il materiale cartografico fu così distinto fra “Piante antiche”, anteriori al 1782, e “Piante moderne”, relative al periodo 1782-1857. Le prime furono raccolte in registri o arrotolate in tubi di ferro detti “cannoni” e suddivise come le filze corrispondenti, alle quali sono collegate mediante rinvii, in nove “caselle” relative ai differenti tratti di confine del Granducato. Le altre, sempre arrotolate in tubi di ferro, furono invece suddivise in sezioni.
Nel periodo della dominazione francese così come al momento della restaurazione del Granducato, nel 1815, le questioni concernenti i confini ed il relativo archivio continuarono ad essere amministrate dall'Avvocato regio.
Serie-
Titolo unità archivisticaCasella V
Numero unità archivistica5
Descrizione unità archivisticaLa casella contiene la documentazione relativa alle confinazioni del barghigiano con Lucca e Modena. Questa è in parte raccolta in un registro ed in parte suddivisa e conservata all'interno di tubi di ferro detti 'cannoni'.
Titolo sottounità archivistica-
Descrizione sottounità archivistica-
Numero carta51
AnnotazioniLa pianta raffigura il corso dell’Ania, compreso fra il Molino di Pennatino e il punto di confluenza nel fiume Serchio, che fa da confine fra i territori di Barga e Coreglia. Sono riportate la suddivisione dei terreni con i nomi dei proprietari e l’indicazione di tutti i lavori fatti lungo la riva destra e sinistra del fiume rispettivamente dai coregliani e dai barghigiani. In particolare: con le lettere AA e BB è indicato il canale che si suppone fatto in base alla “Transazione ed accordo del 1604”; con la lettera CC “la pretensione” del sig. Vannucconi ingegnere lucchese, che avrebbe voluto dare al letto del fiume un andamento più regolare; con le lettere DD un argine di sasso che mostra le vestigia di un canale fatto fare dal Ramponi per uso dei Barghigiani; con le lettere EE la cavallata fatta dai lucchesi a danno dei beni dei barghigiani. Nelle annotazioni riportate in alto a destra è spiegato che i lavori fatti dai barghigiani sono necessari per la difesa dei terreni, mentre quelli realizzati in territorio lucchese sono stati realizzati al solo scopo di “acquistare”, in quanto sono presenti rive altissime e sicure, poco bisognose di ripari. Il documento è conservato all'interno del cannone 4.
Redattore schedaCinzia Bartoli
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