Logo CArtografia STOrica REgionale
 
TitoloConfine controverso fra S. Soffìa e Bascio
Datazione1698, ottobre 12
AutoriBuonenove Dario Giuseppe
Scala graficacanne 100 a terra fiorentine
Scala numerica1:1192
Altezza (mm)746
Larghezza (mm)925
Num.fogli/tavole-
Tecnicachina e acquerello
Supportocarta su tela
Orientamentosud-est in alto
Conservazionebuona
ArchivioArchivio di Stato di Firenze
FondoPiante antiche dei confini
Descrizione fondoLe piante e le carte relative ai confini dello Stato toscano facevano anticamente parte dell'archivio dei Nove conservatori della giurisdizione e del dominio fiorentino, magistratura alla quale era affidata anche la tutela dei confini dello Stato durante il Principato mediceo. Durante il periodo lorenese, una parte delle competenze svolte dagli organi centrali fu trasferita alle nuove comunità istituite o rinnovate, procedendo con l’abolizione nel 1769 delle magistrature dei Nove e dei Capitani di parte ed alla creazione della Camera delle Comunità. Questo nuovo organo, dotato di personale tecnico, ed organizzato in due settori (quello degli affari contenziosi e quello degli affari economici) ebbe anche competenza sulle questioni di confine nonché la gestione del relativo archivio. Con il motuproprio del 5 aprile 1784 l'archivio delle Riformagioni, all'interno del quale era confluito due anni prima anche l'archivio dei Confini, fu trasferito alle dipendenze dell'Avvocato regio (creato nel 1778) a cui fu attribuita anche la funzione giurisdizionale sui confini e la cura del relativo archivio, precedentemente ordinato e inventariato. Il materiale cartografico fu così distinto fra “Piante antiche”, anteriori al 1782, e “Piante moderne”, relative al periodo 1782-1857. Le prime furono raccolte in registri o arrotolate in tubi di ferro detti “cannoni” e suddivise come le filze corrispondenti, alle quali sono collegate mediante rinvii, in nove “caselle” relative ai differenti tratti di confine del Granducato. Le altre, sempre arrotolate in tubi di ferro, furono invece suddivise in sezioni.
Nel periodo della dominazione francese così come al momento della restaurazione del Granducato, nel 1815, le questioni concernenti i confini ed il relativo archivio continuarono ad essere amministrate dall'Avvocato regio.
Serie-
Titolo unità archivisticaCasella IV
Numero unità archivistica4
Descrizione unità archivisticaLa casella contiene la documentazione relativa alle confinazioni del Mugello e della Romagna toscana con lo Stato della Chiesa. Questa è in parte raccolta in un registro ed in parte suddivisa e conservata all'interno di tubi di ferro detti 'cannoni'.
Titolo sottounità archivistica-
Descrizione sottounità archivistica-
Numero carta43
AnnotazioniLa pianta è stata realizzata dall’ingegnere Dario Giuseppe Buonenove per risolvere la controversia di confine fra Bascio e Santa Sofia. L’ingegnere riporta tutti i punti in cui secondo le parti dovrebbe passare il confine ed in particolare traccia le diverse linee divisorie in base a quanto preteso. Con precisione: la linea AMB che sta ad indicare il tratto controverso nel confine della Cicognania; la linea ADF che dimostra la terminazione “creduta vera” dei confini fra i due luoghi che passa per il punto D considerato “vero quarto termine”; la linea ACL che dimostra la falsa posizione del quarto termine in C; la linea BCL che dimostra l’errata posizione del punto B preteso dagli uomini di Bascio posto il quarto termine in C; la linea MCF che dimostra la terminazione dei confini considerando il punto C come il “vero quarto termine”; la linea di terminazione BG che è pretesa dal comune di Bascio; la linea di terminazione GN pretesa scendendo verso il fiume; le linee GDO e GDP che dimostrano l’errata posizione del punto G come “primo termine”. Viene inoltre indicato con le lettere AMF il triangolo di terreno che sarebbe tolto al territorio di S. Sofia considerando il punto C come quarto termine e conducendo la linea di confine fino al punto F sulla ripa di Luchino. La rappresentazione inoltre, mette bene in evidenza l’uso e la sistemazione del suolo (il tutto restituito mediante l’uso di sfumo di colore e simboli) e la suddivisione dei diversi campi, perlopiù boschivi e lavorativi, indicando per ciascuno il nome del proprietario e l’appartenenza all’uno o all’altro territorio. Il documento è conservato all'interno del cannone 2.
Redattore schedaCinzia Bartoli
[Nuova ricerca]