Logo CArtografia STOrica REgionale
 
Titolo[Canale della Chiana tra le località di Chiusi e Città della Pieve]
Datazione1608
AutoriRainaldi Geronimo, architetto del Popolo Romano; Mechini Gherardo, architetto del Granduca di Toscana
Scala graficabraccia 1000
Scala numerica1:6444
Altezza (mm)851
Larghezza (mm)1120
Num.fogli/tavole-
Tecnicachina
Supportocarta
Orientamentoovest in alto
Conservazionepessima
ArchivioArchivio di Stato di Firenze
FondoPiante antiche dei confini
Descrizione fondoLe piante e le carte relative ai confini dello Stato toscano facevano anticamente parte dell'archivio dei Nove conservatori della giurisdizione e del dominio fiorentino, magistratura alla quale era affidata anche la tutela dei confini dello Stato durante il Principato mediceo. Durante il periodo lorenese, una parte delle competenze svolte dagli organi centrali fu trasferita alle nuove comunità istituite o rinnovate, procedendo con l’abolizione nel 1769 delle magistrature dei Nove e dei Capitani di parte ed alla creazione della Camera delle Comunità. Questo nuovo organo, dotato di personale tecnico, ed organizzato in due settori (quello degli affari contenziosi e quello degli affari economici) ebbe anche competenza sulle questioni di confine nonché la gestione del relativo archivio. Con il motuproprio del 5 aprile 1784 l'archivio delle Riformagioni, all'interno del quale era confluito due anni prima anche l'archivio dei Confini, fu trasferito alle dipendenze dell'Avvocato regio (creato nel 1778) a cui fu attribuita anche la funzione giurisdizionale sui confini e la cura del relativo archivio, precedentemente ordinato e inventariato. Il materiale cartografico fu così distinto fra “Piante antiche”, anteriori al 1782, e “Piante moderne”, relative al periodo 1782-1857. Le prime furono raccolte in registri o arrotolate in tubi di ferro detti “cannoni” e suddivise come le filze corrispondenti, alle quali sono collegate mediante rinvii, in nove “caselle” relative ai differenti tratti di confine del Granducato. Le altre, sempre arrotolate in tubi di ferro, furono invece suddivise in sezioni.
Nel periodo della dominazione francese così come al momento della restaurazione del Granducato, nel 1815, le questioni concernenti i confini ed il relativo archivio continuarono ad essere amministrate dall'Avvocato regio.
Serie-
Titolo unità archivisticaCasella II
Numero unità archivistica2
Descrizione unità archivisticaLa casella contiene la documentazione cartografica relativa alle confinazioni di Montepulciano, Valiano, Cetona, Chiusi, Lucignano e Monte S. Savino con lo Stato della Chiesa. Comprende anche il regolamento delle acque della Chiana e le confinazioni della Val di Chiana. Questa è in parte raccolta in un registro ed in parte suddivisa e conservata all'interno di tubi di ferro detti 'cannoni'.
Titolo sottounità archivistica-
Descrizione sottounità archivistica-
Numero carta34a
AnnotazioniIl presente disegno, con lo stemma mediceo in alto, raffigura il fondovalle che va dal ponte di Buterone fino al Chiaro di Chiusi con una dettagliata indicazione della situazione idrografica. Sono riportati il canale della Chiana, il chiaro della Pieve con i corsi d’acqua che vi convergono (fiume che va al campo della Volta, Tresa, Tresa vecchia, fosso di monte lungo) e il fiume Lastrone (Astrone) con il regolatore e il fosso dei romani che ne riceve le “crescenzie”. Bene indicati anche gli argini e la linea di confine fra Granducato e Stato Pontificio. Nelle annotazioni riportate nel riquadro in basso vi sono anche delle indicazioni relative alle distanze fra vari punti rilevate dagli ingegneri per la confinazione. Per quanto riguarda gli insediamenti si riportano i centri abitati di Città della Pieve e di Chiusi e il podere di Ascanio Gaudi, posto su un’altura in territorio toscano. Da notare infine le torri di Beccati questo e quest’altro sul chiaro di Chiusi. Sul retro si legge: 'Pianta del stabilito del mese di ... [in bianco] 1608 al Chiaro della Pieve infra l'ingegnere del Popolo Romano Girolamo Rinaldi et da Gherardo Mechini e Andrea Sandrini Ingegneri de' Conservatori di Siena'. La scala è espressa sia in misura fiorentina che romana. Per le lunghezze: scala di braccia 1000 (= 90 mm) e scala di canne romane 300 a palmi 10 per canna (= 95 mm). Per le altezze: scala di braccia 500 (= 73 mm) e canne 100 (= 50 mm). Sono riportati anche il segmento corrispondente alla misura del palmo romano 'partito in 12 once' (=) e quello corrispondente alla misura di mezzo braccio chiusino 'partito in 12 oncie' (=). La pianta è conservata all’interno del cannone 27 insieme ad un’altra pianta (c. 34b) di dimensioni analoghe che inquadra lo stesso territorio. Si tratta di un disegno ad acquerello e china che risulta incompleto e povero di indicazioni.
Redattore schedaCinzia Bartoli
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