Logo CArtografia STOrica REgionale
 
TitoloPianta della Confinazione concordata fra i Deputati Pontificii, e Toscani l'Anno 1777
Datazione[1778]
Autori-
Scala graficacanne 200 di braccia l'una a panno fiorentine
Scala numerica1:4294
Altezza (mm)640
Larghezza (mm)1870
Num.fogli/tavole-
Tecnicachina e acquerello
Supportocarta
Orientamentoovest sud-ovest in alto
Conservazionebuona
ArchivioArchivio di Stato di Firenze
FondoPiante antiche dei confini
Descrizione fondoLe piante e le carte relative ai confini dello Stato toscano facevano anticamente parte dell'archivio dei Nove conservatori della giurisdizione e del dominio fiorentino, magistratura alla quale era affidata anche la tutela dei confini dello Stato durante il Principato mediceo. Durante il periodo lorenese, una parte delle competenze svolte dagli organi centrali fu trasferita alle nuove comunità istituite o rinnovate, procedendo con l’abolizione nel 1769 delle magistrature dei Nove e dei Capitani di parte ed alla creazione della Camera delle Comunità. Questo nuovo organo, dotato di personale tecnico, ed organizzato in due settori (quello degli affari contenziosi e quello degli affari economici) ebbe anche competenza sulle questioni di confine nonché la gestione del relativo archivio. Con il motuproprio del 5 aprile 1784 l'archivio delle Riformagioni, all'interno del quale era confluito due anni prima anche l'archivio dei Confini, fu trasferito alle dipendenze dell'Avvocato regio (creato nel 1778) a cui fu attribuita anche la funzione giurisdizionale sui confini e la cura del relativo archivio, precedentemente ordinato e inventariato. Il materiale cartografico fu così distinto fra “Piante antiche”, anteriori al 1782, e “Piante moderne”, relative al periodo 1782-1857. Le prime furono raccolte in registri o arrotolate in tubi di ferro detti “cannoni” e suddivise come le filze corrispondenti, alle quali sono collegate mediante rinvii, in nove “caselle” relative ai differenti tratti di confine del Granducato. Le altre, sempre arrotolate in tubi di ferro, furono invece suddivise in sezioni.
Nel periodo della dominazione francese così come al momento della restaurazione del Granducato, nel 1815, le questioni concernenti i confini ed il relativo archivio continuarono ad essere amministrate dall'Avvocato regio.
Serie-
Titolo unità archivisticaCasella II
Numero unità archivistica2
Descrizione unità archivisticaLa casella contiene la documentazione cartografica relativa alle confinazioni di Montepulciano, Valiano, Cetona, Chiusi, Lucignano e Monte S. Savino con lo Stato della Chiesa. Comprende anche il regolamento delle acque della Chiana e le confinazioni della Val di Chiana. Questa è in parte raccolta in un registro ed in parte suddivisa e conservata all'interno di tubi di ferro detti 'cannoni'.
Titolo sottounità archivistica-
Descrizione sottounità archivistica-
Numero carta32e
AnnotazioniSi tratta della confinazione concordata fra il Granducato di Toscana e lo Stato della Chiesa nel 1777. E’ rappresentata la linea di confine che va dal termine n. LXXV sul Poggio della Vallicella al termine n. C sul Poggio Marzocco e separa il territorio di Montepulciano da quello di Castiglion del Lago e della Contea di Laviano. Sono indicate le misure degli angoli e qualche riferimento topografico posto nelle vicinanze del confine. Nelle annotazioni sono riportate le distanze fra i termini di confine espresse sia in misura romana che fiorentina. Anche la scala è riportata in entrambe le misure: canne 200 di braccia 5 l'una a panno fiorentine (= 136 mm) e canne 300 di palmi 10 l'una romani d'architetto (= 157 mm). Si riportano anche i segmenti corrispondenti alla misura del palmo romano d'architetto (= 223 mm) e del braccio a panno fiorentino (= 581 mm). Il documento è firmato da Carlo Andrea Pelagallo Commissario Apostolico, Federigo Barbolani Conte da Montauto Commissario di S.A.R., Francesco Maria Gaudio delle Scuole Pie Matematico di Nostro Signore, Pietro Ferroni Matematico di S.A.R., Francesco Tivoli Ingegnere di Nostro Signore, Giuseppe Salvetti Ingegnere di S.A.R. Questa tavola, conservata all’interno del cannone 25 quater, è una copia conforme all’originale, approvata dall’ingegnere Giuseppe Salvetti.
Redattore schedaCinzia Bartoli
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