Logo CArtografia STOrica REgionale
 
TitoloPianta di tutto quel tratto di terreno, che dall'Attestatura dell'Argine dei Pievaioli col Poggio del Papa, dove è situato il termine giurisdizionale di n. XXXXI costeggia verso il Territorio Ecclesiastico, il Chiaro di Chiusi, il Canale del Passo alla Quercia, il Padule del Ranocchiajo, il Chiaro e le Chiarine di Montepulciano fino all'argine di riparo esistente nel Granducato
Datazione[1777, luglio]
Autori-
Scala graficacanne 300 di braccia 5 l'una a panno fiorentine
Scala numerica1:6441
Altezza (mm)640
Larghezza (mm)1850
Num.fogli/tavole-
Tecnicachina e acquerello
Supportocarta
Orientamentoovest sud-ovest in alto
Conservazionebuona
ArchivioArchivio di Stato di Firenze
FondoPiante antiche dei confini
Descrizione fondoLe piante e le carte relative ai confini dello Stato toscano facevano anticamente parte dell'archivio dei Nove conservatori della giurisdizione e del dominio fiorentino, magistratura alla quale era affidata anche la tutela dei confini dello Stato durante il Principato mediceo. Durante il periodo lorenese, una parte delle competenze svolte dagli organi centrali fu trasferita alle nuove comunità istituite o rinnovate, procedendo con l’abolizione nel 1769 delle magistrature dei Nove e dei Capitani di parte ed alla creazione della Camera delle Comunità. Questo nuovo organo, dotato di personale tecnico, ed organizzato in due settori (quello degli affari contenziosi e quello degli affari economici) ebbe anche competenza sulle questioni di confine nonché la gestione del relativo archivio. Con il motuproprio del 5 aprile 1784 l'archivio delle Riformagioni, all'interno del quale era confluito due anni prima anche l'archivio dei Confini, fu trasferito alle dipendenze dell'Avvocato regio (creato nel 1778) a cui fu attribuita anche la funzione giurisdizionale sui confini e la cura del relativo archivio, precedentemente ordinato e inventariato. Il materiale cartografico fu così distinto fra “Piante antiche”, anteriori al 1782, e “Piante moderne”, relative al periodo 1782-1857. Le prime furono raccolte in registri o arrotolate in tubi di ferro detti “cannoni” e suddivise come le filze corrispondenti, alle quali sono collegate mediante rinvii, in nove “caselle” relative ai differenti tratti di confine del Granducato. Le altre, sempre arrotolate in tubi di ferro, furono invece suddivise in sezioni.
Nel periodo della dominazione francese così come al momento della restaurazione del Granducato, nel 1815, le questioni concernenti i confini ed il relativo archivio continuarono ad essere amministrate dall'Avvocato regio.
Serie-
Titolo unità archivisticaCasella II
Numero unità archivistica2
Descrizione unità archivisticaLa casella contiene la documentazione cartografica relativa alle confinazioni di Montepulciano, Valiano, Cetona, Chiusi, Lucignano e Monte S. Savino con lo Stato della Chiesa. Comprende anche il regolamento delle acque della Chiana e le confinazioni della Val di Chiana. Questa è in parte raccolta in un registro ed in parte suddivisa e conservata all'interno di tubi di ferro detti 'cannoni'.
Titolo sottounità archivistica-
Descrizione sottounità archivistica-
Numero carta31-1
AnnotazioniCome si evince dal titolo, la pianta raffigura la fascia di terreni a confine fra Granducato di Toscana e Stato della Chiesa, che va dal Poggio del Papa, dove si trova il termine giurisdizionale n. XXXXI fino all’argine di Riparo presso le Chiarine di Montepulciano. Si distinguono: terreni palustri, prati, pasture, terreni in colmata e terreni lavorativi. Questi ultimi sono presenti soprattutto lungo il Chiaro di Montepulciano e le Chiarine, dove si segnalano anche prati e pasture che “s’inondano”. Sono riportati anche i fossi, le strade e gli insediamenti. Sulla sponda orientale del Chiaro di Chiusi sono indicate le torri di 'Beccati questo' e 'Beccati quest’altro' e le case di Pieve Maggiore, mentre in prossimità del padule del Ranocchiaio le Vestigia di un’osteria. Proseguendo verso il Poggio della Vallicella si trovano la casa di Orazio del Gosta, la casa da lavoratore del podere della Vallicella dei Soppressi Gesuiti di Perugia, la Chiesa della Madonna del Popolo ed ancora lungo il Chiaro di Montepulciano e le Chiarine l’osteria e il podere delle Mugnesi e infine l’Osteria delle Fornacelle. Nelle annotazioni riportate nel riquadro in basso si apprende che la pianta è stata rilevata “sulla faccia del luogo” in più giorni fra il 4 ed il 16 luglio 1777. Il documento è conservato all'interno del cannone 25 ter, insieme alle cc. 31-2 e 31-3.
Redattore schedaCinzia Bartoli
[Nuova ricerca]