Logo CArtografia STOrica REgionale
 
TitoloPianta, e Profilo di Operazioni stabilite nella Concordia del 1664, e qui segnate con lettere dell'Alfabeto, e spiegate nella Scrittura corrispondente sottoscritta questo di 12 d'Ottobre 1665
Datazione1665
AutoriViviani Vincenzo, matematico del Ser.mo Gran Duca; Cassini Giovanni Domenico, matematico di Nostro Signore
Scala graficacanne 500 di braccia 6 fiorentine dell'agrimensore che fanno un miglio
Scala numerica1:15909
Altezza (mm)1206
Larghezza (mm)846
Num.fogli/tavole-
Tecnicachina e acquerello
Supportopergamena
Orientamentoovest sud-ovest in alto
Conservazionebuona
ArchivioArchivio di Stato di Firenze
FondoPiante antiche dei confini
Descrizione fondoLe piante e le carte relative ai confini dello Stato toscano facevano anticamente parte dell'archivio dei Nove conservatori della giurisdizione e del dominio fiorentino, magistratura alla quale era affidata anche la tutela dei confini dello Stato durante il Principato mediceo. Durante il periodo lorenese, una parte delle competenze svolte dagli organi centrali fu trasferita alle nuove comunità istituite o rinnovate, procedendo con l’abolizione nel 1769 delle magistrature dei Nove e dei Capitani di parte ed alla creazione della Camera delle Comunità. Questo nuovo organo, dotato di personale tecnico, ed organizzato in due settori (quello degli affari contenziosi e quello degli affari economici) ebbe anche competenza sulle questioni di confine nonché la gestione del relativo archivio. Con il motuproprio del 5 aprile 1784 l'archivio delle Riformagioni, all'interno del quale era confluito due anni prima anche l'archivio dei Confini, fu trasferito alle dipendenze dell'Avvocato regio (creato nel 1778) a cui fu attribuita anche la funzione giurisdizionale sui confini e la cura del relativo archivio, precedentemente ordinato e inventariato. Il materiale cartografico fu così distinto fra “Piante antiche”, anteriori al 1782, e “Piante moderne”, relative al periodo 1782-1857. Le prime furono raccolte in registri o arrotolate in tubi di ferro detti “cannoni” e suddivise come le filze corrispondenti, alle quali sono collegate mediante rinvii, in nove “caselle” relative ai differenti tratti di confine del Granducato. Le altre, sempre arrotolate in tubi di ferro, furono invece suddivise in sezioni.
Nel periodo della dominazione francese così come al momento della restaurazione del Granducato, nel 1815, le questioni concernenti i confini ed il relativo archivio continuarono ad essere amministrate dall'Avvocato regio.
Serie-
Titolo unità archivisticaCasella II
Numero unità archivistica2
Descrizione unità archivisticaLa casella contiene la documentazione cartografica relativa alle confinazioni di Montepulciano, Valiano, Cetona, Chiusi, Lucignano e Monte S. Savino con lo Stato della Chiesa. Comprende anche il regolamento delle acque della Chiana e le confinazioni della Val di Chiana. Questa è in parte raccolta in un registro ed in parte suddivisa e conservata all'interno di tubi di ferro detti 'cannoni'.
Titolo sottounità archivistica-
Descrizione sottounità archivistica-
Numero carta17
AnnotazioniLa pianta raffigura il tratto della Val di Chiana, a confine fra il Granducato di Toscana e lo Stato Pontificio, che dal Chiaro di Chiusi (a nord) arriva al muro di Catalone (a sud) e comprende anche l’area attraversata dal fiume Tresa (ad est). La rappresentazione, decisamente accurata, riporta le diverse località, gli abitati e gli insediamenti minori, i corsi d’acqua che convergono nella valle e il sistema di argini presente. E’ inoltre segnalato un tratto di confine fra i due stati in prossimità del Regolatoio d’Astrone. Le lettere, come si apprende dal titolo stesso, stanno invece ad indicare, le diverse operazioni concordate fra i due stati, che devono essere eseguite. Nella parte inferiore della tavola sono riportati sette profili con varie indicazioni di tipo tecnico: “Profilo della Vena della Chiana dal Passo delle Botti a Buterone”, “Profilo della Vena della Chiana da Buterone al Ponte di Sotto”, “Profilo dell’Alveo del Peruzzi dal Regolatore al suo sbocco nella Vena della Chiana”, “Profilo dell’Alveo de Romani”, “Profilo dell’Alveo d’Astrone dalla Steccata al Regolatore”, “Profilo della Chietena” e “Profilo del Maltaiolo”. In alto sono invece riportati gli alzati della Torre di Buterone e di Beccati Questo. La pianta risulta essere la copia dell’originale concordata nel 1664 “in quella parte che attiene alle operazioni da farsi” (c. 16), mentre per quanto riguarda le torri riprende la “Pianta e Profilo dello stato dell'acque delle Chiane dal Ponte di Valiano sino al P.te di sotto ne i mesi di 9bre Xbre Gen. e Febb. del 1663 e 1664” (c. 15). La scale sono riportate sia in misura romana che fiorentina. Per la pianta: scala di canne 1000 romane e scala di canne 500 di braccia 6 fiorentine dell'Agrimensore che fanno un miglio. Per i profili delle torri A e B e del muro di Catalone C: scala di canne 10 romane di palmi 10 l'una; mentre per le altezze dei profili di livello: scala di canne 20 romane. Sono riportati anche i segmenti corrispondenti al palmo romano dell'architetto (= 222 mm) e al mezzo braccio fiorentino dell'Agrimensore (= 274 mm). In basso sono riportati anche i profili delle escavazioni. La scala per le lunghezze orizzontali di tali profili è di canne romane 500 e per le cadute e le profondità delle escavazioni è di palmi romani 50. Il documento è conservato all'interno del cannone 11.
Redattore schedaCinzia Bartoli
[Nuova ricerca]