Logo CArtografia STOrica REgionale
 
TitoloPianta e Profilo dello stato dell'acque delle Chiane dal Ponte di Valiano sino al P.te di sotto ne i mesi di 9bre Xbre Gen. e Febb. del 1663 e 1664
Datazione[1664, aprile]
AutoriLandini Francesco, ingegnere per la parte del Ser.mo Gran Duca di Toscana; Pulega Giovanni Niccolò, ingegnere per la parte di Nostro Signore
Scala graficacanne 500 di braccia 6 l'una fiorentine a terra che fanno un miglio
Scala numerica1:15045
Altezza (mm)630
Larghezza (mm)1575
Num.fogli/tavole-
Tecnicachina e acquerello
Supportocarta su tela
Orientamentoovest sud-ovest in alto
Conservazionebuona
ArchivioArchivio di Stato di Firenze
FondoPiante antiche dei confini
Descrizione fondoLe piante e le carte relative ai confini dello Stato toscano facevano anticamente parte dell'archivio dei Nove conservatori della giurisdizione e del dominio fiorentino, magistratura alla quale era affidata anche la tutela dei confini dello Stato durante il Principato mediceo. Durante il periodo lorenese, una parte delle competenze svolte dagli organi centrali fu trasferita alle nuove comunità istituite o rinnovate, procedendo con l’abolizione nel 1769 delle magistrature dei Nove e dei Capitani di parte ed alla creazione della Camera delle Comunità. Questo nuovo organo, dotato di personale tecnico, ed organizzato in due settori (quello degli affari contenziosi e quello degli affari economici) ebbe anche competenza sulle questioni di confine nonché la gestione del relativo archivio. Con il motuproprio del 5 aprile 1784 l'archivio delle Riformagioni, all'interno del quale era confluito due anni prima anche l'archivio dei Confini, fu trasferito alle dipendenze dell'Avvocato regio (creato nel 1778) a cui fu attribuita anche la funzione giurisdizionale sui confini e la cura del relativo archivio, precedentemente ordinato e inventariato. Il materiale cartografico fu così distinto fra “Piante antiche”, anteriori al 1782, e “Piante moderne”, relative al periodo 1782-1857. Le prime furono raccolte in registri o arrotolate in tubi di ferro detti “cannoni” e suddivise come le filze corrispondenti, alle quali sono collegate mediante rinvii, in nove “caselle” relative ai differenti tratti di confine del Granducato. Le altre, sempre arrotolate in tubi di ferro, furono invece suddivise in sezioni.
Nel periodo della dominazione francese così come al momento della restaurazione del Granducato, nel 1815, le questioni concernenti i confini ed il relativo archivio continuarono ad essere amministrate dall'Avvocato regio.
Serie-
Titolo unità archivisticaCasella II
Numero unità archivistica2
Descrizione unità archivisticaLa casella contiene la documentazione cartografica relativa alle confinazioni di Montepulciano, Valiano, Cetona, Chiusi, Lucignano e Monte S. Savino con lo Stato della Chiesa. Comprende anche il regolamento delle acque della Chiana e le confinazioni della Val di Chiana. Questa è in parte raccolta in un registro ed in parte suddivisa e conservata all'interno di tubi di ferro detti 'cannoni'.
Titolo sottounità archivistica-
Descrizione sottounità archivistica-
Numero carta15
AnnotazioniLa pianta vuole mettere in evidenza la precaria situazione idrografica della pianura della Chiana a confine fra Granducato e Stato della Chiesa, dal Ponte di Valiano nei pressi dell’omonimo paese, fino al muro di Catalone, indicando con precisione in legenda i manufatti di regimazione che si presentano in avanzato stato di degrado. Da notare: i torrenti Salcheto e Salarco ed i fossi di Pozzuolo e Valiano che convergono nelle Chiarine; il fiume Parce che sbocca nel Chiaro di Montepulciano seguendo un tracciato simile a quello attuale (con due alvei abbandonati: uno con sbocco nel Passo alla Querce e l’altro con sbocco nel Chiaro di Chiusi); il fosso di Gragnano che, con direzione quasi rettilinea sbocca nel Chiaro di Chiusi ed i fiumi Tresa ed Astrone che si riversano nel padule nel tratto compreso fra il Chiaro e l’argine di Buterone. Con precisione si riportano anche il complesso sistema di argini, la maglia insediativa (con i centri abitati di Chiusi, Città della Pieve e Valiano,e gli insediamenti sparsi come le varie osterie, le numerose case coloniche e in particolare la fattoria granducale di Acquaviva), ed infine i numerosi porti sul Chiaro di Montepulciano (Porto de Bufali, Porto di Bino, Porto della Fonte di Pancaldo, Porto di Pietreto). Nella parte superiore della tavola è riportato il profilo di livello dalla Torre di Buterone (B) fino alla Torre di Beccati questo (A) con gli alzati delle due torri. La scale sono riportate sia in misura romana che fiorentina. Per la pianta: scala di canne 1000 romane e scala di canne 500 di braccia 6 l'una fiorentine a terra che fanno un miglio. Per i profili delle torri A e B e il muro di Catalone C: scala di 10 canne romane di palmi 10 l'una; mentre per le altezze dei profili di livello: scala di canne 20 romane. In basso sono riportati anche i segmenti corrispondenti al palmo romano d'architetto (= 220 mm) e al mezzo braccio fiorentino a terra (= 272 mm). Il documento è conservato all'interno del cannone 9.
Redattore schedaCinzia Bartoli
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