Logo CArtografia STOrica REgionale
 
TitoloDimostrazione del Confine della Città di Borgo di S. Sepolcro di S.A.R., e della Terra di Citerna di S. Santità circa il Confine di Vaiano dalla Grotta del medesimo Vaiano per linea retta fino all'Acqua del Tevere con l'alterazione fatta modernamente di detto Confine da un Lavoratore dello Stato Ecclesiastico [...]
Datazione1731, novembre 18
AutoriLancisi Matteo Antonio, Comandante della Cavalleria per S.A.R. della Banda di S. Sepolcro
Scala graficabraccia fiorentine 600
Scala numerica1:2949
Altezza (mm)410
Larghezza (mm)543
Num.fogli/tavole-
Tecnicachina e acquerello
Supportocarta su tela
Orientamentonord-est in alto
Conservazionebuona
ArchivioArchivio di Stato di Firenze
FondoPiante antiche dei confini
Descrizione fondoLe piante e le carte relative ai confini dello Stato toscano facevano anticamente parte dell'archivio dei Nove conservatori della giurisdizione e del dominio fiorentino, magistratura alla quale era affidata anche la tutela dei confini dello Stato durante il Principato mediceo. Durante il periodo lorenese, una parte delle competenze svolte dagli organi centrali fu trasferita alle nuove comunità istituite o rinnovate, procedendo con l’abolizione nel 1769 delle magistrature dei Nove e dei Capitani di parte ed alla creazione della Camera delle Comunità. Questo nuovo organo, dotato di personale tecnico, ed organizzato in due settori (quello degli affari contenziosi e quello degli affari economici) ebbe anche competenza sulle questioni di confine nonché la gestione del relativo archivio. Con il motuproprio del 5 aprile 1784 l'archivio delle Riformagioni, all'interno del quale era confluito due anni prima anche l'archivio dei Confini, fu trasferito alle dipendenze dell'Avvocato regio (creato nel 1778) a cui fu attribuita anche la funzione giurisdizionale sui confini e la cura del relativo archivio, precedentemente ordinato e inventariato. Il materiale cartografico fu così distinto fra “Piante antiche”, anteriori al 1782, e “Piante moderne”, relative al periodo 1782-1857. Le prime furono raccolte in registri o arrotolate in tubi di ferro detti “cannoni” e suddivise come le filze corrispondenti, alle quali sono collegate mediante rinvii, in nove “caselle” relative ai differenti tratti di confine del Granducato. Le altre, sempre arrotolate in tubi di ferro, furono invece suddivise in sezioni.
Nel periodo della dominazione francese così come al momento della restaurazione del Granducato, nel 1815, le questioni concernenti i confini ed il relativo archivio continuarono ad essere amministrate dall'Avvocato regio.
Serie-
Titolo unità archivisticaCasella II
Numero unità archivistica2
Descrizione unità archivisticaLa casella contiene la documentazione cartografica relativa alle confinazioni di Montepulciano, Valiano, Cetona, Chiusi, Lucignano e Monte S. Savino con lo Stato della Chiesa. Comprende anche il regolamento delle acque della Chiana e le confinazioni della Val di Chiana. Questa è in parte raccolta in un registro ed in parte suddivisa e conservata all'interno di tubi di ferro detti 'cannoni'.
Titolo sottounità archivistica-
Descrizione sottounità archivistica-
Numero carta12a
AnnotazioniLa presente pianta raffigura l’area di confine fra la Città di Borgo S. Sepolcro e Citerna. Viene indicatala linea attuale di confine (evidenziata sia in rosso che in giallo rispettivamente per la parte granducale e pontificia), che segue in parte il fosso di confine che va verso il Molino di Spino ed in parte il fosso del Vaiano, proseguendo poi fino al punto L in prossimità della “strada del Trebbio che va a Borgo S. Sepolcro”. Sono inoltre indicate: le grotte del Vaiano lasciate dal Tevere nel 1573, anno in cui ne fu operata una variazione di andamento (B); le terre dove passava il fiume fino al 1573 (C e D), che furono poi bonificate dai Possessori dei Benefizi di Marzano e S. Fista; ed infine il fossetto con alberi (EFG) che dimostra l’alterazione di confine fatta, come si apprende dal titolo, da un lavoratore dello Stato Pontificio. Risulta particolarmente accurata la rappresentazione del paesaggio agrario costituito da terreni lavorativi (nudi e arborati) e da terreni prativi, che si estendono in particolare lungo il corso del fiume. Il documento è conservato all’interno del cannone 6 insieme alla c. 12b.
Redattore schedaCinzia Bartoli
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