Logo CArtografia STOrica REgionale
 
Titolo[Copia di pianta in pergamena del corso della Chiana da Orvieto fino al Ponte a Buriano e della livellazione del medesimo]
Datazione1718, aprile 29
AutoriBoncinelli Pasquino, ingegnere dei S.ri Capitani di Parte e Ufiziali de' Fiumi della Città di Firenze; Giovannozzi Giovannozzo, ingegnere dei SS. Capitani di Parte e Uffiziali de Fiumi della Città di Firenze
Scala graficaassente
Scala numericaassente
Altezza (mm)565
Larghezza (mm)1840
Num.fogli/tavole-
Tecnicachina e acquerello
Supportopergamena
Orientamentoassente
Conservazionebuona
ArchivioArchivio di Stato di Firenze
FondoPiante antiche dei confini
Descrizione fondoLe piante e le carte relative ai confini dello Stato toscano facevano anticamente parte dell'archivio dei Nove conservatori della giurisdizione e del dominio fiorentino, magistratura alla quale era affidata anche la tutela dei confini dello Stato durante il Principato mediceo. Durante il periodo lorenese, una parte delle competenze svolte dagli organi centrali fu trasferita alle nuove comunità istituite o rinnovate, procedendo con l’abolizione nel 1769 delle magistrature dei Nove e dei Capitani di parte ed alla creazione della Camera delle Comunità. Questo nuovo organo, dotato di personale tecnico, ed organizzato in due settori (quello degli affari contenziosi e quello degli affari economici) ebbe anche competenza sulle questioni di confine nonché la gestione del relativo archivio. Con il motuproprio del 5 aprile 1784 l'archivio delle Riformagioni, all'interno del quale era confluito due anni prima anche l'archivio dei Confini, fu trasferito alle dipendenze dell'Avvocato regio (creato nel 1778) a cui fu attribuita anche la funzione giurisdizionale sui confini e la cura del relativo archivio, precedentemente ordinato e inventariato. Il materiale cartografico fu così distinto fra “Piante antiche”, anteriori al 1782, e “Piante moderne”, relative al periodo 1782-1857. Le prime furono raccolte in registri o arrotolate in tubi di ferro detti “cannoni” e suddivise come le filze corrispondenti, alle quali sono collegate mediante rinvii, in nove “caselle” relative ai differenti tratti di confine del Granducato. Le altre, sempre arrotolate in tubi di ferro, furono invece suddivise in sezioni.
Nel periodo della dominazione francese così come al momento della restaurazione del Granducato, nel 1815, le questioni concernenti i confini ed il relativo archivio continuarono ad essere amministrate dall'Avvocato regio.
Serie-
Titolo unità archivisticaCasella II
Numero unità archivistica2
Descrizione unità archivisticaLa casella contiene la documentazione cartografica relativa alle confinazioni di Montepulciano, Valiano, Cetona, Chiusi, Lucignano e Monte S. Savino con lo Stato della Chiesa. Comprende anche il regolamento delle acque della Chiana e le confinazioni della Val di Chiana. Questa è in parte raccolta in un registro ed in parte suddivisa e conservata all'interno di tubi di ferro detti 'cannoni'.
Titolo sottounità archivistica-
Descrizione sottounità archivistica-
Numero carta7a
AnnotazioniQuesta pianta, realizzata da Giovannozzo Giovannozzi e da Pasquino Boncinelli nel 1718 su ordine del Magistrato dei Nove Conservatori come copia conforme di una pianta antica “tirata in carta sopra la tela, ma tutta mal trattata dal tempo, e dalle tignuole, che si conserva nell’archivio ferrato di detto Magistrato”, raffigura la valle della Chiana da Orvieto al Ponte a Buriano mettendo in evidenza il complesso sistema idrografico con la Chiana,i Chiari di Chiusi e Montepulciano, e gli altri i corsi d’acqua (rio dell’Olimo, rio della Pieve a Quarto, rio di Pulicciano, rio di Tegoleto, rio di Fontiano, i rii di Montecchio, di Oreto e di Cellere, l’Esse e il Mucchia, il Foenna, il Salcheto e il Salarco che sfociano nel chiaro di Montepulciano, il Tresa, e l’Astrone) ed i chiari. Si riportano inoltre con estrema precisione gli abitati dislocati nelle zone collinari - da una parte Carnaiolo, Monte Gabbione, S. Maria, Monte Lione (Monteleone), Città della Pieve, Valiano, Cortona, Montecchio, Castiglione, Puliciana (Pulicciano), Arezzo e Quarata; dall’altra Orvieto, Figulle (Ficulle), Falice (Salci), Filine, Camposelvole (Camporsevoli), Cetona, Sarteano, Chiusi, Chianciano, Montepulciano, Monte Follonico, Torrita, Lucignano, Foiano, Bettolle, Cesa, Montagnano, Montagnano, Pieve al Toppo, Bastardo e Camoiano (Pieve a Maiano?) – e gli insediamenti sparsi, come i mulini, le osterie e le case coloniche. In basso è riportata la “livellazione” della Chiana dal ponte a Buterone fino ai Ponti d’Arezzo con accanto le annotazioni scritte dai tecnici al servizio dello Stato Pontificio e del Granducato (Carlo Moderni, Paolo Maggi e Girolamo Rainaldi per il Papa e Cosimo Pugliani, Andrea Sandrini e Gherardo Mechini per il Granduca) che nel 1605 realizzarono la carta originale. In esse si segnala che “dal pelo dell’acqua alla torre di Beccati Questo fino alla soglia del Ponte Buterone vi è di caduta palmi 19 ½ romani che fanno braccia 7 7/20 alla fiorentina, e tutta la suddetta calata [è] in lunghezza di catene romane n. 515 1/5 che fanno braccia 8163 1/5” e che dal lago di Montepulciano fino al ponte di Valiano è stata individuata una “caduta di palmi 4 ¾ romani che fanno braccia 1 4/5 alla fiorentina e detta caduta è in lunghezza di catene 715 che fanno braccia 9233 ¾”. Inoltre, dal Ponte di Valiano fino allo stradone vicino alla Villa del Pozzo “vi è una caduta di palmi n. 3. 57 che fanno braccia 1.7.4 alla fiorentina e […] detta caduta è in lunghezza di catene 1050 che fanno braccia 23362 ½ fiorentine”, dalla Villa del Pozzo fino al Porto a Cesa “vi è una caduta di palmi n. 4 romani che sono braccia 1 ½ alla fiorentina e tutta la suddetta caduta è in lunghezza di catene 410 [che] sono braccia 9122 alla fiorentina”; dal Porto di Cesa fino al Porto a Pulicciano “vi è una caduta di palmi n. 6 ½ che fanno braccia 2. 11. 7 alla fiorentina, tutta la suddetta caduta è in lunghezza di catene 440 [che] sono braccia 9790 alla fiorentina”; dal Porto di Pulicciano fino ai Ponti Murati di Arezzo “vi è un caduta di palmi 5 1/3 che sono braccia 2 è di più tutta l’altezza dell’acqua fino alla palata del ponte [è] palmi 3 ¾ che sono braccia 1 2/5 […]. La suddetta caduta [è] in lunghezza di catene 340 [che] sono braccia 7565”. La c. 7b è una copia cartacea della pianta sempre realizzata nel 1718. Entrambi i documenti sono conservati all’interno del cannone 1 insieme alla c. 7c.
Redattore schedaCinzia Bartoli
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