Logo CArtografia STOrica REgionale
 
Titolo[Territorio e confine di Monterchi]
Datazione[1670-1675]
AutoriCioli Pietro
Scala graficaassente
Scala numericaassente
Altezza (mm)853
Larghezza (mm)1482
Num.fogli/tavole-
Tecnicachina e acquerello
Supportocarta
Orientamentosud-ovest in alto
Conservazionediscreta
ArchivioArchivio di Stato di Firenze
FondoPiante antiche dei confini
Descrizione fondoLe piante e le carte relative ai confini dello Stato toscano facevano anticamente parte dell'archivio dei Nove conservatori della giurisdizione e del dominio fiorentino, magistratura alla quale era affidata anche la tutela dei confini dello Stato durante il Principato mediceo. Durante il periodo lorenese, una parte delle competenze svolte dagli organi centrali fu trasferita alle nuove comunità istituite o rinnovate, procedendo con l’abolizione nel 1769 delle magistrature dei Nove e dei Capitani di parte ed alla creazione della Camera delle Comunità. Questo nuovo organo, dotato di personale tecnico, ed organizzato in due settori (quello degli affari contenziosi e quello degli affari economici) ebbe anche competenza sulle questioni di confine nonché la gestione del relativo archivio. Con il motuproprio del 5 aprile 1784 l'archivio delle Riformagioni, all'interno del quale era confluito due anni prima anche l'archivio dei Confini, fu trasferito alle dipendenze dell'Avvocato regio (creato nel 1778) a cui fu attribuita anche la funzione giurisdizionale sui confini e la cura del relativo archivio, precedentemente ordinato e inventariato. Il materiale cartografico fu così distinto fra “Piante antiche”, anteriori al 1782, e “Piante moderne”, relative al periodo 1782-1857. Le prime furono raccolte in registri o arrotolate in tubi di ferro detti “cannoni” e suddivise come le filze corrispondenti, alle quali sono collegate mediante rinvii, in nove “caselle” relative ai differenti tratti di confine del Granducato. Le altre, sempre arrotolate in tubi di ferro, furono invece suddivise in sezioni.
Nel periodo della dominazione francese così come al momento della restaurazione del Granducato, nel 1815, le questioni concernenti i confini ed il relativo archivio continuarono ad essere amministrate dall'Avvocato regio.
Serie-
Titolo unità archivisticaCasella I
Numero unità archivistica1
Descrizione unità archivisticaLa casella contiene la documentazione cartografica relativa alle confinazioni di Anghiari, Arezzo, Borgo S. Sepolcro, Cortona, Monterchi, Poppi e Pratovecchio con lo Stato della Chiesa, il Marchesato del Monte S. Maria, la contea di Chitignano e il Ducato di Urbino. Questa è in parte raccolta in un registro ed in parte suddivisa e conservata all'interno di tubi di ferro detti 'cannoni'.
Titolo sottounità archivistica-
Descrizione sottounità archivistica-
Numero carta3b
AnnotazioniNella tavola è raffigurato il territorio del Vicariato di Monterchi con la precisa indicazione dei centri abitati (Monterchi, Monte Santa Maria, Lippiano e Citerna) e degli insediamenti di minore entità, delle strade (strada che va ad Arezzo, strada che va ad Anghiari, strada che va a Citerna e al Borgo S. Sepolcro e strada che va alla Città di Castello), dei corsi d’acqua (fiumi Padonchia, Cerfone e Sovara, torrenti Riccianello e Centena) e dei confini. Con il colore giallo è evidenziato il confine con il Marchesato del Monte Santa Maria, con due diverse tonalità di rosso i confini con il territorio di Arezzo e quello di Citerna, ed infine con il turchino i confini con Anghiari e Città di Castello. Da notare la rappresentazione simbolica degli insediamenti e delle terre coltivate che si estendono lungo i fiumi. La breve annotazione a sinistra riporta le distanze fra il Castello di Monterchi e gli altri abitati: Città di Castello (miglia 6), Monte Santa Maria (miglia 4), Lippiano (miglia 1 ½), Arezzo (miglia 12), Anghiari (miglia 5), Citerna (miglia 1), Borgo S. Sepolcro (miglia 6). In basso a destra è riportata invece la pianta di Monterchi con la precisa indicazione dei principali elementi dell’impianto urbano, che sono poi elencati nella legenda riportata a sinistra del disegno. La cinta muraria è caratterizzata dalla presenza di due torrioni, di cui uno “rovinato per il quale s’entrava su la Rocca” (V) e due Forti (T e Z). All’interno di essa si trova l’abitato che si sviluppa attorno alla Rocca e all’ampia piazza (G). Al di fuori o meglio lungo le “muraglie che servono per contrascarpa al Castello” (Y) si trovano invece il Borgo Vecchio ed il Borgo Nuovo, e nelle immediate vicinanze il Monastero di S. Benedetto. Il documento è conservato all’interno del cannone 4 insieme alla c. 3a.
Redattore schedaCinzia Bartoli
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